"Lettera d’amore indirizzata al postino" è il sottotitolo di questo breve racconto in cui la scrittrice Lu Min ricostruisce il proprio passaggio dall’adolescenza all’età adulta attraverso il lavoro in un ufficio postale e lo studio da autodidatta. La narrazione del quotidiano lascia intravedere la grande trasformazione della Cina a cavallo tra anni Ottanta e Duemila. Nei diciotto anni trascorsi dal 1987 al 2005, la mia vita è stata indissolubilmente legata a quel verde, cupo ma accogliente ufficio postale: i primi quattro anni li ho passati nell’istituto delle poste e telecomunicazioni nella provincia del Jiangsu, dove mi sono specializzata nella gestione delle telecomunicazioni; nei successivi quattordici, ho occupato diverse cariche, interessanti e non, in ogni ufficio postale.
Al tempo in cui frequentavo l’istituto delle telecomunicazioni a sud di Nanchino, avevo l’aspetto di una quindicenne/sedicenne, l’insonnia si era già profondamente radicata dentro me, seguendomi come un’ombra. Non so quante notti, con la sensazione di non aver altra scelta, ascoltavo l’incessante cantilena dello scorrere dell’acqua e, con gli occhi sbarrati, sentivo il camion spargiacqua salire sul ponte Wende del tempio del maestro Confucio, attraversare il vicolo Changgan, la scuola elementare Kaopeng (questo nome ha veramente l’eleganza dei tempi antichi!), dopo proseguire in direzione di via Sanshan, verso l’isolotto degli aironi bianchi, sempre dritto…fino a che il cielo piano piano si illuminava ed io, insieme alla mia compagna, andavo a correre.
L’istituto si trovava nelle vicinanze della Porta Zhonghua, la nostra corsa iniziava esattamente dall’ingresso della città, da quella porta grigio cenere, sfiorita… da un lato correvo, dall’altro lo guardavo su e giù dalla mia visuale, lentamente mi avvicinavo e diventava più grande, e nel cuore provavo sempre una sensazione vicina alla desolazione ma anche all’orgoglio… Durante quei quattro anni all’istituto, a causa della mia provenienza dalla campagna non avevo grandi abilità, non sapevo cantare né ballare; inoltre, poiché amavo mangiare i mantou e gli involtini di carne, ero anche un po’ paffutella, ero piuttosto timida, mi sentivo inferiore, parlavo poco con i ragazzi e, quando succedeva, diventavo subito rossa in viso. Nonostante ciò, sento molto la mancanza di quei 4 anni, della mia classe: gestione delle telecomunicazioni 8701, e ho molta nostalgia del dormitorio dove ho vissuto, stanza 505.
Fino ad ora ho sempre avuto un atteggiamento ironico nei confronti di questa nostalgia, quando dovevo inserire qualsiasi tipo di password utilizzavo sempre questa serie di cifre per realizzare una combinazione.
Per quanto riguarda i quattordici anni trascorsi all’ufficio postale, se usassi un diario giornaliero più veloce per i flashback, adesso potrei approssimativamente richiamare alla mente quanto segue:
Commessa: Sono stata il “grande sostituto” come un cerotto; dai pacchi alle spedizioni veloci, al deposito denaro in banca, alla distribuzione di quotidiani, al trasferimento denaro per affari internazionali, ho svolto qualunque tipo di lavoro di ogni sportello, ho sostituito chiunque si riposasse. L’impressione è che, a causa della negligenza, ho dovuto compensare del denaro per due volte: una volta, mancava la riscossione di 100 yuan per la cauzione delle telefonate internazionali; un’altra volta, da una rimessa, facendo i conti di fine giornata, c’erano 50 yuan in meno.
Membro dell’ufficio del personale: in un’unità di lavoro di II livello, detta “divisione amministrativa”, ogni mese devo effettuare complicate operazioni matematiche utilizzando ogni tipo di coefficiente, tentare di dividere per quattrocento/cinquecento persone di sei o sette categorie subordinate premi di vario grado.
A quel tempo non sapevo per quale ragione avevo un forte temperamento, quando ero spazientita dalle operazioni con quei numeri bussavo alla porta della direzione della divisione, e non sapevo come andare avanti! Fortuna che i direttori che ho incontrato erano tutti molto buoni.
Segretaria della sezione della Lega: Comportandomi diversamente da come ero in realtà, ho presieduto l’incontro serale della sezione della Lega; capelli tirati in su, indossavo con impareggiabile volgarità una maglia di lana rossa e ballavo con gli scapoli dell’ufficio postale le danze in voga a Nanchino. Ho anche organizzato il barbecue e preparato ali di pollo in abbondanza! Ma ricordo che non gradivo molto questo lavoro rumoroso.
Lavoro di propaganda: Ero in combutta con giornalisti dei media di ogni livello. I giornaletti di Nanchino sono particolarmente numerosi, la quantità di dispacci che ogni anno inviavo alla stampa superava le 450 (copie), davvero il Grande balzo in avanti! Ogni giorno vi era il pagamento per gli articoli pubblicati, 15-25 yuan! Prendo un piccolo quaderno, annoto e divento felice!
