Scritta nel gennaio 1989, viene considerata una sorta di testamento poetico di Haizi. «Da domani sarò un uomo felice» è l’emblematico verso che dà inizio alla poesia. Quella che descrive il poeta è una felicità semplice: dar da mangiare ai cavalli, viaggiare, godersi la primavera in una casa di fronte al mare. Di fronte il mare, i fiori sbocciano al tepore primaverile
Da domani sarò un uomo felice
nutrirò i cavalli, andrò a far legna da ardere, viaggerò per il mondo.
Da domani avrò cura di cereali e vegetali.
Posseggo una casa, di fronte il mare, i fiori sbocciano al tepore primaverile.
Da domani scriverò a tutti i miei parenti,
dirò loro la mia felicità
quel lampo di felicità l’ha detta a me,
e io la dirò a tutti
Darò ad ogni ruscello e a ogni montagna, un tiepido nome.
Straniero, anche a te auguro ogni bene
che il tuo futuro sia brillante
che coloro che ami diventino infine la tua famiglia
che tu possa ottenere la felicità in questo mondo polveroso.
Io voglio solo avere di fronte il mare, i fiori sbocciano al tepore primaverile.
*Haizi, al secolo Zha Haisheng, nasce il 24 marzo 1964 nella provincia dell’ Anhui da famiglia contadina. Si suicida il 26 marzo 1989, poco prima degli eventi di piazza Tian’anmen, diventando così un simbolo, "martire dell’arte" per il movimento degli studenti. La sua produzione copre un periodo di soli 7 anni (1982-1989) ma è molto prolifica: più di 250 poesie, opere in versi e racconti. Haizi adotta per lo più il verso libero, in una poesia individualista, dove emerge l’ego del poeta. Spesso utilizza la tecnica del flusso di coscienza.