In quattro puntate, pubblichiamo la storia di Huaqiangbei, il nuovo incubatore tecnologico di Shenzhen. La Silicon Valley sul delta del fiume delle Perle, sta prendendo rapidamente due strade diverse: il mercato di massa – costituito da imprese famose e di grandi dimensioni – e quello di nicchia, i cui prodotti, pressapoco sconosciuti, stanno divenendo il vero core business. Il 26 settembre scorso, l’amministratore delegato della Microsoft Satya Nadella, è arrivato a Pechino. Il giorno dopo era già a Shenzhen, per le strade di Huaqiangbei.
L’account ufficiale Weibo [il twitter cinese] di Microsoft China ha tuittato durante l’intero percorso della visita di Nadella a Huaqiangbei. Le fotografie scattate mostrano l’ad di Microsoft, un cittadino americano di origine indiana che indossa una camicia bianca, che passa davanti all’experience store della Huawei, agli exclusive shop della Lenovo e della Asus. Ma anche di fronte al centro assistenza non ufficiale della Samsung, dove troneggia una grande insegna: “sostituzioni di schermi a tempo zero”.
Satya Nadella ha camminato tra le pubblicità degli Iphone6 di contrabbando, che in Cina non erano ancora stati introdotti sul mercato. È passato davanti ai grandi cartelloni pubblicitari della X-Box della stessa Microsoft e ancora davanti alle lightbox che pubblicizzavano i centri commerciali per il digitale e “le città del gusto”. Sono questi gli elementi che spiegano le particolarità di Huaqiangbei, un punto di riferimento noto ai più come “la prima strada dell’elettronica cinese”.
Lungo questa via, in meno di un chilometro, c’è la zona commerciale tipica delle metropoli cinesi. Per strada ci sono signore di mezza età che offrono “ricevute, ricevute!” [vendono, sottobanco, ricevute fiscali generiche per evadere le tasse ndt]. Ci sono le fuoriuscite delle fabbriche di abbigliamento di Shekou, vestiti di “marca internazionale” che non si capisce se sono veri o falsi. Un intero mercato di dispositivi mobili destinati all’esportazione. Qui vengono definiti i prezzi standard del mercato grigio di prodotti digitali di tutta la Cina. [Ci sono] pile di cellulari tarocchi e prodotti digitali senza marca delle linee di produzione locali. La giovane commessa che grida: “Capo, ti serve qualcosa?”. I taoke [venditori su commissione che lavorano per Taobao ndt] indiani, mediorientali e sudamericani che contrattano sui prezzi con commesse dall’inglese stentato e poi tornano da dove sono venuti carichi [di qualsiasi cosa] dai sistemi di multi-conduzione HXTS alle torce con cui si possono fare telefonate.
Tutti i giorni, decine di migliaia di persone passano di qui, tutti immancabilmente pronti a lottare per il sogno della zona economica speciale. Questa è la Huaqiangbei di oggi, ma prima del mercato dell’elettronica, le persone trovano comunque qui tutto quello che desideravano.
Più di dieci anni fa era addirittura il simbolo dello shopping al femminile.
Huaqiangbei a tutt’oggi risulta essere ancora il mercato più completo per la vendita al dettaglio interamente dedicato alla componentistica, specie se paragonato ai simili mercati dell’elettronica e alla grande distribuzione organizzata delle altre metropoli cinesi. Huaqiangbei, oltretutto, ha attirato i maker di tutto il mondo, facendo leva sulla necessità delle catene di montaggio dell’intera industria. I maker dell’hardware, qui a Huaqiangbei, trovano ampie risorse per i loro prodotti innovativi e a Shenzhen le imprese ricercano differenti moduli aziendali necessari all’industria del manifatturiero. Questa realtà è divenuta il simbolo della ripresa dell’industria dell’hardware a Shenzhen.
