La trasformazione graduale di Shenzhen da centro manifatturiero a sinonimo di innovazione globale lancia tutta la Cina in una nuova fase economica, con l’hardware fare da leva per conquistare i mercati. Tutto parte dal quartiere di Huaqiangbei, già mercato di componentistica elettronica più grande del mondo. Viaggio in quattro puntate nella Silicon Valley d’Oriente. [Leggi la puntata precedente]
Fiuto del governo
Il giorno prima della visita a Huaqiangbei, Nadela si è incontrato verso mezzogiorno con il sindaco di Shenzhen, Xu Qin. Secondo alcune indiscrezioni, la riunione non sarebbe durata molto, poco più di venti minuti. Xu Qin si è formato all’Università di Scienza e Ingegneria di Pechino, con specializzazione in fotoelettricità. Arrivato a Shenzhen, nel 2008, ha assunto l’incarico di capo del dipartimento Alta Tecnologia della Commissione nazionale per lo sviluppo e le riforme. Successivamente, ha svolto lo stesso incarico per altri due anni, in concomitanza con altre cariche. Viene visto come un importante artefice della riconversione dell’innovazione avvenuta a Shenzhen negli ultimi anni. Da quanto riportano i media di Shenzhen, la maggior parte delle imprese a cui Xu Qin ha fatto pubblicamente visita sono imprese di high-tech. "Le domande che pone quando va a visitare le imprese suscitano sempre ammirazione. Il mondo delle imprese – afferma Feng Changhong, in una intervista rilasciata al Times Weekly – fa però un’altra valutazione: il sindaco sa come attirare risorse a Shenzhen".
Da quanto osserva Feng Changhong, l’amministrazione di Shenzhen ha iniziato verso la fine del 2013 e l’inizio del 2014 a prestare maggiore attenzione al trend dell’innovazione hardware, che può anche essere definito "velocità della zona speciale". "Sono convinta – ha dichiarato Feng Changhong – che questa sia la strategia del governo. Anche quelli di Leiphone.com, quando sono venuti a conoscere la nostra associazione, hanno proposto che fossimo noi a dare consigli all’amministrazione cittadina, usando la superiorità dell’innovazione hardware per promuovere la riconversione e l’aggiornamento dell’industria manifatturiera di Shenzhen".
Nel giugno di quest’anno, il vice presidente della Conferenza politica consultiva nonché ministro della Scienza e Tecnologia è venuto a Shenzhen per un’ispezione; ha visitato la molto redditizia piattaforma di innovazione hardware Seeed Studio – si tratta del più grande incubatore nazionale di nuovi hardware per dimensione e di uno dei primi tre al mondo; ha sede nella città di Huaqiao.
Non molto tempo dopo, Feng Changhong ha scritto una bozza di "Consigli circa la raccomandazione di tenere a Shenzhen la 12° edizione della International FAB lab Conference (FAB12) e promuovere la costruzione di una città dei creatori a Shenzhen", ricevendo una nota del sindaco Xu Qin.
Tuttavia per il vice direttore della Sezione scienza e tecnologia elettronica del Comitato per l’innovazione scientifica e tecnologica di Shenzhen (CIST), Xi Weizhong, l’amministrazione avrebbe dovuto prestare già precedentemente attenzione alla ripresa del [segmento] hardware; la Sezione scienza e tecnologia elettronica è un ufficio istituito solo agli inizi del 2014 dalla CIST, quando quest’ultima ha condotto una ristrutturazione delle sue sezioni.
Una seconda ristrutturazione modificò la pratica secondo cui un’unica sezione era solita gestire numerosi settori, spostando importanti risorse di ogni settore in una specifica sezione, per allocarle in una specifica impresa o settore in maniera coerente.
"Dal punto di vista di Shenzhen, l’innovazione hardware non è un fatto nuovo. Huaqiangbei ha sempre avuto queste piccole innovazioni". Xi Weizhong ha raccontato al giornalista del Times Weekly che, da quando i dispositivi indossabili – a partire dagli occhiali di Google – si sono diffusi a livello globale, questo tipo di industria è entrato nel mirino del governo. Anche il direttore del Dipartimento responsabile per gli investimenti diretti esteri di Shenzhen, Chen Zhaozhao, ritiene che il boom dell’hardware sia uno dei risultati ottenuti negli ultimi anni grazie agli sforzi fatti da Shenzhen per aggiornare la sua industria e grazie alla divisione del lavoro che ha reso i processi produttivi più agevoli e intelligenti. "Senza la riconversione e l’aggiornamento dell’industria, iniziati in questi ultimi anni, oggi non sarebbe possibile avere innovazione dell’hardware".
