Il governo di Dhaka punta ad acquisire il 51 per cento della Grameen Bank, la banca dei poveri fondata dal Nobel per la Pace bangladeshi Muhammad Yunus. Una mossa considerata una vendetta del premier Sheikh Hasina Wajid, i cui rapporti con Yunus sono al calor bianco. La banca dei poveri di Muhammad Yunus rischia di deragliare dal suo progetto originario, per finire smembrata e – forse – depotenziata. All’origine di questo processo ci sarebbe una lotta politica all’interno del governo del Bangladesh, che finirebbe per coinvolgere anche il premio Nobel per la Pace Yunus.
La volontà del governo sarebbe infatti quella di acquisire il 51 per cento delle azioni dell’istituto o in alternativa scorporarlo in 19 organizzazioni separate, controllate da una sede centrale. Le raccomandazioni sono contenute in un documento presentato dalla commissione d’inchiesta sulla Grameen Bank, istituita un anno fa per scrutinare la gestione e le transazioni della cosiddetta banca dei poveri.
“Si tratta di una decisione politica”, ha detto al Daily Star l’ex segretario alle Finanze Akbar Ali Khan. Sarebbe “il culmine di una tentativo ben orchestrato per avere il controllo di un’organizzazione che negli ultimi tre decenni si è rivelata una storia di successo”, ha scritto il quotidiano di Dhaka in lingua inglese.
Alla radice di tutta l’operazione ci sarebbe la gelosia e l’ambizione politica del primo ministro Sheikh Hasina Wajid, ha spiegato Asia Sentinel. A farne le spese rischia ora di essere la banca fondata nel 1983, ma la cui idea risale almeno a sette anni prima. Un fenomeno di successo capace di garantire piccoli finanziamenti per un valore totale di 11 miliardi di dollari, il 95 per cento dei quali restituiti. A beneficiarne sono state soprattutto donne in condizioni di povertà, che senza l’intuizione dell’economista sarebbero state tagliate fuori dal credito e non avrebbero potuto mettere in piedi piccole attività economiche.
Un primo assaggio dello scontro politico si ebbe già nel 2011. Il governo riuscì ad ottenere le dimissioni di Yunus dal ruolo di amministratore delegato per sopraggiunti limiti d’età. Poco prima Yunus fu coinvolto in polemiche per un reportage di una televisione norvegese che sollevava dubbi su finanziamenti europei alla Grameen Bank e in un vecchio caso di diffamazione per alcune frasi sprezzanti verso i politici locali, “mossi dal denaro più che dall’ideologia”, rilasciate all’agenzia France Presse.
Con un intervento sul Dhaka Tribune ripreso dall‘Huffington Post è stato lo stesso Yunus ha spiegare le sue posizioni. “Non sono mai stati sollevati dubbi sulla qualità nella gestione della banca; tutti ne sono stati fieri. Non ci sono stati dubbi sulla stampa, né la Banca centrale ha sollevato negli anni perplessità sulla gestione. I contraenti si sono trovati bene con la gestione. Improvvisamente la commissione d’inchiesta ha fatto questa bizzarra proposta di revisione della struttura della banca. Perché?”. Il rischio, secondo l’economista, è che le mosse del governo si rivelino un disastro a livello nazionale.
D’altronde anche il governatore della Banca del Bangadesh, Atiur Rahman, ha espresso perplessità sulle raccomandazioni della commissione d’inchiesta governativa.
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