Perché i cinesi si curano all’estero? Perché, si dice, all’estero le diagnosi sono più accurate, i trattamenti più completi e personalizzati. Si va in un Paese straniero soprattutto per curare il cancro, ma poi magari le operazioni vere e proprie si torna a farle in Cina, cercando di bilanciare costi e benefici. Seconda puntata del viaggio di Caixin nel fenomeno del turismo medico. La prima puntata
I prezzi per le cure oltremare non sono alti come si potrebbe credere
"Negli Stati Uniti i costi sono abbastanza elevati, ma nel Regno Unito, in Germania e a Singapore sono tra il 10 e il 30% più alti che in Cina”, spiega Cai Qiang,"l’America ha i prezzi più cari, in media circa 150mila dollari per la cura del cancro, ma nel budget sono comprese le tasse oltre alle spese per il trattamento. Se uno vuole soltanto la terapia i costi sono più contenuti, per esempio per il tumore ai polmoni si parla di soli 15mila dollari".
Chi opta per il turismo medico lo fa sopratutto per curare il cancro, “circa l’80%. Il 10% parte per disturbi cardiaci, un altro 10% per malattie neurologiche. Inizialmente erano sopratutto malati di tumori in fase avanzata, quelli che non erano riusciti a trovare un rimedio in Cina, ma ora sono sempre di più anche i malati lievi a voler raggiungere al più presto i centri milgiori" racconta Cai.
Secondo lui, all’estero le diagnosi sono più accurate, i trattamenti più completi e personalizzati, eppure a livello di tecnica anche le strutture nazionali non sono male. "Per cui capita anche che i cinesi vadano all’estero per le analisi, per farsi fare una diagnosi definitiva e prescrivere un trattamento. Dopo di che tornano in patria per la parte ‘pratica’. Questa è l’opzione più economica".
La scelta della meta è soggettiva e varia da persona a persona. Gli Stati Uniti hanno oltre 5000 ospedali e, secondo una lista pubblicata lo scorso anno da US News & World Report, i prime cinque sono il John Hopkins Hospital, il Massachusetts General Hospital, Mayo Clinic, Cleveland Clinic e il New York University Medical Center. Ma per quanto riguarda la cura del cancro, la cardiologia e cardiochirurgia, la classifica dei centri migliori è cambiata molto.
Un paziente racconta che trovare il migliore ospedale e specialista per la cura di una determinata malattia è diventato il compito principale delle istituzioni che fanno consulenza nel settore dei servizi clinici. Le ricerche effettuate da Caixin dimostrano che i malati più gravi e allo stesso tempo più danarosi scelgono gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Germania, quelli con malattie più lievi e con minori possibilità economiche ripiegano su Corea del Sud, India e Singapore. "Per quanto riguarda i trattamenti, le strutture e la fornitura dei farmaci, l’America viene ancora considerata la meta migliore. Certo, i prezzi sono i più alti. In proporzione, la Gran Bretagna è più conveniente, la qualità è buona e le spese sono la metà. Per quanto riguarda l’Asia, il Giappone anche non è male, ma le formalità per ottenere un visto sanitario sono complesse.
Differenze tra Cina e l’estero
Una sala da pianoforte, una stanza singola con dei fiori e fuori dalla finestra un bel prato verde: sono tutti elementi che arricchiscono l’esperienza del paziente. Per i malati cinesi più difficili e ricchi si tratta di confort di lusso, ma all’estero sono considerate condizioni di base, spiega Cai.
Negli Stati Uniti le risorse mediche di qualità sono concentrate negli ospedali senza scopo di lucro e in strutture private. Melissa Goodwin di Mayo Clinic spiega a Caixin che tutte le procedure per i trattamenti medici prevedono un sistema di prenotazione, così che il numero dei pazienti viene controllato ogni giorni al fine di garantire un servizio di qualità. "Alla Mayo Clinic i rapporti tra medici e pazienti sono molto buoni, non bisogna fare file, i medici fanno visite accurate, di almeno mezz’ora. Fiducia e rispetto influenzano inconsapevolmente la scelta", dice a Caixin Gang Qiang, vice direttore del dipartimento di chirurgia epato-bilio-pancreatica del Beijing Cancer Hospital.