Nel 2013, quando era incaricato di attirare talenti, Xi Weizhong ha scoperto negli Stati Uniti una squadra che produceva display flessibili. Dopo averne discusso internamente, li portò a Shenzhen nell’ambito del "Progetto Pavone" – all’epoca, il lavoro della sua sezione consisteva nel prestare estrema attenzione a innovazioni tecniche chiave come circuiti integrati e sensori miniaturizzati a basso consumo, oltre che scovare e sostenere team del genere.
A partire dall’epoca in cui era ancora "Dipartimento di Scienza e tecnologia", la CIST ha istituito programmi atti a incoraggiare la riconversione del tradizionale incubatore. La CIST, – spiega Xi Weichong -, si è fortemente impegnata a promuovere l’integrazione di quest’ultimo (che consisteva "in un edificio cardine, un contabile del Dipartimento dell’industria e del commercio, responsabile di indicare la direzione verso cui muoversi"), con il capitale. Ossia, fornire un regolare sostegno finanziario, offrendolo soprattutto alle migliori micro-imprese impegnate nell’innovazione tecnologica. Nel 2012, gli aiuti complessivi all’industria dell’innovazione ammontavano a 11 milioni di yuan, per un totale di 23 progetti; nel 2013 questi due dati sono cresciuti, rispettivamente, a 81,37 milioni di yuan e a 166 progetti. Quest’anno il budget per gli aiuti finanziari è pari a 193 milioni di yuan; i progetti già approvati sono 83, altri 200 sono attualmente in fase di approvazione.
Esattamente come ha espresso il premio Nobel per l’economia Edmund Phelps, nel suo lavoro "Mass Flourishing: How Grassroots Innovation Created Jobs, Challenge, and Change", uno dei più grandi motori di una economia moderna è la creatività; questa forza motrice può essere intesa come desiderio e capacità di innovare. Un paese privo di questa capacità sarà fiorente solo per un breve periodo. "Il governo cinese deve fare ancora molto – sostiene Phelps, in una intervista rilasciata al Times Weekly – per incoraggiare le imprese creative, in particolare quelle imprese che veramente hanno come proprio obiettivo l’innovazione. Se la Cina spera ancora di mantenere un livello di crescita intorno al 7%, se la Cina desidera veramente diventare un paese pieno di vitalità economica, deve incoraggiare l’innovazione. Questo è un processo inevitabile e fondamentalmente naturale. Se si riuscisse a convertire la Cina in una economia dell’innovazione, il Paese potrebbe basarsi di più sull’industria nazionale e sulla forza creativa di individui e imprese private".
L’amministrazione della città di Shenzhen è evidentemente uno dei governi locali cinesi che meglio riesce a comprendere la necessità di innovare. Shenzhen è la città capitale dell’innovazione del paese. Nel 2013, la percentuale di Pil che Shenzhen ha investito in ricerca e sviluppo è arrivata al 4%; a livello internazionale, questo dato è un indicatore della forza scientifica e tecnologica locale e della sua forza concorrenziale. Lo standard delle economie creative è di circa il 2,5%; la Cina, nel suo complesso, si attesta al 2%. Nel terzo trimestre del 2013, il valore della produzione delle sei grandi industrie strategiche emergenti – tecnologia dell’informazione, internet, nuove fonti di energia, nuovi materiali, bio industria e industrie culturali e creative – ha raggiunto i 684,5 miliardi di yuan, per una crescita pari al 17,1%; la velocità di crescita è stata pari a una volta e mezza quella del Pil.
"La necessità di trasformare e aggiornare [il modello produttivo] di Shenzhen è diversa da quella della Cina continentale, che si trova probabilmente ancora nella fase di accumulazione primitiva; Shenzhen è invece già arrivata alla fase in cui la riconversione e l’aggiornamento sono divenuti un imperativo. Non servono semplicemente il Pil e le entrate fiscali. "A servire maggiormente – spiega il direttore di Invest Shenzhen, Qiu Wen – è un modo per mantenere il passo con la riconversione e l’aggiornamento a livello globale. Shenzhen è arrivata a questa fase di sviluppo, non le basta più attirare le imprese. Uno dei criteri di giudizio discriminanti [nella scelta delle imprese] sarà se sono o meno in grado di promuovere il miglioramento della capacità di innovare di Shenzhen".
