Cos’è l’islam degli uiguri? Non ce n’è uno, ma almeno quattro. L’autore di questo scritto è professore associato dell’Accademia di Scienze Sociali dell’Istituto della regione autonoma uigura dello Xinjiang e ricercatore del Centro di cooperazione sullo sviluppo e la sicurezza dei confini della Cina occidentale presso l’università del Sichuan. Ma, soprattutto, è uiguro lui stesso. Il testo è parte delle note all’“Indagine sul pensiero fondamentalista nel sud dello Xinjiang”. Nell’aprile del 2014, siamo partiti per il sud dello Xinjiang per condurre una ricerca sul campo […] . Eravamo in sei su due macchine, tutti uiguri, di cui uno di Hotan e uno di Kashgar. Nel gruppo c’erano anche colleghi di studio e amici, per cui oltre al lavoro avevamo anche momenti di svago.
Il tema della nostra inchiesta era la questione religiosa, che implica anche la stabilità sociale, i servizi igienici di base, l’istruzione e il lavoro [di stabilizzazione] nei villaggi locali. Negli ultimi anni, la questione religiosa nel sud dello Xinjiang è diventata un argomento che attira l’attenzione della società e del governo: le caratteristiche religiose e sociali degli uiguri stanno cambiando sensibilmente, sotto l’influenza di correnti di pensiero introdotte dall’esterno. Alcune idee estremiste portano perfino ad episodi di violenza.
Tra i diversi commenti sull’attuale situazione religiosa nel Sud dello Xinjiang, alcuni non centrano assolutamente il punto della questione – senza parlare di quelli che si limitano a ripetere [informazioni o punti di vista] altrui. […] Da quanto ho visto durante la nostra indagine sul campo, la mia sensazione è che la religione nel sud dello Xinjiang, in particolare a Hotan (centro conosciuto come culla dell’Islam in Cina, Ndt) non abbia quelle caratteristiche terribili e gravi di cui si suole parlare. Allo stesso tempo, c’è da riconoscere che l’influenza della religione sulla società, da quattro anni a questa parte, è mutata notevolmente.
Prima di ogni valutazione […] dobbiamo capire le tradizioni religiose islamiche e le sfumature della fede musulmana degli uiguri. Questo popolo ha accolto l’islam circa mille anni fa, e attraverso cambiamenti costanti ha scelto una forma di religione molto moderata. Questa forma secolarizzata si è rafforzata dopo la costituzione della Repubblica. In seguito, all’inizio degli anni Ottanta, dal Medio Oriente sono arrivate anche dottrine religiose conservatrici, come per esempio il wahabismo [1].
L’arrivo dei wahabiti è collegabile a due fattori: l’apertura della Cina e la rivoluzione in Iran insieme all’invasione dell’Afganistan da parte dell’ex Unione Sovietica. I primi wahabiti arrivarono nella zona di Kashgar e al tempo non destarono l’attenzione del governo locale. La loro influenza si limitò a certi dibattiti all’interno della società civile uigura, perchè la dottrina wahabita era in contrasto con la l’islam sunnita moderato degli uiguri. Pertanto, il conflitto tra le due correnti fu immediato e l’islam dello Xinjiang si oppose ai wahabiti, tanto da determinare un divieto ufficiale del governo nei confronti di questa corrente islamica.
Un punto chiave è che i valori sociali uiguri sono laici e all’epoca, durante il lancio della politica di riforme e apertura, tutta la Cina voleva soprattutto migliorare il tenore di vita. Gli occhi degli uiguri erano fissi su Canton, con i suoi imprenditori di successo, su Hongkong, sull’Occidente [… ] e sui trend più in voga al momento. […] Gli uiguri per cultura cercano l’allegria e i piaceri della vita, […] pertanto la dottrina wahabita, che richiedeva loro il ritorno a uno stile di vita da VII secolo, era all’antitesi rispetto alle aspettative di questa gente. […]
Negli ultimi anni si dice che nel sud dello Xinjiang il clima religioso sia sempre più teso e che sia aumentata l’ostentazione esplicita di simboli religiosi: il velo per le donne, l’abbigliamento mediorientale tradizionale e la barba lunga per gli uomini, o il crescente numero di persone che si recano nelle moschee quotidianamente, insieme all’evidente diminuzione di alcolici e sigarette in circolazione. Sono tutti fenomeni che abbiamo avuto modo di percepire durante la nostra indagine sul campo. A Hotan ci sono solo tre esercizi uiguri che servono alcolici e in varie città il numero di donne con il burka è aumentato notevolmente rispetto agli anni Ottanta, quando si usava di solito un velo che copriva solo la testa […].
