Modello Chongqing. La tv non è più rossa

In by Simone

Il modello voluto dall’ex Segretario del Partito di Chongqing è arrivato a fine corsa. La sua caduta segna la fine del primo canale televisivo rosso. Aveva accumulato un debito milionario per l’assenza di pubblicità. Ora che lui non c’è tornano programmi popolari e fiction.Nell’opera di demolizione del modello Chongqing, dopo la caduta del suo fautore e leader, Bo Xilai, non si risparmia niente, neanche la televisione.

Il nuovo corso di Bo Xilai, fatto di concorsi canori di arie rivoluzionarie e fiction storiche, ha lasciato un buco di 35 milioni di euro, a causa del rifiuto di pubblicità e calo degli spettatori.

Ora tutto cambia: dal 2 aprile riprende il vecchio corso: programmi popolari e fiction, per ribaltare un trend negativo e porre nel dimenticatoio Bo Xilai e il carrozzone di cultura “rossa”.

Un anno dopo l’esclusione di tutti i programmi di intrattenimento e della pubblicità, nel tentativo di costruire il primo canale rosso della Cina” ha scritto il Global Times "la tv di Chongqing ha iniziato i preparativi per un ritorno al suo vecchio format”.

Anche se non è arrivato un annuncio ufficiale, ha specificato il quotidiano cinese, “i dipendenti dei vari programmi della stazione tv sud-occidentale hanno detto ai media che tale revisione entrerà in vigore il 2 aprile”.

Un giornalista della televisione, che ha chiesto di rimanere anonimo, ha dichiarato di aver appreso la notizia, senza però aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale.

Nei primi mesi del 2011, la televisione di Chongqing aveva annunciato di voler introdurre le modifiche ai programmi, tagliando tutti gli annunci pubblicitari, riducendo le serie tv e altri programmi di intrattenimento con “l’aggiunta di pubblicità di servizio pubblico, le notizie di produzione locale e programmi di cultura “rossa”, tra cui canzoni tradizionali e film classici”.

In questo periodo neo maoista, la televisione di Chongqing ha perso circa 300 milioni di yuan (più di 35 milioni euro) di ricavi e il suo staff si è ridotto di un quarto.

Nell’indice di ascolto nazionalela stazione tv è precipitata dal quarto posto al trentaquattresimo”, secondo quanto riportato dal Global Times.

Con la cacciata di Bo Xilai e le redini del partito locale nelle mani del vice premier Zhang Dejiang tutto è destinato a cambiare.

Nel ripensamento globale che sta avvenendo in Cina riguardo il “modello Chongqing”, è finita quindi anche la produzione televisiva.

Alcuni spettatori – hanno scritto i media locali – hanno salutato la notizia del cambiamento in modo positivo. Altri hanno detto che si sentono tristi perché sostenevano la televisione voluta dall’amato ex leader Bo Xilai.

Lu Di, un esperto dei media dell’Università di Pechino, ha detto che “il precedente cambiamento dovrebbe essere riconosciuto come un coraggioso esperimento nella diversità: in Cina, tutte le emittenti televisive hanno gli stessi modelli, con la pubblicità, le serie tv e l’intrattenimento a fare da protagonista”.

Diversa l’opinione di Yu Guoming, professore di giornalismo presso l’Università Renmin (del popolo): “è finalmente tornato tutto alla normalità. L’industria dei media deve procedere di pari passo con gli sviluppi del mercato”, ha dichiarato alla stampa locale.

Bo Xilai era una stella nascente della politica cinese. La sua caduta all’inizio di questo mese – che ha dato vita a una tempesta politica ancora in atto, tra rumors e voci che si rincorrono ogni giorno – ha cancellato le sue ambizioni di entrare a far parte dell’organo decisionale più potente del paese alla fine dell’anno, ovvero la Commissione Permanente del Politburo.

Gli analisti cinesi, secondo quanto riportato dal Telegraph, sostengono che Bo, il figlio del defunto comunista rivoluzionario Bo Yibo, “aveva attuato la sua campagna del revival rosso a Chongqing per promuovere la sua ascesa a livello nazionale all’interno del Partito”.

[Foto credit: cq.100ye.com]