Invest Shenzhen è stata fondata nel 2009: Il suo nome si ispira a quello della agenzia omologa di Hong Kong e ha funzioni simili a quelle di un dipartimento responsabile di attirare imprese straniere. Tra le sue principali responsabilità vi è quella di armonizzare l’insieme di politiche di Shenzhen per attirare imprese e capitali. Sono soprattutto le grandi imprese che tendono a usare molte risorse. Invest Shenzhen è alla costante ricerca di un modo per integrare le 500 più grandi compagnie globali con i bisogni della struttura industriale di Shenzhen. Ad esempio" – dice Qiu Wen – "il Centro Innovazione di Intel o il quartier generale delle strutture ospedaliere del gruppo SK (terza più grande multinazionale della Corea del Sud)".
Il Centro Innovazione di Intel collabora con una moltitudine di piccole e medie imprese di Shenzhen. Inoltre, negli ultimi 19 anni Intel ha fatto i suoi investimenti più ingenti a Shenzhen.
Dopo che i dirigenti sono venuti in successione a visitare Shenzhen – cosa questa abbastanza atipica -, Intel ha cominciato a investire vigorosamente, sfruttando i bassi costi per rifornirsi da produttori senza marchio. E’ stata la prima volta che un’impresa straniera ha appositamente creato un team dentro al mercato domestico cinese. Dal back end ha continuamente ad ampliare la squadra di supporto, composta da diverse centinaia di persone, rendendola un piccolo team di ricerca e sviluppo. "La cosa più incredibile è che questi investimenti continuano", ha affermato il direttore operativo di Intel Mobile Communication (China). Tra le grandi multinazionali del settore IT, che negli ultimi anni sono state inclini ad investire a Shenzhen, figurano anche compagnie come Qualcomm e Cisco Systems.
Nel 2013, il valore dei prodotti elettronici creati a Shenzhen è arrivato a 1200 miliardi di yuan, con il valore delle tecnologie dell’informazione che si attesta al secondo posto a livello globale; i dispositivi mobile hanno una fetta pari al 40% del mercato mondiale; Shenzhen ha, inoltre, il primato quantitativo per quel che riguarda la produzione di dispositivi e chip 4G. Stando a quanto riferisce Chen Zhaozhao, fino a settembre di quest’anno Shenzhen possedeva metà di tutti i brevetti internazionali in mano alla Cina.
Da quanto ha appreso il giornalista del Times Weekly, attualmente Shenzhen Invest sta discutendo di una possibile cooperazione con Xiaomi: l’azienda "spera di aprire un centro di ricerca e sviluppo a Shenzhen", mentre la Shenzhen Invest spera di attirare Xiaomi nella città. Un addetto ai lavori afferma che Xiaomi si è chiaramente sviluppata ereditando i geni di Shenzhen; prima di Xiaomi, Lei Jun e la Kingsoft hanno sono cresciuti a Shenzhen. All’epoca, il più grande comparto della Kingsoft era a Shenzhen; in futuro, anche la produzione di hardware e di modelli della Xiaomi sarà a Shenzhen. Coltivare la prossima generazione di grandi aziende è già diventato un obiettivo condiviso a tutti i livelli nella città.
Per quel che concerne la sua mutata posizione all’interno della divisione del lavoro e della catena di produzione a livello globale, è la Shenzhen Invest – che è responsabile di attirare imprese e capitali e che ha maggiori contatti con le grandi imprese – ad esserne più direttamente coinvolta.
"Certamente tutte queste compagnie del settore IT, che sono all’avanguardia a livello mondiale, stanno iniziando a prestare attenzione a Shenzhen. La loro consapevolezza della crisi è molto forte, tutte hanno intuito molto acutamente la superiorità della città, sia nell’innovazione sia nel supporto industriale". Il lavoro di Qiu Wen, Chen Zhaozhao e dei loro colleghi ha subito un cambiamento radicale, " si è passati dal parlare di condizioni a parlare di servizi". La divisione del lavoro non è più a valle, ma sta salendo di livello, "la voce di Shenzhen si sta rafforzando, la sua forza creativa è sempre maggiore".
Continua…
[L’articolo, tradotto per Internazionale, è anche su Caratteri cinesi. Traduzione di Piero Cellarosi]*Shidai Zhoubao ("Epoca", o Time Weekly) è un settimanale fondato nel 2009. Si occupa prettamente di politica, economia e cultura, ed è di base a Guangzhou. Esce il lunedì.