Nella mattinata di martedì il sito del quotidiano cinese Global Times pubblica un video intitolato “Grande rassegna degli scandali dell’ex premier italiano: molestie a una poliziotta”. Il video però è falso. “Bye Bye Berlusconi”: non si tratta solo dei saluti rivolti dagli italiani al premier dimissionario, ma anche delle parole che segnano l’incidente diplomatico scoppiato martedì tra Pechino e Roma. Nella mattinata di martedì Huanqiu.com- il sito del quotidiano cinese Global Times– pubblica un video intitolato “Grande rassegna degli scandali dell’ex premier italiano: molestie a una poliziotta”. Il video dura poco più di un minuto: le immagini mostrano Silvio Berlusconi che scende da una scalinata e –prima di salire su un’auto blu, circondato da uomini della guardia del corpo- sorprende una vigilessa chinata su un cofano a compilare una multa.
L’ex premier tira una pacca sul sedere alla donna, le stringe i fianchi, simula un rapporto, e si allontana verso la berlina con un largo sorriso. Nei frame successivi, il Cavaliere è ritratto a tavola con le dita nel naso, e infine su un podio dal quale sta chiudendo un vertice internazionale in compagnia di George W. Bush. Ce ne sarebbe abbastanza per suscitare l’indignazione del pubblico cinese. Se non si trattasse di un falso clamoroso.
Già; perché il Global Times ha diffuso, spacciandolo come vero, un video che circolava già da tempo su YouTube [il video è in fondo…], con immagini tratte da un film satirico tedesco del 2005 dal titolo “Bye Bye Berlusconi!”, nel quale un sosia del Cavaliere di nome Maurizio Antonini interpreta l’ex premier italiano.
Il video diffuso dal Global Times è rimasto sul web dalle 7:52 di martedì fino alle 13:50 circa quando – dopo una lamentela formale dell’Ambasciata d’Italia, che denunciava il granchio colossale dei giornalisti cinesi- la redazione ha rimosso le immagini. In circa sei ore, tuttavia, era già stato visto da migliaia di internauti. “Difficilmente l’Italia potrà uscire dal pantano”, scriveva ieri un’internauta cinese. Ma anche controllare meglio le proprie fonti sulla situazione italiana, ogni tanto, non sarebbe male.