Candidati indipendenti: nuovi ostacoli e nuovi media

In by Simone

Nella giornata del 21 settembre, la polizia ha interrotto un meeting di tredici candidati indipendenti alle elezioni cinesi  arrestando uno dei candidati. 
In Cina elezioni democratiche per eleggere i rappresentanti popolari (la base della piramide politica) esistono fin dagli anni Ottanta. Ma quest’anno il Partito è preoccupato: molti i cinesi riescono a guadagnare un discreto seguito, soprattutto grazie a Internet.
Una nuova interruzione di un comizio di candidati indipendenti da parte della polizia cinese, con il conseguente arresto di uno dei partecipanti, ha sottolineato ancora una volta l’avversione del Partito Comunista per i candidati che si presentano alle elezioni locali, non caldeggiati dagli apparati della burocrazia comunista. In Cina esiste una forma di democrazia per eleggere i rappresentanti popolari fin dagli anni Ottanta. Fin dall’inizio sono stati sempre presenti candidati indipendenti, solitamente osteggiati dal Partito. Quest’anno il livello di guardia si è alzato: sono aumentati i cinesi che grazie alle proprie campagne su internet sono stati in grado di creare un seguito popolare, che ha finito per impensierire il partito, subito occorso a bloccare ogni possibile pericolo.

Il 22 settembre, però, una decina di poliziotti in divisa, insieme a venti agenti in borghese hanno fermato gli “indipendenti” mentre provavano a recarsi presso  l’abitazione di un altro candidato indipendente per svolgere un comizio. “E’ stato incredibile – ha detto uno di loro- hanno agito come canaglie pure e hanno cercato di distruggere la nostra campagna elettorale”.

I candidati hanno provato a resistere, ma sono stati allontanati: “abbiamo protestato, ha detto uno di loro, abbiamo specificato che si trattava di un atto illegale, ma la polizia ha ignorato le nostre ragioni, ordinandoci di disperderci”. Una di loro, Wang, 65 anni, che ha gravi problemi di vista, è stata rinchiusa in un centro di permanenza temporanea. “Poi è stata presa dalla polizia e portata in un luogo sconosciuto in periferia”, ha scritto il South China Morning Post.

Si è trattato del secondo episodio del genere nel giro di una settimana, a confermare le difficoltà da parte degli “indipendenti” a svolgere la propria campagna elettorale, fuori dall’abbraccio del Partito Comunista. Secondo il quotidiano di Hong Kong, “la spinta senza precedenti per la democrazia partecipativa che ha utilizzato Internet come principale veicolo di propaganda, ha colpito un nervo scoperto politica a Pechino, con gli analisti a sottolineare come il trattamento riservato ai candidati indipendenti evidenzi l’avversione di Pechino a quella che viene considerata come una sfida aperta alla propria autorità”.

Zheng Wei, 55 anni, un altro candidato del gruppo, ha raccontato al quotidiano di Hong Kong la sua percezione circa il comportamento della polizia nei loro confronti: “Le nostre prime due campagne elettorali sono andate lisce, ma all’improvviso tutto è cambiato: è diventato proibito fare campagna elettorale”. Zheng ha fatto le spese di questo giro di vite: venerdì 16 settembre insieme ad altre persone è stato arrestato e poi rilasciato. “Tutto questo è disgustoso – ha affermato- perché le nostre candidature sono semplicemente volte a promuovere la giustizia sociale e ad esprimere lamentele per il popolo”

Questo tipo di elezioni, sono consultazioni distrettuali, che avvengono ogni 5 anni, e che finiscono per eleggere la base dei rappresentanti politici locali. La legge cinese permette ai maggiorenni di potersi candidare purché abbiano l’appoggio di almeno dieci elettori. La loro candidatura deve essere però rigorosamente consentita dal Partito Comunista. Yao Bo, un indipendente che ha annunciato di candidarsi, ha affermato che “anche se è lecito candidarsi per le elezioni in modo indipendente, potremmo aver bisogno di elaborare alcune strategie per non incorrere in ostacoli governativi”.

Dal 1980 quando venne istituita la consultazione democratica popolare, in Cina si sono sempre presentati candidati indipendenti, più o meno osteggiati dalle autorità. Quest’anno il problema si è posto in numeri e modalità inaspettate perfino per il Partito comunista cinese: secondo il World and China Institute di Pechino, sarebbero almeno un centinaio i candidati indipendenti che hanno annunciato di presentarsi alle elezioni. Si tratta di scrittori e contadini, intellettuali e piccoli imprenditori, che hanno creato una propria base di consenso nel mondo del web cinese attraverso microblog, i twitter locali, o piattaforme di blog e che ora passano alla ricompensa. Partito permettendo.

[Scritto per Lettera 43]