chip cina

In Cina e Asia – Chip war: Pechino risponde alle nuove restrizioni Usa

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • Chip war: la Cina risponde alle nuove restrizioni Usa
  • Xi sostiene la BRI: “Più opportunità che rischi”
  • Guerra in Siria: la Cina pronta a svolgere ruolo positivo
  • Taiwan: portaerei cinese attende ritorno di Lai 
  • Germania, la ministra degli Esteri Baerbock in visita in Cina
  • BBC: pomodori dello Xinjiang spacciati per “italiani” nel Regno Unito
  • Pronta agenzia di sicurezza congiunta tra Cina e Myanmar

Lunedì 2 dicembre gli Stati Uniti hanno introdotto nuovi controlli alle esportazioni verso la Cina di chip di memoria avanzati (HBM) e dei macchinari utilizzati per la loro produzione. Le restrizioni colpiscono 140 aziende cinesi, tra cui alcune società legate a big del settore come SMIC e Huawei. Come riportato dal Financial Times, in questo modo Washington proverà a limitare le capacità di Pechino di creare un’industria avanzata dei semiconduttori, cercando contestualmente di rallentare lo sviluppo da parte cinese di intelligenze artificiali con applicazioni militari. Le nuove norme impediscono inoltre alle aziende non statunitensi di esportare liberamente chip e macchinari in Cina se al loro interno sono presenti delle componenti prodotte da società americane, ma che sembrerebbero risparmiare paesi chiave come Giappone e Paesi Bassi.

Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, ha detto che la decisione “vìola le norme del libero mercato” e che Pechino adotterà le misure che ritiene necessarie per “salvaguardare i diritti e gli interessi delle aziende cinesi”. Di poco fa la decisione di controllare più strettamente l’export di prodotti dual use  legati al gallio, germanio e grafite, verso gli Stati Uniti.

Taiwan: portaerei cinese attende ritorno di Lai

Le autorità di Taipei stanno monitorando i movimenti della portaerei cinese Liaoning in previsione di possibili esercitazioni militari nello Stretto, dopo quelle condotte a ottobre in concomitanza con le celebrazioni per l’anniversario della Repubblica di Cina. Nuove manovre navali sono attese entro la fine della settimana, quando il presidente taiwanese Lai Ching-te tornerà a Taiwan dopo la sua visita nelle isole del Pacifico. In queste ore Lai si trova a Majuro, capitale delle isole Marshall.  “Taiwan e le Isole Marshall condividono una cultura tradizionale austronesiana, così come i valori di libertà e democrazia”, ​​ha affermato in un discorso trasmesso in live streaming durante l’incontro con il presidente Hilda Heine.

Xi sostiene la BRI: “Più opportunità che rischi”

Il presidente cinese Xi Jinping ha sottolineato l’importanza di proteggere gli interessi legati all’iniziativa Belt and Road, avvertendo che l’attuale ambiente internazionale è diventato “difficile e complicato”, a causa dell’aumento di unilateralismo e protezionismo. Intervenendo lunedì durante una conferenza dedicata al progetto, il leader ha affermato che è fondamentale rispondere adeguatamente ai rischi e alle sfide geopolitiche, sebbene le opportunità siano ancora maggiori rispetto agli ostacoli. Xi ha esortato ad alternare grandi opere infrastrutturali con progetti più piccoli che possano migliorare le condizioni di vita locali, esplorando nuovi ambiti per uno sviluppo sostenibile e vantaggioso per tutte le parti.

BBC: pomodori dello Xinjiang spacciati per “italiani” nel Regno Unito

Secondo un’inchiesta della BBC, diverse catene di supermercato britanniche stanno vendendo come “italiani” dei concentrati di pomodoro che in realtà contengono pomodori cinesi, raccolti nello Xinjiang (si parla di almeno 17 marchi diversi). Alla frode alimentare si aggiungerebbe dunque anche l’accusa di sfruttare il lavoro forzato a cui sarebbero sottoposti i membri della minoranza uigura. La BCC ha ricostruito le rotte che, passando per l’Asia centrale e la Turchia, starebbero portando regolarmente i pomodori dello Xinjiang fino a Salerno per essere venduti come “made in Italy” dalle aziende locali. In particolare sembra rilevante il ruolo dell’azienda Petti, che tra il 2020 e il 2023 avrebbe importato 36 milioni di chili di pomodori cinesi.

Intanto, secondo il New York Times, il recente scambio di prigionieri tra Cina e Stati Uniti ha interessato anche la liberazione di tre uiguri, di cui uno con passaporto americano.

Germania, la ministra degli Esteri Baerbock in visita in Cina

Lunedì 2 dicembre la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, si è recata in visita in Cina per incontrare l’omologo cinese Wang Yi. I due hanno parlato soprattutto di Ucraina. Prima del viaggio Baerbock aveva criticato il supporto di Pechino alla Russia, una posizione che ha ribadito anche durante i colloqui con Wang. “Mosca sta trascinando l’Asia nel conflitto attraverso la Corea del Nord”, ha detto al numero uno della diplomazia cinese, con cui ha poi discusso di stabilità nell’Indo-Pacifico e di commercio, criticando le posizioni protezionistiche di Trump e invitando la Cina a trovare una soluzione negoziale con l’Unione Europea per risolvere le recenti tensioni commerciali. Dal canto suo, Wang ha ribadito che la Cina resta aperta alla cooperazione con Berlino e Bruxelles.

Guerra in Siria: la Cina pronta a svolgere ruolo positivo

Mentre i ribelli avanzano in Siria, Pechino sta monitorando la situazione e ha chiesto ai cittadini cinesi nel territorio di “lasciare il paese o muoversi in regioni più sicure il prima possibile”. Lo ha dichiarato lunedì 2 dicembre il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lin Jian. In quanto “amica della Siria”, ha concluso Lin, “la Cina supporta gli sforzi per garantire la sicurezza nazionale siriana ed è disposta a impegnarsi attivamente per evitare un ulteriore deterioramento della situazione”.

Pronta agenzia di sicurezza congiunta tra Cina e Myanmar

Da qualche settimana la Cina e la giunta militare birmana stanno discutendo della creazione di un’agenzia di sicurezza congiunta volta a proteggere i progetti cinesi in Myanmar, dove Pechino ha interesse a salvaguardare vari siti minerari e infrastrutturali dagli attacchi dei ribelli. Le trattative sono in fase avanzata e si pensa che le operazioni della compagnia potrebbero iniziare già a dicembre. Negli ultimi mesi i ribelli hanno iniziato a minacciare i progetti della Belt and Road cinese in Myanmar (in particolare negli Stati Kachin e Rakhine), ma l’ostilità nei confronti della Cina è comune a larga parte dell’opinione pubblica birmana, critica nei confronti delle ingerenze cinesi nel paese.

[Dell’influenza cinese in Myanmar e delle sue possibili conseguenze sull’esito della guerra civile birmana abbiamo parlato in una recente puntata dell’Altra Asia, che si legge qui]