Si tratta di un piatto tipico della zona Huaiyang, a ridosso dei fiumi Huai e Yangtze. ChinEAT ci insegna come prepararlo
Il mercato multimiliardario del liquore cinese
Il fatturato totale del settore del baijiu ha raggiunto i 584 miliardi di renminbi nel 2020, in crescita rispetto ai 562 miliardi registrati nel 2019. Il numero di produttori è diminuito dai 1.600 nel 2017 ai 1.040 operanti nel 2020, a causa del crescente consolidamento e concentrazione di mercato. Di questi, 19 sono società quotate in borsa, a Shanghai e Shenzhen, e insieme rappresentano il 41% del mercato.
Go East – Draghi, Xi e il telefono senza fili
Torna la rassegna a cura di Lorenzo Lamperti sulle relazioni politiche, commerciali e culturali tra Italia, Cina e Asia orientale
Meno esami e compiti, ma cresce la presenza dello Stato nelle scuole cinesi
Commentando il recente giro di vite, un articolo comparso online e ripreso dai principali media statali spiega che la regolamentazione del comparto privato è una “rivoluzione profonda”: “un ritorno del capitale alle masse”.
La Corte suprema cinese contro il 996: «Viola la legge»
Cina. La sentenza sull’orario di lavoro praticato nel mondo high tech, dodici ore per sei giorni a settimana
Khorasan, ecco la galassia jihadista sotterranea
Cosa sappiamo veramente sullo Stato islamico nella provincia del Khorasan (Iskp), costola orientale del califfato di Raqqa nata sei anni fa sulla frontiera afgano pachistana?
Da Taiwan al Sud-Est, dopo Kabul gli Usa affollano l’Asia Pacifico
Due navi militari americane effettuano l’ottavo transito nello Stretto da quando alla Casa Bianca c’è Biden. Il tutto mentre Washington cerca di rassicurare i partner nel Sud-Est, spaventati da una possibile recrudescenza jihadista dopo la caduta di Kabul
Le variabili cinesi dell’equazione afgana
L’occupazione talebana di Kabul è davvero una vittoria cinese? Sì, se ci limitiamo a valutare le implicazioni ideologiche. Forse, se il metro di paragone sono gli interessi economici. No, se ci affidiamo alla reazione dell’opinione pubblica cinese. La questione afgana è un’equazione dalle molte variabili.
Pressioni da Pechino, chiude la tribù femminista del peperoncino
Cina. Improvvisa sparizione del sito e delle pagine social del forum online Jianjiao Buluo, dopo anni di attacchi, multe e chiusure di altre realtà radicali femministe dalle principali piattaforme
Kamala Harris torna in Vietnam per rassicurare il Sud-Est asiatico
Dopo la disfatta in Afghanistan. Da Singapore via alla complicata missione della vicepresidente statunitense. A vuoto finora i tentativi di arruolamento in chiave anti-cinese. Solo Duterte firma
Usa, Afghanistan, Cina: scacchi contro weiqi nella nuova guerra dell’oppio
Oggi, numerosi dei principali regimi e movimenti islamici fondamentalisti sono una diretta conseguenza dell’azione occidentale in Asia. Quando la Nato e l’Isaf invadevano, bombardavano e occupavano l’Afghanistan, la Cina sfruttava la stabilità creata ad alto costo dagli occidentali per accerchiare la regione, progettare nuove infrastrutture per la Nuova Via della Seta e accrescere le propria sfera di influenza.
Il crepuscolo dell’esercito afgano
Come è stata possibile l’ascesa così rapida dei Talebani? Cattiva direzione, corruzione, numeri fantasma o anche cattivi maestri? E le forze dei Talebani quanto sono forti? Lo storico Breccia: ‘i militari sapevano come sarebbe andata’
Burma Blue
Per gentile concessione della casa editrice Rosenberg & Sellier, proponaimo un estratto di Burma Blue di Massimo Morello, corrispondente del Foglio dal Sud-est asiatico. Il libro nasce dalla raccolta di storie birmane degli ultimi vent’anni, che per sincronicità, casualità o come riti di passaggio sono state scritte intrecciando la vita dell’autore con la Storia globale.
Talebani, le due anime del movimento
Il futuro è incerto così come è difficile al momento capire persino cosa è successo nel più recente passato in quella che è un’inaspettata rapidissima vittoria della guerriglia
Sustainlaytics – Il cavallo blu che prosciuga la Mongolia
Il “Blue Horse Project” è un ambizioso piano di riconversione delle risorse idriche che promette di portare l’acqua nel deserto (o meglio, nelle miniere). Oggi Ulan Bator spinge l’acceleratore per tamponare una crisi idrica in corso da oltre un decennio, mentre lo sviluppo diventa un imperativo sempre più complesso da gestire