Si generalizza spesso dicendo che gli uiguri siano di religione islamica, ma questo non vuol dire certo che i musulmani uiguri abbiano una unica scala di valori e un [unico codice] di comportamento. In realtà tra i musulmani uiguri, anche sul piano religioso, vi sono differenze evidenti, diverse classi sociali.
Ne distinguiamo quattro: i musulmani “letterati”, moderati, conservatori ed estremisti.
Il primo gruppo è il più secolarizzato, lo troviamo spesso nelle posizioni di governo o a capo di aziende medio-grandi. Ne fanno parte anche gli studenti universitari: generalmente, non pregano tutti i giorni, non disdegnano l’alcool, ma rispettano alcune pratiche religiose tradizionali, cui sono profondamente legati.
Del secondo gruppo fanno parte i contadini e la gente comune, i commercianti e in generale le persone che hanno ricevuto un livello di istruzione basso. Rispetto ai primi, l’osservanza religiosa è maggiore. […].
I musulmani uiguri conservatori, anche detti fondamentalisti, seguono la via della religione in modo ancora più ferreo e nei comportamenti individuali seguono rigorosamente le regole del Corano […].
Infine, gli estremisti, chiamati anche “musulmani politici” per le forti connotazioni politiche [delle loro attività]. Se nella pratica religiosa sono come i conservatori, d’altra parte compiono azioni con scopi politici e credono in valori religiosi estremisti, a cui aggiungono richieste di diritti sociali.
È importante parlare dei musulmani uiguri in termini di classi sociali per poter delinearne le evidenti differenze, in particolare nel momento in cui si decidono delle politiche che dovrebbero essere mirate e flessibili sulla base dei diversi gruppi a cui sono rivolte.. […]
[Nello Xinjiang] conservatore e fondamentalista sono sinonimi. I wahabiti sono fondamentalisti, in questo ben distinti dagli estremisti. L’estremismo è invece una forma di attivismo sociale con scopi politici. Chi è estremista, tende alla deformazione dei valori e il suo pensiero è una deviazione dai principi base dell’Islam. È qui la grande differenza tra questo gruppo e i conservatori-fondamentalisti, e si traduce nella messa in atto di attività politiche. Gli episodi di violenza terroristica accaduti in Xinjiang sono senza dubbio [organizzati dagli] estremisti. […]
Negli ultimi anni [si è assistito] all’aumento della penetrazione del pensiero conservatore nello Xinjiang. È tutto il mondo islamico che si sta trasformando in direzione del conservatorismo, […] sebbene l’influenza del fondamentalismo assuma caratteristiche diverse a seconda del Paese. Ad esempio la Turchia, Paese simbolo di una scelta di sviluppo laico, dopo la primavera egiziana ha abolito la regola costituzionale che indicava l’esercito come garante della laicità del Paese e la legge che vietava alle studentesse di indossare capi di abbigliamento religioso durante gli orari scolastici. Questi segnali fanno pensare che la Turchia si stia allontanando dalla laicità.
L’Afghanistan invece, nel periodo in cui era controllato dai talebani, era uno stato totalmente fondato sul fondamentalismo. Nonostante i talebani siano stati cacciati, l’influenza del fondamentalismo è ancora enorme. Il fondamentalismo dei talebani afgani viene dal Pakistan, che sebbene abbia scelto la via laica dell’Islam modernizzato, ha strutture politiche che non sono determinate politicamente. Nelle zone remote di frontiera tra i due Paesi, troviamo poi la dottrina del radicalismo (deobandiano) sunnita [ Darul Uloom of Deoband è una delle più importanti e influenti scuole di studi islamici in Uttar Pradesh, India. Da qui "deobandiano", ndr] In linea con la crescita dell’influenza del fondamentalismo islamico sul mondo musulmano degli ultimi anni, una propaganda più o meno legale si fa strada con l’aiuto di strumenti come la musica, le memorie hardware e internet.
