lao xiexie

Chinoiserie – Lao Xie Xie, a Milano nella mostra fotografica “Uncensored” la trasgressione della Gen Z di Shanghai

In Chinoiserie, Rubriche by Camilla Fatticcioni

Il volto trasgressivo di una Gen Z cinese senza filtri viene catturato attraverso gli scatti di un milanese dall’identità virtuale misteriosa. China Files ha incontrato l’artista che si cela dietro il nome di Lao XieXie in occasione di UNCENSORED,  la sua prima personale a Milano presso la galleria Lungolinea. Chinoiserie, la rubrica sull’arte cinese a cura di Camilla Fatticcioni

In una nuova galleria a pochi passi dalla Stazione centrale di Milano, gli scatti senza filtri di Lao XieXie mostrano un volto poco noto di una generazione di giovani cinesi lontana dai conformismi, trasgressiva e soprattutto fluida, affrontando con coraggio i tabù, tra corpi nudi e grattacieli, monili raffiguranti Mao Zedong e pupazzi di Pikachu che nascondono forme proibite.

Courtesy of the artist Lao XieXie

Dietro la macchina fotografica c’è Lao XieXie, nome d’arte di un writer milanese che ha vissuto in Asia per un decennio, con uno spiccato interesse per l’Asia e la fotografia snapshot come medium favorito. La passione per la fotografia, consolidata durante gli anni in Cina, lo ha portato a creare un alter-ego per diffondere i suoi scatti, portandolo a vedere riconosciuti i suoi lavori negli spazi artistici di Shanghai, ma anche a ricevere pesanti critiche per essersi finto come un cittadino cinese originario delle zone rurali del Sichuan nelle fasi iniziali della sua carriera nella Repubblica popolare cinese.  “Per me è importante continuare a mantenere la mia privacy online in un mondo in cui tutto è facilmente accessibile”, racconta Lao XieXie a China Files. “Inizialmente creare Lao XieXie mi è servito per proteggermi in Cina: il tipo di foto che faccio è considerata pornografica e per me sarebbe stato difficile portare avanti il mio lavoro senza incorrere in problemi. Poi, si è creato un certo hype dietro questa identità misteriosa e ho deciso di mantenerla” continua.

Lao XieXie è arrivato in Cina casualmente, un po’ per interesse nei confronti dell’Asia, un po’ per varie vicissitudini che lo hanno portato a trovare lavoro a Shanghai, restandoci poi per 8 anni.  “Il mio progetto si chiama “Shanghai No Why” perché quando chiedi il perché di qualcosa ad un cinese ti risponde quasi sempre “no why”. Un concetto a noi distante che però racchiude tante cose, la prima di non pensare troppo e fare.”  Lao Xie Xie ha iniziato “Shanghai No Why” per raccontare la Shanghai senza filtri dei giovani cinesi residenti, ispirandosi agli scatti di Terry Richardson, ma anche ai lavori del fotografo giapponese Nobuyoshi Araki, celebre per le sue fotografie erotiche. I soggetti catturati dall’artista ricordano anche le fotografie di Ren Hang: stessa macchina fotografica

lao xiexie

Courtesy of the artist Lao XieXie

da istantanea familiare, oggetti di scena e corpi nudi. Dove gli scatti del celebre fotografo cinese risultano poetici, Lao XieXie gioca invece sulla trasgressione, con una forte connotazione erotica e pornografica nei propri lavori. “Non è stato facile all’inizio”, ricorda l’artista. “Ma è stato comunque più semplice lavorare a questo tipo di fotografia in Cina da straniero che in Italia da italiano. Alla fine mi sono creato la mia nicchia, e il mio nome ha iniziato a circolare tra le modelle instaurando una sorta di fiducia reciproca.”

I soggetti degli scatti di Lao Xie Xie sono infatti per lo più modelle professioniste. “In Italia c’è un’intrinseca sfiducia nei confronti degli estranei e ne comprendo anche il perchè, mentre in Cina i rischi di violenza derivanti da questo tipo di fotografie sono minimi”, chiarisce l’artista. “Le giovani che ho fotografato si sono avvicinate a me per curiosità e interesse verso il progetto, lasciandosi ritrarre anche in contesti intimi”. È grazie a questa intimità che lo stile di Lao XieXie riesce a incarnare l’estetica underground della generazione Z cinese, lontana dai conformismi, trasgressiva e volutamente ignorata da un pubblico mainstream. “Ho sempre tenuto tutto nel privato per non avere problemi con le autorità. Alla fine mi sono limitato a fotografare attraverso la mia lente una libertà sessuale che delinea un aspetto della società odierna cinese. Nei miei lavori non vedo alcun tipo di denuncia sociale.”

Courtesy of the artist Lao XieXie

Lanterne rosse, bacchette cinesi che pizzicano capezzoli, zampe di gallina e copricapi tipici dell’opera di Pechino: attraverso la sua fotografia, Lao XieXie si appropria di oggetti di uso comune e appartenenti alla cultura cinese per enfatizzare la loro carica estetica in contesti totalmente inusuali. “Non ho problemi ad affrontare il tema dell’appropriazione culturale. Molti degli oggetti cinesi che ho fotografato sono generalmente associati a situazioni culturali particolari. Io li ho associati a contesti  diversi per sottolineare la loro carica estetica.”

“Niente di più di ciò che si vede”, ricorda l’artista sul suo sito web, che per esprimere al meglio la natura delle sue foto  utilizza le parole di Andrea Baldini, professore di estetica e teoria dell’arte presso la Scuola delle Arti dell’Università di Nanchino:  “Non c’è nulla al di là di queste apparenze. Non ci sono significati pretenziosi da rivelare o svelare, nessuna profezia finale da decodificare e nessuna lezione di vita finale da imparare: Nessun messaggio di libertà o liberazione definitiva, né pretese di autenticità assoluta.”

Lao XieXie, in fondo è quel che è: un’artista al di là del nome e dell’identità con cui presentarsi.

Di Camilla Fatticcioni

(ha collaborato Lucrezia Goldin)

 

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Courtesy of the artist Lao XieXie

 

Courtesy of the artist Lao XieXie

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Courtesy of the artist Lao XieXie