Caratteri cinesi – C’è una troupe di artisti

In by Simone

I modelli della compagnia d’artisti e del comitato olimpico come esempio di ciò che non funziona in Cina. Le risorse andrebbero utilizzate per allargare cultura e benessere fisico nel popolo, non a beneficio di alcune elite. L’ultima critica di Li Chengpeng C’è una troupe di artisti il cui lavoro, in tempi normali, non è visibile. Salgono sul palco una volta ogni X anni, e ogni volta, per lo spettacolo, prendono i soldi dalle tasche dei contribuenti, spendendo fino a qualche decina di miliardi di yuan. Ogni volta, a fine spettacolo, appaiono quegli ufficiali di alto grado, anche loro solitamente invisibili, a congratularsi per il successo ottenuto, a usare ancora i tuoi soldi per consegnare i premi a quegli artisti. Poi, se lo spettacolo ha un successo eccezionale, allora quegli stessi artisti diventano ufficiali governativi, che ripeteranno il teatrino appena descritto.

Se sei consapevole dell’esistenza di una troupe artistica tanto misteriosa, non ne sarai di certo lieto. Per essere chiari, la troupe in questione si chiama “Delegazione Olimpica”…… la delegazione olimpica non è altro che una troupe artistica. Non vediamo mai la sua forma, ogni spettacolo dura quattro anni, per una spesa che raggiunge le decine di miliardi di yuan. Sono responsabili solo della performance, solo di ottenere quelle decine di medaglie d’oro tanto costose. Non sono loro a trasmettere a tutti le loro competenze, né rispondono dell’allenamento fisico di un miliardo e trecento milioni di persone. Concentrano su se stessi le spese, gli allenamenti, le performance, la pubblicità: questa troupe elitaria non ha nulla a che vedere con la vita sportiva delle persone comuni.

In questo momento, molti amici che stimano con fervore il sistema Cina mi odieranno. Per questo motivo ci tengo a spiegare che a me piacciono le Olimpiadi, e non sono neanche contrario ad alcuni progetti che mirano a tenere alto il prestigio nazionale. Mi oppongo al fatto che per supportare questa troupe di artisti vengano usate davvero troppe risorse che spetterebbero ai cittadini. […]

Questo è uno strano Paese: se la bolletta dell’acqua aumenta di tre centesimi, si lamentano tutti, ma allo stesso tempo si vedono parecchie persone esclamare: “Mi piace guardare le Olimpiadi, perciò sono d’accordo al contributo [governativo] di cinquanta miliardi di yuan, perché sono figo!”. Ammetto che questo discorso è pieno di vigore ed è anche sensato, perché in fondo, spendere soldi per le Olimpiadi è sempre meglio che spenderli per comprare il Maotai per gli ufficiali corrotti….. […]

Se guardiamo alle strutture sportive, alle lezioni di ginnastica nelle scuole in Cina, ci accorgiamo che il governo fa molto meno che negli altri Paesi. […]

Sono stato spesso all’estero, […] e ho scoperto un fenomeno interessante: la cosa che salta agli occhi è la differenza tra i bambini cinesi e quelli degli altri paesi: i nostri bambini portano per la maggior parte gli zaini, quelli stranieri molto spesso hanno gli skateboard; i nostri portano gli occhiali, gli altri portano cappellini; i nostri stanno sempre seduti, gli altri corrono; i nostri, se vedono una palla, hanno un istinto incoscio che gli dice di evitarla, gli altri le corrono incontro per giocarci. Insomma, i nostri bambini portano occhiali, sono grassi e stanno sempre seduti, questo è quanto.

C’è chi dice che tutto ciò sia imputabile alle famiglie e alle scuole, ma io credo che invece sia un unico problema, che sta nel Paese a economia pianificata. Tenere alto il prestigio nazionale richiede troppi soldi, come se nel cinema di un villaggio si potesse solo proiettare The Founding of A Republic, pubblicizzare e studiare The Founding of A Republic, senza sapere che al mondo esiste anche il Titanic. Arte e sport sono uguali da questo punto di vista: […] i gruppi artistici governativi e il comitato olimpico governativo, in realtà sono una cosa sola, dalla struttura ai contenuti. Il campo di battaglia è lo spettacolo di Capodanno in TV come le Olimpiadi, in cui “siamo tutti persone comuni e oggi siamo davvero felici!” […] Poi quando rifletti sulla magnificenza dei due spettacoli, Capodanno e Olimpiadi, realizzi che la vita artistica popolare è sempre meno viva, e la qualità fisica del popolo è sempre più in calo. […]

Molte troupe di artisti cinesi vanno all’estero regolarmente, ma non [sono in grado] di esportare alcun valore artistico e culturale cinese. Gli stranieri ancora pensano che gli artisti cinesi sappiano solo far girare le giare, mentre neppure un film come “I Fiori di Guerra”, per il quale sono stati spesi centinaia di milioni di yuan, è stato migliore di “Una separazione”, che è costato solo centocinquantamila yuan. Il motivo è che noi abbiamo solo il concetto del prezzo, ci manca quello del valore.

La logica è questa: quando scegli il modello delle troupe artistiche, allora abbandoni l’universalità; quando non hai l’universalità non riesci a fare dei giochi letterari o artistici che siano veramente di alta qualità. […]

Per esprimere esattamente il significato di questo articolo lo riassumo: la strategia olimpica della Cina ha un’impatto storico enorme che accompagnerà la giovinezza di alcune generazioni di cinesi; il modello delle troupe artistiche non risolve nessun problema; lo sport è un diritto, i cittadini ne dovrebbero godere appieno.

Questo grande Paese ha ottenuto dei risultati straordinari, spero che riuscirà ad conseguire anche dei frutti straordinari.

[Il pezzo è anche su Caratteri Cinesi. Traduzione di Tania Di Muzio]
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Li Chengpeng, classe 1968, giornalista e opinionista di spicco. Inizia la sua carriera giornalistica documentando la corruzione all’interno di aziende calcistiche professioniste cinesi. Nel 2012 ha fatto scalpore la sua candidatura per l’Assemblea del popolo del distretto di Wuhou, Chengdu, carica a cui in teoria possono concorrere i maggiori di 18 anni, ma di fatto riservata a candidati nominati dal Pcc.