Il mondo di Huaqiangbei si sta rapidamente dirigendo verso due diverse direzioni. La prima è per la massa, formata dalle imprese conosciute come la Samsung, Lenovo, Sony, Asus; l’altra direzione è data da un mercato di nicchia, formato da microcontrollori, resistenze, condensatori, dioidi, relè, software costruiti con le specifiche SMT, LED e tante altre parti di componentistica estremamente specializzata. Il sogno delle start up dell’hardware mette le sue basi su questo tipo di accessori per la componentistica. Questi prodotti di nicchia, sconosciuti a molti, stanno diventando il nuovo core business di Huaqiangbei.
Prima di lasciare Huaqiangbei, Nadella in una conferenza con i partner della Microsoft Mobile ha dichiarato alla presenza tanto dei produttori di componentistica originale (OEM) quanto delle aziende dedite alla sola progettazione (ODM), che la Microsoft rilancerà a marzo del 2015 il Windows Hardware Engineering Conference proprio a Shenzhen. Coincidenza ha voluto che anche Brian Krzanich, il nuovo AD di Intel, come prima fermata della sua visita in Cina abbia scelto Shenzhen, luogo preferito alla capitale anche per una conferenza sulla tecnologia che Intel terrà in primavera.
Il talento nascosto dei maker
La Huaqiangbei, visitata da Nadella, non era nel suo massimo splendore. Prima era il tratto di strada più trafficato di Shenzhen, mentre oggi è raro vederci passare qualche automobile. Quando hanno costruito la metropolitana, la strada principale è divenuta un immenso cantiere chiuso da pannelli pubblicitari. [Il rumore di] gru e betoniere rimbombava giorno e notte. Le componenti elettroniche, i rivenditori e l’intero mercato famoso per i prodotti di imitazione, fu impacchettato da ponteggi e impalcature.
Secondo la nuova pianificazione [cittadina], Huaqiangbei in futuro si sarebbe dovuta scrollare di dosso l’appellativo di “strada dell’elettronica” per trasformarsi in uno di quei nuovi ed enormi complessi metropolitani che racchiudono uffici, abitazioni, alberghi, negozi e grandi supermercati.
È dal 1997 che Huaqiangbei è il paradiso della stereofonia e dell’home video. Nei momenti di opulenza, i più piccoli rivenditori riuscivano a vendere quasi duemila pezzi al mese. La stagione peggiore l’ha passata nel 2001, quando è avvenuto il cambiamento generazionale dai feature phone agli smart phone. Allora anche il SEG Plaza, l’alto grattacielo di Shenzhen e sede della Shenzhen Electronics Group, era completamente in stallo. Poi quando gli smart phone si sono imposti sul mercato anche Huaqiangbei ha ripreso a essere come un tempo.
Jia Wenbiao, oggi ad della hMovie, è apparso a Huaqiangbei nel 1998 con il business negli impianti di videoproiezione. A settembre di quest’anno ha promosso il mini proiettore intelligente V5, collezionando più di un milione e seicentomila RMB [più di 200mila euro] di vendite online su jd.com.
Mentre la fabbrica di hMovie era già a Baoan, oggi, l’ufficio di Jia Wenbiao è a Nanshan, accanto alla Tencent. Alle spalle della frequentatissima strada dello shopping troviamo la più grande concentrazione di unità per ricerca e sviluppo di Nanshan, che prende il nome di Huaqiaocheng. Baoan, che un tempo non faceva neanche parte della Zona economica speciale, oggi ospita le folte linee di produzione delle fabbriche. È per questo motivo che Baoan e Nanshan sono considerati da tutti le due estensioni geografiche di Huaqiangbei.
Anche la sede centrale della DJI, azienda leader nel mondo dell’hardware intelligente e nel settore dei droni, si trova nel centro tecnologico di Nanshan. La DJI ha incrementato la sua quota di mercato a più del 70 per cento. In soli due anni, dal 2010 al 2012, il suo volume di vendite è cresciuto 79 volte, divenendo una delle aziende a più rapida crescita a livello mondiale.
