Teng Biao, uno dei più conosciuti avvocati per i diritti umani, riflette sullo Stato di diritto con caratteristiche cinesi. Denuncia l’assenza di categorie della filosofia giuridica occidentale come la separazione dei poteri ed elenca le contraddizioni i crimini e i soprusi commessi dalle autorità cinesi. Conclude con un’invettiva contro la leadership di Pechino: "come credere a chi dice di amarti ma ogni giorno ti picchia e ti insulta?". Dicono che il quarto Plenum sia stato il primo del Partito comunista sul tema dello "Stato di diritto", dove il termine "fazhi" è stato tradotto con "rule of law". Alcuni si fanno anche delle fantasie. La gente è strana, non crede ai granchi che volano ma crede che il partito possa realizzare uno "Stato di diritto". Come le parole "repubblica, democratica, popolare" nel nome della Corea del Nord. Per usare le parole, cariche di energia negativa, dello scrittore Wang Wusi, “è come se un gallo pretendesse di poter fare le uova”.
Dicono anche che lo Stato di diritto dello Stato-Partito comprenda tre periodi. I primi due risalgono a diciassette anni fa, quando lo "Stato di diritto" è stato inserito nel verbale del quindicesimo Congresso del Partito comunista, diventandone un punto fermo; circa quindici anni dopo, lo "Stato di diritto" è stato inserito nella Costituzione, diventando un caposaldo della nazione.
Ma se qualcuno ricorda ancora, proprio alcuni mesi dopo l’introduzione dello "Stato di diritto" nella costituzione, è stata lanciata la campagna e la brutale repressione del Falungong e dei gruppi religiosi ispirati al qigong, in cui il diritto e la procedura penale vennero quasi del tutto ignorati. Moltissime persone subirono il lavaggio del cervello, torture ed esecuzioni extragiudiziali, condanne ai campi di rieducazione e conversioni forzate. Ad oggi il numero dei morti causati dalle torture supera le tremila persone. Una calamità per i diritti umani che continua anche oggi.
Dicono che in Cina il significato di "Stato di diritto" (fazhi) sia opposto a quello di "governo personale" (renzhi). Il "governo personale" in realtà è solo un eufemismo per dire "dittatura". Qualunque Stato di diritto ha bisogno delle persone: dai legislatori e i giudici, alla polizia e alle forze dell’ordine, il punto è se ci possa essere o meno un sistema di limitazione del comportamento umano.
La letteratura sullo Stato di diritto è molto vasta e sui punti principali c’è un certo consenso.
Secondo Aristotele, lo Stato di diritto è il governo della buona legge; secondo Lon Fuller esso deve conformarsi a prerequisiti di universalità, apertura, chiarezza, osservanza e stabilità della legge, concetti cui Joseph Raz ha aggiunto l’indipendenza della magistratura, il controllo su di essa e la giustizia naturale. Il giurista cinese Li Buyun ha evidenziato dieci concetti: la perfezione del sistema legale, la sovranità popolare, la tutela dei diritti umani, il bilanciamento dell’autorità, l’uguaglianza di fronte alla legge, la supremazia della legge, l’amministrazione secondo lo Stato di diritto, l’indipendenza della magistratura, il giusto processo, la subordinazione del Partito alla legge. Ma si tratta di concetti che sono l’opposto delle reali condizioni della Cina.
Il Partito da un lato afferma di voler realizzare lo Stato di diritto, dall’altro si oppone fermamente alla separazione dei poteri, all’indipendenza della magistratura, al governo costituzionale democratico occidentale. Dove sta quindi la verità? La risposta è evidente. La separazione dei poteri e l’indipendenza della magistratura non uccidono il Partito? Il Partito deve conformarsi alla legge? Come può osservare la legge un Partito che non osa neanche registrarsi? Come possono essere tutelate la libertà di parola e di associazione stabilite dalla costituzione? Se si parla di Stato di diritto, per quale motivo dovrebbero sussistere istituzioni come la Commissione centrale di ispezione e disciplina, il Comitato per gli affari politici e legislativi, il Dipartimento di propaganda, l’Ufficio 610 [agenzia di sicurezza istituita per coordinare le operazioni di persecuzione del Falun Gong], la Commissione di sicurezza nazionale?
