I titoli di oggi:
- Hong Kong, ottavo arresto in vista dell’anniversario di piazza Tian’anmen
- Terre rare, in Australia stop a investimenti cinesi
- Cina: necessario dialogo Iran-EAU sulle isole contese del Golfo Persico
- Filippine, armi puntate contro nave cinese nelle acque contese
- Brics, la Thailandia si prepara a fare domanda di adesione
Hong Kong, ottavo arresto in vista dell’anniversario di piazza Tian’anmen
Il 3 giugno la polizia di Hong Kong ha arrestato l’ottava persona nel giro di una settimana con l’accusa di aver pubblicato online post “sediziosi” in vista di una “data sensibile”, in riferimento all’anniversario della repressione delle manifestazioni di Piazza Tian’anmen del 4 giugno 1989. Si tratta dei primi arresti ai sensi della nuova versione della legge sulla sicurezza nazionale (il cosiddetto Articolo 23), entrata in vigore a marzo. Nella serata del 3 giugno decine di poliziotti sono stati visti pattugliare il quartiere dello shopping di Causeway Bay, vicino a Victoria Park, dove per decenni si è svolta la storica veglia commemorativa per il 4 giugno. Le foto e i video diffusi da Hong Kong Free Press mostrano l’artista Sanmu Chan circondato dalla polizia, per poi essere portato via mentre tenta di prendere parte ad alcune performance artistiche. È stato rilasciato nelle ore successive.
Intanto, secondo Human Right Watch, anche nella Cina continentale, dove i controlli intorno all’anniversario vengono sempre rafforzati, diversi attivisti (tra cui una delle Madri di Tian’anmen) sono stati sottoposti a stretta sorveglianza.
Terre rare, in Australia stop a investimenti cinesi
Il controllo delle terre rare sta diventando una questione politica anche in Australia. Jim Chalmers, tesoriere australiano, ha chiesto a Yuxiao Fund e ad altri soci di ridurre o cedere le loro partecipazioni in Northern Minerals, un produttore di terre rare. L’idea è che i fondi legati alla Cina debbano disinvestire nelle partecipazioni del settore per tutelare gli “interessi nazionali” di Canberra, che sta tentando di rendersi autonoma per utilizzare i minerali nella sua industria di turbine eoliche, di veicoli elettrici e della difesa. Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, la Cina controlla il 70% dell’estrazione di terre rare e il 90% della capacità di lavorazione.
Cina: necessario dialogo Iran-EAU sulle isole contese del Golfo Persico
Il 3 giugno la Cina ha ribadito la propria posizione sulla questione di Grande Tunb, Piccola Tunb e Abu Musa, le isole del Golfo Persico sotto il controllo dell’Iran ma rivendicate dagli Emirati Arabi Uniti. Le dichiarazioni sono giunte in risposta alle azioni di Teheran, che il giorno precedente ha convocato l’ambasciata cinese per protestare contro quello che ha definito un sostegno “ripetuto” di Pechino alle “rivendicazioni infondate” di Abu Dhabi. In occasione della visita ufficiale compiuta a fine maggio in Cina dallo sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, presidente degli EAU, il ministero degli Esteri cinese ha evidenziato la necessità del dialogo tra i due paesi per il raggiungimento di una “soluzione pacifica”.
L’incontro ha visto lo sceicco e Xi Jinping promuovere gli scambi commerciali bilaterali (che hanno raggiunto il massimo storico, con un raddoppio dei volumi rispetto al 2018) e il perseguimento di una più stretta cooperazione su intelligenza artificiale, economia digitale e nuove energie. Secondo analisti consultati dal South China Morning Post, Abu Dhabi intende rafforzare le relazioni con Pechino spinta dalle ambizioni di potenziare le proprie industrie hi-tech, ma il potenziamento dei legami tra i due paesi potrebbe attirare un maggior controllo da parte degli Stati Uniti.
Filippine, armi puntate contro nave cinese nelle acque contese
La guardia costiera cinese è stata accusata di aver sequestrato e gettato via cibo e rifornimenti che le Filippine avevano destinato alle sue truppe di stanza nell’avamposto conteso di Ayungin (o Second Thomas Shoal), nel Mar cinese meridionale. Le Filippine hanno anche accusato la Cina di aver ostacolato l’evacuazione di soldati per motivi medici. Le tensioni si sono nuovamente alzate a partire dal 19 maggio, quando Manila aveva effettuato un lancio aereo di rifornimenti alla Sierra Madre, il relitto di una nave statunitense della Seconda Guerra Mondiale arenata da diverso tempo (illegalmente secondo Pechino) nei pressi dell’atollo conteso. Il 24 maggio la guardia costiera cinese avrebbe usato cannoni ad acqua per allontanare un’imbarcazione filippina nei pressi dell’atollo. Al culmine del confronto, secondo il South China Morning Post, le truppe filippine avrebbero puntato i fucili contro il personale cinese. Un filmato diffuso dalla CCTV sembra mostrare due soldati che imbracciano le armi in direzione della nave cinese.
Brics, la Thailandia si prepara a fare domanda di adesione
La Thailandia si prepara a entrare nei Brics. Il Consiglio dei ministri ha approvato la partecipazione al gruppo delle economie emergenti composto da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica e di recente allargato a cinque nuovi membri (Emirati Arabi Uniti, Egitto, Etiopia, Iran e Arabia Saudita). L’obiettivo è quello di aumentare il suo coinvolgimento nella politica economica internazionale, secondo il quotidiano thailandese in lingua inglese The Nation. Bangkok preparerà la sua lettera di intenti per l’ingresso nei Brics entro il 2024. “Otterremo maggiori benefici commerciali dal gruppo”, ha detto Chaichan Charoensuk, presidente del Consiglio nazionale degli spedizionieri thailandesi (TNSC). L’adesione è mirata a obiettivi meramente economici: la Thailandia ha infatti sottolineato che intende mantenere una linea neutrale in politica estera.