Nel 2013 la SF-express comunicava di aver sperimentato, con test interni all’azienda, l’utilizzo dei droni per la spedizione dei pacchi. Anche Amazon e jd.com, e altre piattaforme per la vendita di apparecchiature elettroniche, tentarono esperimenti simili. In quell’anno, infatti, l’utilizzo dei droni per scopi commerciali, divenne cosa nota al pubblico. I droni vennero conosciuti anche grazie al loro utilizzo nei programmi di intrattenimento per la televisione, come ad esempio nel reality show dal titolo “Papà dove andiamo?” o durante i soccorsi nel dopo terremoto di Ludian nella regione dello Yunnan. In quell’occasione vennero utilizzati i droni per riprendere un lago di sbarramento formatosi, appunto, dopo il terremoto. Questo è stato il momento in cui di fatto la DJI è passata da tecnologia specialistica a tecnologia di consumo.
Probabilmente pochi conoscono la sua storia: nasce come start up nel 2006, gestita da alcuni studenti appena laureati, e in soli otto anni ha assunto più di 2500 dipendenti con un’età media di ventisei anni. Quest’anno, ad agosto, Forbes (in lingua cinese) ha pubblicato, per la prima volta, la lista di dieci innovatori cinesi e americani, tra questi troviamo Wang Tao, il fondatore della DJI, oltretutto il più giovane della lista, accanto a Lei Jun, Wang Chuanfu e Zhang Xiaolong.
Sulle pareti bianche della sede centrale della DJI sono appese delle fotografie aeree di paesaggi scattate dai droni, tra cui le Hawaii, il Golden gate, il Grand canyon e altre ancora. In uno dei laboratori troviamo qualsiasi tipo di modellino per aerei e vari oggetti per le riprese aeree. Tra questi c’è anche il Phantom Drone, uscito nel 2012.
Michael Moritz, noto investitore nel campo dell’IT e partner della Sequoia Capital, ha definito la versione aggiornata del Phantom 2 Vision “un Iphone con le ali di seconda generazione”. Curioso il paragone, in quanto proprio la seconda generazione degli Iphone è stata rivoluzionaria sia per gli smartphone che per il touchscreen, ed è tutt’oggi ancora considerata una pietra miliare, rimanendo comunque sul mercato.
Lo scorso anno il MIT Media Lab ha organizzato una scampagnata a Shenzhen, tra i partecipanti di questa gita c’erano il fondatore di Linkedin, Reid Hoffman, il vice-rettore del MIT, Martin Schmidt e il famoso hacker dell’hardware Andrew “bunnie” Huang e ancora altri. Joi Ito, direttore del MIT Media Lab, in un articolo ha descritto come emozionante il viaggio a Shenzhen. “Gli studenti hanno percepito cosa significa essere all’interno dell’ecosistema di creazione e sviluppo dell’hardware, qualcosa di cui beneficiamo tutti quanti. In realtà, molti non conoscono l’esistenza di questo ecosistema. Anche per noi è stato avvolto dal mistero fino a quando non siamo venuti a visitarlo.”
Feng Changhong, è la presidente dell’Associazione per il commercio e il design industriale di Shenzhen e lavora anche come consulente per l’Istituto di ricerca sul design creativo di Shenzhen. Recentemente ha condotto una ricerca assieme al professore Lu Yongxiang dell’Accademia cinese delle scienze e dell’Accademia cinese di ingegneria, proprio sulla DJI. “Incontrandoli, gli abbiamo proposto direttamente l’impiego dei loro prodotti all’interno del design industriale. A Shenzhen, ci sono molte altre aziende che lavorano nello stesso campo, ma a tutt’oggi rimangono ancora dei talenti sconosciuti” sostiene Feng Changhong.
Molti degli startupper e delle start up virtuose, ma sconosciute, che ha in mente Feng Changhong, sono sparse a Huaqiaocheng, nel centro tecnologico di Nanshan. Non sono diverse dalle start up che affollano Zhongguangcun a Pechino. Ma diversamente dalle minuscole ed estremamente diffuse realtà della capitale, a Shenzhen c’è un’enorme capacità ed esperienza pratica: molti sono effettivi maker di hardware.
Continua
[L’articolo, tradotto per Internazionale, è anche su Caratteri cinesi. Traduzione di Désirée Marianini]*Shidai Zhoubao ("Epoca", o Time Weekly) è un settimanale fondato nel 2009. Si occupa prettamente di politica, economia e cultura, ed è di base a Guangzhou. Esce il lunedì.