Baidu, alla ricerca persistente…di utili

In by Simone

Eric Schmidt, CEO di Google lo ha ribadito nel recente simposio svoltosi a Orlando: "nei prossimi cinque anni la Rete parlerà cinese". Nonostante le difficoltà che Google incontra nel mercato cinese, il trend appare evidente agli occhi del colosso Usa. Nel frattempo il motore di ricerca più importante in Cina, Baidu, favorito, si dice, dalle politiche ostruzionistiche del governo nei confronti di Google, aumenta i profitti, ma cala nelle entrate pubblicitarie.

Dal quartier generale del motori di ricerca cinese le parole sembrano di circostanza, a sottolineare un calo oggettivo, vista la transizione in atto verso una nuova piattaforma commerciale, il Phoenix Nest advertising system, non ancora completamente assorbito dall’assetto del motori di ricerca.

Robin Li, CEO di Baidu, si è detto fiducioso circa il Phoenix System, rassicurando che porterò risultati positivi sia per gli utenti, sia per le aziende (sia per Baidu, naturalmente): "in questo momento è già attivo sul 70% degli oltre 200 mila inserzionisti".

Trend confermato dalla JP Morgan: "si tratta di un calo endemico nel breve periodo, alla lunga il sistema porterà solo vantaggi".

Baidu, quotato al Nasdaq, detiene una quota di mercato dei motori di ricerca in Cina pari al 60%.

Nato nel 2000 indicizza circa 740 milioni di pagine, 80 milioni di immagini e circa 10 milioni di file multimediali. Il nome, come ammesso dal CEO Robin Li, deriva da un poema di epoca Song, in cui i caratteri che compongono la parola, 百度, esprimono “la ricerca persistente di un ideale”