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In Cina e Asia – Meeting Brics: la Cina riafferma i rapporti con Russia e Iran

In Notizie Brevi by Redazione

  • Ministeriale dei Brics: la Cina riafferma i rapporti con Russia e Iran
  • Quattro docenti americani accoltellati a Jilin
  • Cina, la classe media sta scomparendo?
  • In Cina i giovani tornano a fare gli operai
  • Giappone, il sistema pensionistico ha bisogno di più stranieri 
  • Corea del Sud spara colpi d’avvertimento verso militari del Nord
  • Colloqui Usa-Corea del Sud per contenere la minacci nucleare di Pyongyang
Ministeriale dei Brics: la Cina riafferma i rapporti con Russia e Iran

Il 10 marzo il ministro degli Esteri cinese Wang Yi e l’omologo russo Sergej Lavrov  hanno discusso lo stato della sicurezza nella regione dell’Asia Pacifico e in Eurasia. L’incontro, che si è svolto a Nizhny Novgorod, a margine della riunione dei ministri degli Esteri dei Paesi Brics, ha riguardato la comune preoccupazione per la creazione da parte degli Stati Uniti di “strutture militari-politiche chiuse con orientamento anti-russo e anti-cinese”. Wang ha ribadito la disponibilità della Cina “a collaborare con la Russia per mantenere la determinazione strategica, esplorare il potenziale di cooperazione, superare gli ostacoli esterni e garantire lo sviluppo costante e a lungo termine delle relazioni bilaterali”. Lavrov ha, invece, ringraziato Pechino per aver deciso di non partecipare al summit per la pace in Ucraina, che si terrà in Svizzera il 15 e il 16 giugno.

Il meeting di Nizhny Novgorod, in vista del vertice di ottobre, ha inoltre fornito l’occasione per un confronto con il ministro degli Esteri ad interim iraniano Ali Bagheri Kani. “L’’Iran ha passato una prova importante dopo la scomparsa del presidente iraniano Ebrahim“, ha spiegato il capo della diplomazia cinese aggiungendo che Pechino “sostiene il governo e il popolo iraniano nell’aderire alle politiche interne ed estere stabilite, mantenendo la propria indipendenza, sovranità, stabilità, e sviluppo”. Secondo la Xinhua, l’interlocuzione con Bagheri ha interessato anche i conflitti in Ucraina e Gaza.

Quattro docenti americani accoltellati a Jilin

L’11 giugno il dipartimento di Stato americano ha fatto sapere che continuerà a monitorare il caso dei quattro docenti dell’Iowa aggrediti lunedì con armi da taglio in un parco, nella città di Jilin. Le vittime, nessuna in pericolo di vita, sono affiliate al Cornell College, che ha un rapporto di collaborazione con l’Università di Beihua. I video e le foto circolate (e poi parzialmente bloccate) sui social media mostrano i quattro stranieri feriti distesi a terra e cosparsi di sangue. Non è chiaro il motivo dell’accoltellamento, avvenuto in un parco a circa un chilometro dagli uffici governativi della città. “Indipendentemente dal motivo dell’aggressore, questo incidente è un caso isolato nel contesto più ampio della società cinese”, ha scritto su X Hu Xijin, l’ex caporedattore del Global Times, aggiungendo che “il sentimento generale del pubblico verso i turisti stranieri nei mercati e nelle località turistiche [in Cina] è amichevole”.

Cina, la classe media sta scomparendo?

Dov’è finita la classe media cinese? Secondo un rapporto del Ministero delle Finanze sulle entrate fiscali di Pechino, milioni di persone che un tempo sostenevano la crescita economica nazionale attraverso la spesa interna, stanno vedendo assottigliarsi il proprio patrimonio. Lo dimostrano le entrate dell’imposta sul reddito di gennaio e febbraio (i mesi più recenti coperti dai dati), che hanno registrato un calo del 16% rispetto al 2023. Si tratta del terzo trimestre consecutivo di declino. Poiché le persone che guadagnano meno di 100mila yuan all’anno non pagano di fatto alcuna imposta sul reddito personale, come spiega Forbes, il calo delle entrate dell’imposta sul reddito individuale riflette uno spostamento delle famiglie verso redditi più bassi di 100mila yuan. E siccome questa cifra segna il reddito minimo a partire dal quale si è considerati classe media, il calo del gettito fiscale parrebbe indicare di fatto una diminuzione del numero di persone appartenenti a questo segmento sociale. Si tratta di una sfida politica per il Partito comunista cinese, che basa buona parte della propria legittimità sulla capacità di assicurare alla popolazione benessere economico.

