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In Cina e Asia – Cina, Xiaomi entra nel mercato di veicoli elettrici

In Notizie Brevi by Vittoria Mazzieri

  • Cina, Xiaomi entra nel mercato di veicoli elettrici
  • Pensiero cinese: secondo un accademico troppa enfasi sulle differenze culturali con l’Occidente
  • Cina, le esenzioni dal visto registrano circa 2,95 milioni di viaggiatori in entrata
  • I giovani cinesi cercano le attenzioni dei loro “genitori digitali”
  • Indonesia, Prabowo in Cina e in Giappone per incontri diplomatici
  • India, deroga al principale partito di opposizione per il pagamento di arretrati di tasse
Cina, Xiaomi entra nel mercato di veicoli elettrici

Nell’agguerrito mercato cinese dei veicoli elettrici, Xiaomi resiste grazie alla sua capacità di gestione della catena di approvvigionamento e alla disponibilità di liquidità. Lo ha detto lo scorso 28 aprile Lei Jun, fondatore e amministratore delegato del colosso cinese dell’elettronica di consumo, in occasione dell’evento del lancio sul mercato cinese della prima vettura elettrica della società, la Su7. Secondo il tycoon, la società ha a disposizione “una riserva di liquidità di oltre 130 miliardi di yuan (18 miliardi di dollari)” che nei prossimi cinque anni gli consentirebbe di rispondere in maniera adeguata alla brutale guerra dei prezzi e alla concorrenza del settore (che deve anche tener conto delle indagini dell’Ue sulle presunte sovvenzioni statali cinesi). Il modello, il cui prezzo base supera di poco i 215 mila yuan (quasi 30 mila dollari), risponde alle ambizioni della società, che nel 2021 aveva annunciato il suo ingresso nel settore dei veicoli elettrici impegnandosi a investire 10 miliardi di dollari nel campo automobilistico come “ultimo grande progetto imprenditoriale” del suo fondatore. Durante la presentazione di Su7, Lei ne ha elogiato l’autonomia minima di 700 km, che permetterebbe al veicolo di superare le prestazioni del Model 3 di Tesla.

Pensiero cinese: accademico critica troppa enfasi sulle differenze culturali con l’Occidente

Wang Jisi, importante studioso cinese affiliato all’Università di Pechino, sostiene che la postura ideologica del Partito nelle relazioni con gli Stati Uniti pone troppa enfasi sulle differenze culturali tra i due paesi, più che sulle tradizionali linee ideologiche marxiste. Nel suo saggio incluso nel rapportoU.S.-China Scholarly Recoupling”, a opera del think tank statunitense Center for Strategic and International Studies (CSIS), lo studioso asserisce che funzionari e analisti statunitensi non hanno prestato sufficiente attenzione ai cambiamenti nella propaganda e nel pensiero di Pechino “e alle implicazioni per la sua politica estera e gli studi internazionali”. Invece che evidenziare la distinzione tra socialismo e capitalismo, e tra rivoluzione proletaria e imperialismo, gli attuali dibattiti politici in Cina si definiscono lungo le linee nazionaliste di “Oriente contro Occidente”, aggiunge Wang, rendendo più difficile la collaborazione accademica tra Pechino e Washington. Il cambiamento più significativo secondo lo studioso riguarda il riconoscimento del pensiero di Xi Jinping come ideologia principale al posto del marxismo, a cui fa seguito una crescente enfasi sull'”eredità culturale e il patrimonio di civiltà della Cina”. Da qui il crescente interesse di Xi per gli studi archeologici su scala nazionale.

Cina, le esenzioni dal visto registrano circa 2,95 milioni di viaggiatori in entrata

La nuova politica sui visti in Cina ha permesso di registrare circa 2,95 milioni di spostamenti da e verso il Paese dall’inizio del 2024. Secondo Shi Zeyi, vicedirettore dell’ufficio del ministero per gli scambi e la cooperazione internazionale, la cifra è stata 2,3 volte superiore a quella dei mesi di novembre e dicembre e il 41,5% rispetto ai livelli pre-pandemia. Soprattutto durante il periodo di festa del Capodanno lunare, si è registrato un aumento dei turisti provenienti da Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Malesia e Singapore, secondo il funzionario. Il risultato sembra sia collegato alla politica sui viaggi promossa da Pechino negli ultimi mesi, che ha incoraggiato soprattutto i viaggi in entrata, grazie a una serie di esenzioni dal visto concesse ai viaggiatori stranieri.

I giovani cinesi cercano le attenzioni dei loro “genitori digitali”

Incapaci di “connettersi emotivamente” con i loro veri genitori, alcuni giovani cinesi si rivolgono agli influencer come “fonte alternativa di affetto famigliare”, secondo Sixth Tone. In Cina, infatti, sta aumentando il numero di creator digitali che si occupano di genitorialità. I loro follower, spesso, non sono neogenitori, ma bambini e adolescenti che interagiscono con loro in ricerca di attenzioni premurose. Alcuni di loro arrivano addirittura a identificarli come i loro “genitori digitali”, come nel caso di Fan Xiaotong (nome di fantasia), che ama condividere con alcuni papà e mamma influencer, che segue su Douyin, i suoi successi e le sue preoccupazioni di studentessa delle scuole medie. Si tratterebbe, secondo Sixth Tone, di un fenomeno sempre più diffuso.

Indonesia, Prabowo in Cina e in Giappone per incontri diplomatici

Pechino punta sulla “cooperazione strategica” con l’Indonesia. Il presidente cinese Xi Jinping lo ha detto al neoeletto omologo indonesiano Prabowo Subianto durante l’incontro di alto livello tenutosi lunedì. Oltre a portare avanti il progetto di un corridoio economico regionale, i due leader – secondo i media cinesi – intendono continuare ad approfondire la cooperazione marittima. La Cina è la prima nazione straniera visitata da Prabowo in qualità di presidente eletto. Al contrario del suo predecessore, Joko Widodo, l’ex generale ha compiuto il suo primo viaggio diplomatico prima di prestare giuramento (la cerimonia è prevista a ottobre 2024). 

Il 2 e il 3 aprile Prabowo proseguirà la sua trasferta in Giappone, dove sono previsti incontri con il primo ministro Fumio Kishida e altri rappresentanti del governo.

India, deroga al principale partito di opposizione per il pagamento di arretrati di tasse

Il primo aprile il vice procuratore generale Tushar Mehta ha dichiarato alla Corte suprema dell’India che il Congresso nazionale indiano (Inc), principale partito di opposizione del paese, ha ottenuto una deroga sul pagamento degli arretrati fiscali. Secondo quanto deciso dal Dipartimento delle Imposte sul Reddito, il partito potrà versare i 35 miliardi di rupie (pari a circa 420 milioni di dollari) al termine delle elezioni, a giugno. L’ingiunzione del Dipartimento, che nelle scorse settimane ha predisposto il prelievo di un miliardo di rupie di more dai conti bancari del Congresso, è stata criticata dal partito come una mossa politica allo scopo di danneggiarlo, impedendogli di portare avanti la campagna elettorale. Le accuse sono state negate dal Bharatiya Janata Party (Bjp) del primo ministro Narendra Modi, secondo cui il Dipartimento starebbe agendo solo in conformità alla legge. Le elezioni, tra le più lunghe nella storia post-indipendenza di Nuova Delhi, avranno inizio il 19 aprile e si protrarranno per sei settimane chiamando alle urne quasi 970 milioni di elettori.

A cura di Agnese Ranaldi e Vittoria Mazzieri