L’amore dei cinesi per il Manchester City non è stato corrisposto in Cina, titola così un editoriale di Xinhua, che ha accusato il club inglese di non essere interessato al cuore dei tifosi, ma di vendere solo biglietti. Il tour non era iniziato nel migliore dei modi a causa di un rinvio nel volo aereo verso Shanghai a casusa, come si legge nella nota ufficiale pubblicata anche su twitter: “di un errore amministrativo al di fuori del controllo del club” che ha permesso alla squadra di Guardiola di arrivare in Cina solamente il 14 luglio, e non l’11, come programmato.
Il Manchester City era una delle quattro squadre a partecipare all’Asian premier League Trophy, il torneo organizzato dal massimo campionato inglese ogni due anni in Asia. Il City ha lasciato a riposo alcune delle star maggiormente attese come Sergio Aguero, Fernandinho, e Marez, impegnati con le rispettive nazionali nelle manifestazioni continentali fra giugno e luglio. Nella prima partita del torneo, disputatasi il 17 luglio a Nanchino, il City ha liquidato senza affanni il West ham con risultato di 4-1, mentre nella finale di Shanghai tre giorni dopo, il match con il Wolverhampton è stato perso ai calci di rigore dopo lo 0-0 dei tempi regolamentari.
Poco importa questa sconfitta sul campo, dato che si tratta solo di amichevoli estive, ma la sconfitta che maggiormente brucia, è quella sul piano delle relazioni con la Cina.
Nell’editoriale di Xinhua News a firma di Jonathan Dixon, si accusa il Manchester City di non aver interagito minimamente con il pubblico cinese come hanno fatto altri club, anzi, di averlo tenuto sempre a debita distanza, se non per una breve sessione d’autografi a Nanchino per quelle persone in possesso del biglietto VIP. Inoltre è stato evidenziato come il club inglese abbia esercitato un differente trattamento fra media stranieri e cinesi.
Alla emittente cinese PPTV, di proprietà di Suning, partner ufficiale del tour del City, sono state concessi pochi minuti per un’intervista a Pep Guardiola a bordo campo, mentre lo stesso allenatore spagnolo si è sottoposto subito dopo ad un’altra intervista con la British TV dalla durata di quindici minuti. Inoltre, sottolinea Dixon, i media cinesi si sono ritrovati ad essere marginalizzati, se non esclusi da altre serie di eventi, come quello organizzato in collaborazione con la Puma (sponsor tecnico del City) a Shanghai.
In tal occasione, si legge nell’editoriale di Xinhua News, i media cinesi non hanno avuto occasione di fare domande durante l’evento, privilegio riservato solamente alle emittenti straniere. Inoltre, ad aggravare ulteriormente la situazione, al termine dell’evento, ai fan che hanno aspettato ore per vedere i propri beniamini, è stata negata qualsiasi possibilità di interazione, anche una semplice richiesta di autografi.
Un flop mediatico che certamente non fa bene all’immagine del City in Cina a fronte di tutti gli investimenti effettuati e gli stretti legami economici con il colosso asiatico. Il club inglese è infatti di proprietà del fondo emiro City Football Group (CFG), il cui 13% appartiene al conglomerato China Media Capital che nel 2015 ha investito ben 400 milioni di euro. Il Manchester City ha aperto due uffici di rappresentanza in Cina, a Shanghai e Shenzhen, al fine di coordinare le attività di training e con gli sponsor, inoltre, quest’anno, ha rilevato una squadra cinese in terza divisione, lo Sichuan Jiuniu, in partnership con l’azienda di robotica ed Intelligenza Artificiale, Ubtech.
Do you hear the people sing?
Il Tour del Manchester City è successivamente proseguito verso Hong Kong, dove mercoledì, al National Stadium, gli uomini di Guardiola, come da previsione, hanno travolto per 6-1 il Kitchee (squadra della Hong Kong Premier League), ma il risultato e la prestazione possono essere accantonati, dato che il match è stato ulteriore motivo di manifestazione per la popolazione locale contro il governo centrale e la legge sull’estradizione.
Già nella conferenza stampa, alla vigilia della partita l’allenatore Pep Guardiola, sempre attento alle questioni politiche, ha empatizzato per i manifestanti: “Le proteste mi toccano, come essere umano, perchè non mi piace vedere queste situazioni – ha dichiarato Pep – Sempre nella società dobbiamo accettare le proteste, e sono sicuro che il governo e le persone troveranno la soluzione giusta senza ulteriori episodi di violenza. Ma noi siamo qui, per vivere la meravigliosa esperienza di essere in Cina e giocare contro il Kitchee”.
In 20.000 si sono presentati allo Stadio Nazionale di Hong Kong, per guardare la squadra campione d’Inghilterra e protestare. Gli spettatori erano per la stragrande maggioranza vestiti in nero, ed al minuto 21 dagli spalti è partita la canzone ‘Do you hear the people sing’, un brano di protesta per manifestare contro gli incidenti avvenuti a causa della polizia lo scorso 21 luglio a Yuen Long, nella parte nord della città.
Al termine della partita, gli spettatori si sono radunati fuori dallo stadio per continuare la manifestazione pacifica ed intonare nuovi cori, in una scena toccante che ha messo il risultato della partita nettamente in secondo piano.
Derby d’Italia a Nanchino
Lo stesso giorno del match fra Manchester City e Kitchee si è disputato anche il Derby d’Italia a Nanchino fra Inter e Juventus, in tutt’altra atmosfera, tanto che vi sono stati tafferugli fra i tifosi cinesi delle due squadre. Una notizia talmente tanto assurda che ci si stenta a crederci.
Secondo le ricostruzioni dell’account Twitter di Titan Sports, a scatenare il controverso episodio sarebbe stato uno striscione esposto fuori dallo stadio esposto da alcuni tifosi cinesi dell’Inter, con su scritto “Rubare è nel DNA della Juventus Puttana”. Non essendovi una suddivisione per ragioni di sicurezza fra le due ‘Tifoserie’, queste si sono scontrate con lanci di bottiglie ed altri oggetti.
Sul campo la partita si è conclusa con la vittoria della Juventus ai calci di rigore dopo l’1-1 dei tempi regolamentari con autorete del neoacquisto bianconero De Ligt ed un magistrale calcio di punizione di Cristiano Ronaldo.
Di Calcio8Cina
*Calcio8Cina nasce dalla fusione di due progetti distinti che hanno dato vita al primo portale italiano (in termini di qualità, portata e rilevanza) dedicato interamente al calcio cinese: principali competizioni nazionali cinesi, Champions League d’Asia, interviste, approfondimenti e report sullo sviluppo calcistico della Cina. In poche parole tutto ciò che c’è da sapere sul calcio made in China e sui suoi rapporti con il resto del mondo. Lo scopo è quello di prendere lo sport più seguito al mondo come chiave per addentrarci nello specifico della realtà cinese.