Lo Xinjiang sta inoltre procedendo nella sua transizione da economia pianificata a economia di mercato e da società tradizionale a società moderna; in questo processo i contrasti sono inevitabili, e l’influenza e la diffusione del pensiero islamico fondamentalista aumenta la tensione, in particolare tra i commercianti, la gente che vive in campagna e le persone che non hanno un’occupazione fissa. Nel sud dello Xinjiang, questo pensiero è diventato una tendenza diffusa che determina la scala dei valori sociali.
Alcuni dei problemi nati nel processo di crescita dell’area, specialmente alcune frustrazioni legate alla modernizzazione, sono diventati terreno fertile per la diffusione del fondamentalismo. Per esempio, in seguito all’avvento dell’economia di mercato, sono aumentate le difficoltà occupazionali, mentre è diminuito il numero di operai nelle fabbriche. Dal 1997 al 2002, il numero di operai delle minoranze etniche è diminuito nelle industrie estrattive, nelle fabbriche o nei siti di produzione di energia elettrica, carbone o acqua, del 5 per cento. In particolare, nel primo decennio del nuovo secolo, il tasso di disoccupazione degli uiguri sopra i quindici anni è cresciuto del 31.6 per cento. Di fatto, il 47 per cento dei dieci milioni di persone residenti nello Xinjiang, gli uiguri, sono il gruppo che [in proporzione] conta il minor numero di imprese e il maggior numero di disoccupati. Questa contraddizione non aiuta la modernizzazione della società uigura. […]
Personalmente, ritengo che la rapida espansione del pensiero fondamentalista tra gli uiguri negli ultimi anni sia dovuto principalmente alle condizioni materiali di questo gruppo sociale. Se non si prenderanno misure efficaci, il fondamentalismo islamico potrebbe trasformarsi da forma di pensiero a forza in grado di mobilitare la società e quindi di influenzare le azioni degli uiguri, fino a condizionare la stabilità e lo sviluppo di tutto lo Xinjiang.
[1] Il wahabismo è un movimento sviluppatosi all’interno dell’Islam sulla base delle teorie religiose di al-Wahab, che nel XVII secolo richiamava i fedeli al ritorno alla purezza originale della dottrina, all’assoluta unità di Dio e alla lotta contro tutte le forme devianti di culto. Descritta come versione inflessibile dell’Islam sunnita, questa corrente oggi influenza diversi movimenti contemporanei e ha un importante ruolo nell’islam contemporaneo, anche in Cina, dove si insinua nella precaria coesistenza tra musulmani e cinesi han. [Il pezzo è anche su Caratteri cinesi. Traduzione di Tania Di Muzio]*Tuerwenjiang Tuerxun è ricercatore presso il dipartimento di sociologia dell’Accademia dello Xinjiang delle scienze sociali di Urumqi. I suoi studi riguardano tematiche sociali quali la famiglia, la gestione governativa delle questioni etnico-religiose, il multiculturalismo nello Xinjiang, la cultura uigura nella tradizione filosofica cinese.
Rispetto ai recenti episodi di violenza, Tuerwenjiang Tuerxun ha chiarito la distanza tra le forme di estremismo religioso e le tradizioni religiose e culturali dello Xinjiang. Ha inoltre rimarcato come i fatti di violenza che si sono verificati negli ultimi vent’anni nello Xinjiang abbiano danneggiato gravemente lo sviluppo economico e sociale della regione: "Il terrorismo è il nemico comune di ogni etnia, in particolare degli uiguri".
A suo avviso, gli atti violenti hanno condizionato l’immagine degli uiguri nell’opinione pubblica cinese, provocando un "divario emotivo" che li distingue da altre minoranze etniche.