Corrispondente di un giornale di commercio: Ricopro la carica di giornalista presso il «Giornale delle poste e telecomunicazioni del Jiangsu» e il «Giornale del servizio postale della Cina». Mi piacciono le notizie che seguono la regola delle 5 “W”, quelle notizie stereotipate, chiare e concise, così amabili! Quella breve intervista era davvero vigorosa, la situazione nel suo insieme era che più di 100 unità di lavoro sono andate in giro! Per esempio, io ho attraversato circa 4 volte la linea T66/67 da Nanchino a Pechino, con la squadra che scorta il trasporto della corrispondenza a lunga distanza. Poi, ho scritto un breve articolo «Sulla mappa» che aveva qualche legame con queste interviste.
Segretaria dell’ufficio: Ho fatto la segretaria per almeno quattro direttori: il bilancio della situazione globale del lavoro di metà e fine anno, l’organizzazione e il rapporto sulla conferenza dei rappresentanti degli impiegati, ecc.. sono i miei principali compiti, a cui si aggiunge l’essere abile nello scrivere i discorsi vaghi e su ogni tipo di situazione, accogliere, ringraziare, mobilitare, incitare, encomiare, congratularsi, e così via…
Per aiutarmi ad entrare nella parte, ogni volta, prima di cominciare a scrivere, immagino sempre con positività di essere io il grande capo in persona! Con grande sicurezza, come se fossi un personaggio di grande spessore, con uno sguardo imponente supervisiono la situazione..
Tra tutti questi posti di lavoro e il primo contatto più stretto che ho avuto con la letteratura, si trova questo velo:
Probabilmente era il 1993 (a quel tempo, a parte leggere libri e prendere note, non avevo mai scritto nulla), mi trovavo seduta al banco dell’ufficio postale di Xin Jiekou, si avvicinò Su Tong [nome d’arte dello scrittore Tong Zhonggui, autore di Mogli e concubine] per comprare un francobollo e, parlando senza alcuna fretta, disse: “vorrei il francobollo con l’immagine degli antenati che giocano a scacchi”.
L’ho riconosciuto immediatamente ma, come un’impiegata taciturna, ordinaria, stanca e affaticata, mi sono limitata a vendergli il francobollo mentre in cuor mio sospiravo profondamente: nella vita, a parte leggere, quando mai ti potrà accadere qualsiasi cosa che abbia una connessione con la letteratura? (Ottobre 2010, Ye Zhaoyan, Su Tong, Huang Beijia e altri maestri mi hanno sostenuto per il mio nuovo libro “Questo amore non può essere spedito”, ed è anche grazie al maestro Su Tong che sono riuscita a sollevare questo velo. Certamente lui ride inconsapevolmente e ignorandomi, perché non ne sa assolutamente nulla!).
Ad ogni modo, nel mio lavoro ho anche “studiato” un po’ di “letteratura”: [per] gli esami da autodidatta dell’Università Normale di Nanchino (Shifandaxue), appena finivo di lavorare andavo direttamente all’università a seguire le lezioni serali. Le lezioni si tenevano a fine Primavera o tardo Autunno, come se la splendida primavera e lo scenario autunnale di Nanchino fossero focalizzati sull’Università, le sue luci nella notte rendevano la situazione triste… anche se io ero estremamente sola, trovavo comunque qualcosa di piacevole: la lezione che preferivo era cinese classico, mi stimolava ed ogni sera recitavo a memoria, uno per uno, quei poemi impronunciabili e difficilissimi di epoca pre-Qin.
Questo tipo di studio sciocco di natura sociale è proseguito per 4/5 anni, quell’inverno stavo per laurearmi, e con il più antico dei modi, tramite la presentazione di un compagno di istituto, ho conosciuto lui: Wei Pan. Senza troppe parole, siamo andati in un club dei militari in via Shanxi a bere del tè e al parco dell’Antica foresta ad osservare i fiori di susino durante il freddo inverno. La volta dopo è stata all’inizio di una primavera altrettanto rigida; ogni volta che io e lui ci incontravamo era come se ci dessimo appuntamento nel vento freddo.
Dopo che cominciarono le lezioni di primavera io, come molte mie compagne, avevo un fidanzato fuori dall’istituto che aspettava per tornare a casa. Mi piaceva questo tipo di scenario mediocre, ma estremamente sicuro.
Non era ancora passato un anno e avevo già deciso di sposarmi; in un piccolo appartamento in via Zhenjiang avevo incollato su ogni finestra il grande carattere rosso "Xi" [felice, ndr], in modo che le persone che passavano sotto l’edificio, alzando il capo, lo potessero vedere.
Dall’istituto delle poste e telecomunicazioni all’ufficio postale a Nanchino: ripercorrendo questa strada, mi sento carica di sentimenti complessi. Durante questi diciotto anni, nutrivo emozioni relativamente ricche e intime nei confronti della vita sociale. Ho mandato in fumo ogni tipo di sogno, ho perso mio padre, ho avuto un figlio, ho coltivato l’attitudine da “segretaria”, sono diventata una persona saggia ma calma, anche se amo scrivere i miei romanzi in modo non saggio e tranquillo; allo stesso tempo, sono decisa a non tornare più quella di una volta.
[Il pezzo è anche su Caratteri cinesi. Traduzione di Anna Calamuneri]*Lu Min, nata nel 1973, testimonia con la sua stessa biografia la grande trasformazione cinese dall’epoca maoista alla fase post-Deng. Con inventiva, acutezza mentale e sottile minuzia, esplora l’abisso della condizione umana e di narra le reazioni del singolo individuo di fronte al rapido mutamento della società. La sua poetica così peculiare è stata definita "narrativa del ricordo". Un ricordo che da singolare si fa collettivo perché mostra lo spaesamento del cinese qualunque di fronte ai grandi cambiamenti.