Austerità con caratteristiche cinesi

In by Gabriele Battaglia

Tra pochi giorni inizierà il Lianghui, le "due sessioni". Si riuniranno, infatti, insieme i due massimi organi consultivi della Prc, a segnare il punto d’inizio del decennio di Xi. E anche in questo caso, niente banchetti, eventi di gala o scambio di regali. Per il nuovo governo, poi, è già pronto un piano di "razionalizzazione". Il Lianghui, le “due sessioni”, sta per cominciare. È l’annuale riunione congiunta dei due massimi organi consultivi cinesi, l’Assemblea nazionale del popolo e le Conferenza politica consultiva del popolo. Nonostante la stampa cinese li definisca rispettivamente “parlamento” e “massimo organo consultivo”, solo per comodità potremmo assimilarli alle due camere delle nostre democrazie. I loro lavori seguono infatti un’agenda dettata dal Comitato centrale del Partito comunista.

L’evento che tutti attendono è ovviamente l’”incoronazione” di Xi Jinping alla presidenza della repubblica, in successione a Hu Jintao. Parallelamente, Li Keqiang sostituirà Wen Jiabao come premier. Il Comitato centrale, che si è riunito in settimana, ha inoltre fornito una lista di candidati per le altre cariche dello Stato e delineato i temi che saranno discussi nella doppia assise (inizio lavori: il 3 marzo per la Conferenza e il 5 per l’Assemblea).

La proposta più importante sembra quella di trasformare composizione e funzioni del Consiglio di Stato, cioè di fatto il governo.
Un comunicato del Comitato centrale – ripreso dai media cinesi – spiega che la ristrutturazione “ha lo scopo di creare un governo orientato ai servizi […] pulito ed efficiente, e che soddisfi le persone”.

Anche se i dettagli dello sforzo di razionalizzazione devono ancora essere annunciati, una parola d’ordine sembra essere “decentralizzazione”. Il Comitato centrale ha infatti specificato che il governo deve essere separato dalle “imprese, dagli investimenti, dalle imprese sociali e dalla gestione comunale”.

Al contempo – osserva il South China Morning Post – l’obiettivo del consolidamento è quello di creare “super ministeri” che riescano ad accorpare l’attuale coacervo di enti centrali con funzioni sovrapposte in grandi settori quali i trasporti, i media, l’energia, la finanza e la sanità. Così, il ministero delle Ferrovie dovrebbe essere accorpato con altre agenzie che si occupano dei trasporti. Il ministero della Cultura dovrebbe inglobare tutti quegli organismi che regolano il mondo del cinema, della televisione, di internet. E la discussa agenzia per la Pianificazione Familiare – che tra le altre cose sovrintende l’applicazione delle politica del figlio unico – dovrebbe confluire nel ministero della Salute.

L’intento è quello di semplificare la struttura dello Stato e di rendere più efficiente il sistema economico. “Andate, camminate con le vostre gambe”, sembra dire il potere cinese. Allo stesso tempo, si promette maggiore efficienza da parte dello Stato, che si occuperà di offrire un ambiente più favorevole allo sviluppo delle imprese: meno burocrazia, più infrastrutture e Stato di diritto. Alla base, il principio della “gestione scientifica” della cosa pubblica, uno dei pilastri della Cina dei tecnocrati al potere.

Altra parola d’ordine è “qualità”: dovrà essere migliorata quella dei funzionari e dei dipendenti pubblici, così come il loro “stile di lavoro” e l’efficienza.
È evidentemente una sfida notevole e tra gli osservatori lo scetticismo abbonda: potrebbero essere le consuete belle parole che poi si scontrano contro la sorda resistenza dei potentati locali, non trovando di fatto applicazione.

Tuttavia rivela la consapevolezza della necessità di un salto di qualità, per fronteggiare “la difficile situazione internazionale”. Ampie raccomandazioni sono quindi dedicate sia al “miglioramento delle condizioni di vita del popolo” e, di conseguenza, all’ecologia. In parallelo, si esorta tutto il personale politico ad avere un comportamento irreprensibile e “alla mano”. Va infatti ricordato che il lianghui ha luogo nel bel mezzo della campagna “contro le stravaganze” lanciata dal nuovo leader Xi Jinping. Gli occhi della Cina e del mondo sono mono-indirizzati verso eventuali sfilate di sfavillanti automobili dai vetri oscurati, tappeti rossi, rolex sfoggiati al polso (o occultati, ma poi scoperti, fotografati e diffusi viralmente su Weibo) e banchetti.

Xinhua ricorda quindi che il presidium dell’Assemblea nazionale del popolo ha già adottato una normativa disciplinare secondo cui “durante le riunioni sono vietati banchetti ed eventi di gala, e anche piccoli regali e prelibatezze locali non possono essere scambiate”. Niente eccessi, siamo cinesi. 

[Scritto per Lettera43; foto credits: news.cn]