Come credere a una persona che dice di amarti ma che ogni giorno ti picchia e ti insulta? Il discorso sullo "Stato di diritto" viene costantemente affrontato e aggiornato, ma la realtà sono demolizioni forzate, corruzione, soppressione della libertà d’espressione, repressione delle religioni, aborti forzati, imbrogli illegali, torture indiscriminate, schiacciamento della democrazia, sorveglianza e pedinamenti. In poco più di un anno moltissime personalità e intellettuali per la tutela di diritti come Xu Zhiyong, Guo Feixiong, Pu Zhiqiang, Gao Yu, Tie Liu, Tang Jingling, Ilham Tohti sono stati arrestati. Dentro le oscure carceri e davanti a fredde manette, quando il sangue dei manifestanti di Hong Kong è ancora caldo, nei gemiti di piacere dell’esercito dei cinque mao, ecco che lo "Stato di diritto" si maschera e fa il suo ingresso in scena.
Una decina di anni fa, quando sembrava che le autorità volessero modificare lo Stato di diritto, la gente lo definì così: "Stato di diritto, cioè cambiare la legge per governare".
Questo rivela proprio la storia dello Stato di diritto con caratteristiche cinesi. L’essenza dello Stato di diritto dovrebbe essere una limitazione del potere dell’autorità, ma in Cina diventa usare la legge per governare e controllare la gente.
L’Assemblea nazionale del popolo, che ha potere legislativo, e il governo sono controllati dal Partito; le istituzioni di pubblica sicurezza sono controllate dal Partito, che a sua volta è controllato da famiglie privilegiate, che non sono oggetto di alcuna supervisione legale. In parole povere, a controllare la legge sono entità che non subiscono alcun controllo legale.
Come governare un Paese simile? Leggete "Notte nera, cappucci neri, rapimenti mafiosi" dell’avvocato Gao Zhisheng, oppure il mio "Appunti dell’inchiesta sul programma di controllo delle nascite di Linyi", guardate le torture e i rapimenti di personalità legate al movimento di tutela dei diritti nel periodo dei "gelsomini", le sciagurate guardie messe a sorvegliare la casa di Chen Guangcheng, la scomparsa del Panchen Lama, Gedhun Choekyi Nyima. Guardate come la polizia amministrativa tratta i venditori ambulanti, guardate cosa è successo a Wang Bingzhang, Li Wangyang, Xue Jinbo, Cao Shunli, Liu Xia, Hu Jia. Guardate i lavaggi del cervello, le black jail, guardate come lavora la sicurezza nazionale, il dipartimento di propaganda e l’esercito dei 5 mao. Guardate Jiang Zemin, Li Peng, Zhou Yongkang, Wang Lijun e Bo Xilai. Guardate Zhou Xiaoping, Wu Fatian, Hu Xijin, Mao Xinyu e ShenJilan…
Capite bene che non si tratta di Stato di diritto, ma di uno stato di banditi.
Non è saggio credere alle sue parole senza guardare ai fatti. Come non è saggio credere alle parole di un criminale a sangue freddo. "Stato di diritto" è semplicemente un trucchetto ingannevole usato spesso dal nuovo governo autoritario cinese. La cosa buffa è che molti accettano di essere imbrogliati.
[Il pezzo è anche su Caratteri cinesi. Traduzione di Lucia De Carlo]*Teng Biao è un avvocato per i diritti civili cinese. È stato tra i firmatari di Charta 08, il manifesto che chiede cambiamenti fondamentali nel sistema legale e governativo cinese. E’ impegnato nel Movimento dei nuovi cittadini che chiede la tutela dei diritti sanciti dalla costituzione e maggiore trasparenza nelle attività di governo. Ha rappresentato attivisti contro l’Aids, praticanti del Falung Gong, manifestanti tibetani e contadini che si oppongono all’esproprio delle terre. Tali attività gli hanno causato un regime di sorveglianza, minacce, arresti domiciliari, la radiazione dall’albo degli avvocati.