La differenza principale sta nei risultati delle cure. Nel 2012, l’American Cancer Society e il National Cancer Institute hanno rilasciato un rapporto in cui si evidenzia che, per via di fattori quali un incremento del tasso di sopravvivenza, nel 2022 le persone scampate al cancro saranno 18 milioni, contro gli attuali 13,7 milioni. Negli Stati Uniti il 45% di chi è sopravvissuto a un tumore ha più di 70 anni, soltanto il 5% non ha ancora compiuto i 40. Al 64% dei malati sono stati diagnosticati almeno 5 anni, al 15% più di 20.
Secondo i dati emessi quest’anno dal Centro per il Registro Tumori della Repubblica popolare, ogni anno in Cina ci sono 3,5 milioni di nuovi casi e 2,5 milioni di morti. Per questo il cancro viene annoverato tra le prime cause di decesso per malattia, sia per i residenti delle aree urbane sia per quelli delle zone rurali. Il tasso di guarigione del cancro ha raggiunto il 65% nei Paesi sviluppati, mentre in Cina si attesta ancora attorno al 25%.
Nel caso del tumore al colon-retto, "negli States, già 10 anni fa, il tasso di sopravvivenza di un malato era del 67%, in Cina è ancora del 31%", spiega Mou.
Il maggior scarto tra la Repubblica popolare e l’estero sta nelle diagnosi e nei programmi di trattamento. Stando a quanto racconta Melissa Goodwin, alla Mayo Clinic i pazienti sono circondati da un team di esperti. Per esempio, la squadra che si occupa del tumore al polmone è formata da medici interni al dipartimento, pneumologi, oncologi, medici esperti di radio-oncologia e assistenti sociali. "Ognuno ha una propria specializzazione. Poi alla fine si fa un’analisi complessiva dei vari pareri e si somministra una terapia personalizzata previa approvazione di tutti gli esperti".
La cura viene costantemente regolata in base agli esami. "In Cina il materiale che deriva dallo screening e dai vari esami, di fondo, rimane sempre lo stesso, sulla base di queste analisi diversi ospedali e diversi medici finiscono per prescrivere trattamenti grossomodo identici", spiega Mou. "Alla Mayo Clinic invece ogni anno si fanno nuovi controlli e la cura viene corretta di conseguenza. Questa è la ragione per la quale alla fine i risultati sono piuttosto buoni".
Sulla base del sistema adottato in Cina, ogni reparto finisce per essere indipendente. In passato Mou faceva avanti e indietro da un reparto all’altro cercando di dare un senso a quanto gli veniva riferito dagli esperti con un linguaggio tecnico. E poi erano file di ore, e visite di nemmeno dieci minuti. Mou avverte profonde differenze tra i metodi di trattamento dei due Paesi.
Anche le apparecchiature differiscono non di poco. Il sistema di terapia protonico chiamato "la macchina ammazza cancro" che può raggiungere il centro del tumore riducendo i danni ad altre parti del corpo, è al momento il più avanzato del mondo ma è anche l’apparecchiatura medica più sofisticata e difficile da costruire. Per ora sono in grado di utilizzarla soltanto Stati Uniti, Giappone e altri pochi Paesi sviluppati.
Il sistema di chirurgia con il robot Da Vinci ha già raggiunto gli standard della US Food and Drug Administration e viene utilizzato sopratutto nei reparti di chirurgia generale, chirurgia toracica, di urologia, ginecologia e chirurgia cardiovascolare. E’ un metodo particolarmente indicato negli interventi più complessi perché poco invasivo. "Per esempio un intervento di bypass al cuore può essere fatto senza bisogno di una toracotomia", spiega Cai Qiang. Al momento in Cina soltanto il 301 Hospital di Pechino ha un’apparecchiatura in grado di farlo. "Negli Stati Uniti l’80% dei casi di tumore alla prostata viene operato con il metodo Da Vinci, gli effetti collaterali sono pochi, le ferite più piccole. La Cina non arriva all’1%".
2.Continua
[Il pezzo, tradotto per Internazionale, è anche su Caratteri cinesi. traduzione di Alessandra Colarizi]*Caixin ("Nuova finanza"), periodico mensile di informazione economico-finanziaria, noto in Cina e all’estero per le sue valutazioni e reportage di informazione. Esce il primo giorno di ogni mese.