In Cina i giovani tornano a fare gli operai

I giovani cinesi optano sempre più spesso per il lavoro operaio. Grazie alla crescita della domanda e all’aumento dei salari rispetto ai livelli pre-pandemia, un rapporto della piattaforma di reclutamento Zhaopin riporta come le persone di età inferiore a 25 anni si candidino sempre più spesso per i lavori da “colletto blu”. Questa richiesta è aumentata del 165% nel primo trimestre del 2024, rispetto al 2019. Come sottolinea Caixin, tra le motivazioni principali la difficile ripresa economica e i tassi di occupazione urbana delle persone tra i 16 e il 24 anni, scesi ai minimi storici.

Giappone, il sistema pensionistico ha bisogno di più stranieri 

Il Giappone vuole aumentare la registrazione dei residenti stranieri nel programma pensionistico pubblico entro ottobre. L’obiettivo è quello di rafforzare il welfare sociale. Nel Paese vivono circa 3 milioni di cittadini di altre nazionalità, e si prevede che il numero continuerà ad aumentare. Attualmente, le persone di età compresa tra i 20 e i 59 anni che risiedono in Giappone sono tenute a iscriversi al sistema pensionistico nazionale, indipendentemente dalla loro provenienza, ma alcuni (soprattutto studenti internazionali e lavoratori autonomi) sono restii a farlo nonostante l’obbligo. Anche i lavoratori giapponesi che vivono all’estero sono tenuti a prendere parte al sistema pensionistico nazionale.   

Corea del Sud spara colpi d’avvertimento verso militari del Nord

L’esercito sudcoreano ha sparato colpi di avvertimento in risposta “al breve attraversamento” del confine da parte di soldati del Nord. L’episodio, ha riferito il Comando congiunto dei capi di stato maggiore di Seul, è avvenuto domenica intorno alle 12:30 ora locale quando una ventina di militari nordcoreani “ha superato la linea di demarcazione nella zona demilitarizzata che separa le due Coree”. L’esercito sudcoreano ha lanciato messaggi e poi sparato colpi di avvertimento, spingendo i soldati del Nord “a tornare dal loro lato del confine”. In seguito, ha riferito la Yonhap, non sono state rilevate attività insolite.

Colloqui Usa-Corea del Sud per contenere la minaccia nucleare di Pyongyang

Il 10 giugno la Corea del Sud e gli Stati Uniti hanno tenuto la terza riunione del Gruppo consultivo sul nucleare, per discutere una strategia comune di dissuasione con cui contenere la minaccia nucleare della Corea del Nord. I colloqui, diretti da Cho Chang-rae, vice ministro della Difesa sudcoreano, e Vipin Narang, vice segretario aggiunto alla Difesa degli Stati Uniti per le politiche spaziali, hanno riguardato gli sviluppi dell’ultimo anno in vari settori, tra cui la condivisione delle informazioni, le procedure di consultazione in caso di crisi nucleare e le capacità di integrazione convenzionale e nucleare. Sono inoltre state definite nuove linee guida e procedure per mantenere una politica di deterrenza nucleare “credibile ed efficace”. A Seul non tutti concordano sulla necessità di rafforzare la collaborazione con gli Stati Uniti: da tempo parte dell’establishment sudcoreano spinge per dotare il paese di proprie armi atomiche piuttosto che fare affidamento semplicemente sull’ombrello nucleare americano.

L’incontro, avvenuto nella capitale sudcoreana, segue di pochi giorni i commenti del direttore senior del Consiglio di sicurezza nazionale Usa, Pranay Vaddi, circa un possibile ampliamento dell’arsenale statunitense per far fronte alla minaccia di Russia e Cina.  Per ora, gli Stati Uniti stanno ammodernando – non espandendo – il proprio arsenale atomico,  ma se i due paesi avversari non cambieranno la propria strategia nucleare “sarà necessario un aumento rispetto all’attuale numero di unità schierate”,  ha sottolineato l’alto funzionario.