Con quasi 500 milioni di utenti attivi registrati a giugno 2018. L’India si conferma dopo la Cina, uno dei più grandi mercati digitali del mondo. Il gigante asiatico, forte anche di una crescita economica notevole, sta spingendo verso la digitalizzazione. Un’occasione importante questa, per l’e-commerce.
Sebbene l’ambiente e-commerce indiano non sia lontanamente paragonabile a quello cinese, solo il 35% della popolazione fa attualmente uso di canali online per gli acquisti, il giro di affari attuali è comunque di oltre 30 miliardi di dollari, e le previsioni sono tutte in salita.
Amazon a settembre di quest’anno ha annunciato l’utilizzo dell’hindi nel suo marketplace indiano, una mossa intelligente per arrivare anche a quel target di popolazione che non parla inglese. La decisione del colosso americano rientra anche in un investimento di più ampio respiro, circa 5 miliardi di dollari, avviato nel 2017 finalizzato a saldare la penetrazione in India.
Se questa duplice strategia di agire sia globalmente avendo un occhio di riguardo per le realtà locali è sicuramente vincente, Amazon deve però fare i conti con un’agguerrita concorrenza. In primis con Walmart. Il retail americano, ha infatti annunciato l’acquisto di Flipkart, startup la cui presenza nell’ambiente e-commerce indiano sta crescendo di anno in anno, grazie anche agli investimenti congiunti di Tencent.
Il principale avversario di Amazon rimane ancora Alibaba, il colosso di Hangzhou, infatti, dopo aver monopolizzato la sua presenza nel sud-Est asiatico con l’acquisizione di Lazada, punta ora all’India.
Alibaba si trova in India in netto vantaggio rispetto alla rispetto all’azienda di Jeff Bezos. Questo perché gli investimenti di Alibaba nel subcontinente indiano sono più diversificati e capillari.
Basti pensare che nel tempo Alibaba ha investito circa 2 miliardi di dollari in questo mercato, non tanto nella sua piattaforma indiana, quanto piuttosto in startup. In primis Paytm, dalla cui costola è nato Paytm Mall.
Attualmente Paytm ha il monopolio delle transazioni online sul continente indiano. Questa piattaforma è infatti disponibile in tutti i principali dialetti indiani, e, come le cinesi Alipay e WeChat Pay permette il pagamento di qualsiasi cosa, dalle bollette ai viaggi, dai film alle merci dei negozi. Tutto grazie al proprio QR code che può essere collegato al proprio smartphone ed a sua volta al proprio conto in banca.
Ma Paytm non si ferma qui e grazie al know-how di Alibaba, la compagnia con sede a Noida, ha dato il via alla sua piattaforma e-commerce: Paytm Mall.
Basato sul modello di vendita al dettaglio di TMall in Cina, Paytm Mall ha iniziato ad operare come un’entità indipendente sin da febbraio 2017. Successivamente, nella primavera dello stesso anno, Alibaba ha investito $ 200 milioni nella società, ai quali sono seguiti la promessa di oltre 2 miliardi di investimenti a partire dall’inverno 2018 per i prossimi tre – cinque anni. Insomma, Alibaba fa sul serio e sembra essere in vantaggio rispetto al competitor a stelle e strisce e sta portando l’India sulla strada di una “cashless society”.
Una sfida interessante, in una nazione dove circa il 20% della popolazione è etichettabile come “unbanked” – ovvero non ha un conto in banca o utilizza i servizi base degli istituti di credito – l’avere a disposizione i proprio risparmi e poterli gestire su uno sullo smartphone, può rivelarsi una soluzione interessante.
Gli investimenti del colosso di Hangzhou non si fermano però a Paytm, ma abbracciano altri player del continente indiano come BigBasket e Zomato.
Dati ufficiali ritengono che la maggior parte dei 670 miliardi di dollari dell’intero retail indiano sia sostenuto dalle “groceries”, settore in cui la startup BigBasket detiene il monopolio.
La piattaforma con sede a Bangalore – stessa città dove anche Amazon India ha il suo quartiere generale – offre prodotti essenziali per la cucina come il “ghee” (burro chiarificato), cocco, riso basmati di alta qualità ed oltre 18mila altri articoli dal pane al detersivo per il bucato.
Con 12 milioni di clienti in 25 città indiane, i buyer le nuove nicchie di consumo cittadine, disposte a spendere per dei prodotti di qualità, e per evitare il caos cittadino e ricevere comodamente la spesa a casa.
Agli inizi di quest’anno, Alibaba ha investito oltre 300 milioni di dollari nella startup indiana e la compagnia di Jack Ma è pronta ad approfondire la collaborazione.
Tuttavia molti esperti ritengono che la sfida vera e propria non sarà tra Amazon e Alibaba, bensì una lotta casalinga tra due colossi cinesi: Alibaba e Tencent. Da una parte il marketplace di Jack Ma, dall’altra la redidiva industria gaming di Pony Ma e la nascita di Tencent India.
di Cifnews 雨果网
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