I titoli di oggi:
- Cina, inizia la visita del presidente siriano Assad
- Corea del Sud, approvato mandato d’arresto contro il leader dell’opposizione
- Stretta sulla corruzione: calano le fortune dei magnati della sanità
- Cina: botta e risposta tra funzionari cinesi, europei e americani su de-risking e decarbonizzazione
- L’Università di Xi’an rimuove l’inglese come requisito per la laurea
- Thailandia, il nuovo premier promette crescita economica e una riforma della legge sulla cannabis
- L’India sospende i servizi di visto per i cittadini canadesi
Cina, inizia la visita del presidente siriano Assad
Giovedì il presidente siriano Bashar al-Assad è atterrato ad Hangzhou dando così il via alla sua seconda visita ufficiale in Cina, arrivata a quasi vent’anni di distanza dalla prima, datata 2004. Venerdì Assad ha incontrato il presidente Xi Jinping, che ha annunciato l’istituzione di un partenariato strategico tra Cina e Siria. Sabato il leader siriano assisterà alla cerimonia di apertura dei XIX Asian Games, mentre nei prossimi giorni dovrebbe recarsi a Pechino alla ricerca di investimenti cinesi per la ricostruzione della Siria, devastata per anni dal conflitto civile scoppiato nel 2011, durante il quale si ritiene che il regime di Assad abbia commesso crimini di guerra. Nonostante la Cina (insieme alla Russia) abbia sostenuto più volte Damasco al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, impedendo l’imposizione di sanzioni multilaterali, la Siria è soggetta alle sanzioni di diversi paesi, tra cui gli Stati Uniti. La visita servirà quindi anche a far uscire Damasco dall’isolamento internazionale da un lato, e a consolidare la presenza diplomatica della Cina in Medio Oriente dall’altro (dopo la mediazione dell’accordo tra Iran e Arabia Saudita di marzo). Come riportato da Reuters, diversi analisti però dubitano che, finché resteranno le sanzioni, le aziende cinesi torneranno a investire in Siria.
Corea del Sud, approvato mandato d’arresto contro il leader dell’opposizione
L’Assemblea nazionale della Corea del Sud ha approvato a sorpresa una mozione che autorizza l’arresto di Lee Jae-myung, leader dell’opposizione sudcoreana e sconfitto alle presidenziali del 2022. Già nei giorni scorsi i procuratori di Seul avevano avanzato al tribunale la richiesta di un mandato di arresto per l’uomo, su cui pesano tre diversi capi d’imputazione (legati a presunti casi di corruzione, falsa testimonianza e pagamenti illeciti). La comunicazione era giunta a poche ore dal ricovero in ospedale di Lee, impegnato in 20 giorni di sciopero della fame contro quella che ritiene essere una persecuzione giudiziaria da parte del presidente Yook Sul-yeol. Malgrado il Partito Democratico di Corea detenga la maggioranza in parlamento, seppur risicata, i voti a favore della mozione sono stati 149. 136 invece i contrari. Messa al voto anche una mozione per la destituzione del primo ministro Han Duk-soo, ritenuto dall’opposizione responsabile di fallimenti politici e amministrativi, come la strage di Halloween di Itaewon dello scorso anno.
Stretta sulla corruzione: calano le fortune dei magnati della sanità
In Cina la campagna di anticorruzione nel settore sanitario sta mietendo vittime. Da circa due mesi le autorità di regolamentazione stanno portando avanti una lunga serie di indagini contro i direttori di ospedali e dirigenti farmaceutici. Secondo l’indice Bloomberg Billionaires, dalla fine dello scorso anno il patrimonio complessivo dei primi 15 miliardari cinesi del settore è sceso del 17%, da oltre 101 miliardi di dollari a poco più di 82 miliardi. La stretta delle autorità rientra in un piano quinquennale 2023-2027 lanciato di recente dal Gruppo centrale di coordinamento anticorruzione, che punta a “correggere” i settori della finanza, dello sport e dell’istruzione superiore.
Il settore sanitario è cresciuto negli ultimi anni come conseguenza del rapido invecchiamento della popolazione e dell’espansione della classe media del paese. Dell’aumento dei profitti non hanno però beneficiato medici e infermieri (la Repubblica popolare conta 4,4 milioni dei primi e circa 5,2 dei secondi), tra le categorie più colpite durante la crisi pandemica. Ciò ha generato un aumento esponenziale di pratiche illegali come le tangenti al personale medico per la prescrizione di certi farmaci o per favoritisimi.
Cina: botta e risposta tra funzionari cinesi, europei e americani su de-risking e decarbonizzazione
Durante l’evento annuale organizzato a Pechino dal think tank Center for China and Globalization (CCG), i rappresentanti diplomatici di Cina (da una parte), Unione Europea e Stati Uniti (dall’altra) si sono lanciati una serie di accuse reciproche. Come riportato dal South China Morning Post, Wu Hongbo, rappresentante speciale cinese per l’Europa, ha invitato i paesi dell’Unione a non trattare la Repubblica popolare come una minaccia alla propria sicurezza nazionale. Un concetto che ha definito essere stato “esagerato” dalla dottrina del de-risking. Dal canto loro, i diplomatici europei hanno giustificato il nuovo approccio sulla sicurezza della catena di approvvigionamento, sostenendo sia “qualcosa che Pechino ha fatto per decenni”. L’inviato cinese per il clima, Xie Zhenhua, ha invece criticato il protezionismo europeo e statunitense sui materiali necessari alla decarbonizzazione, alludendo – tra le altre cose – al divieto imposto dall’amministrazione americana alle importazioni di pannelli solari dalla Cina che si ritiene siano prodotti tramite lavoro forzato. Secondo Xie, le restrizioni starebbero mettendo a repentaglio il raggiungimento della neutralità carbonica in Cina a causa dell’aumento dei prezzi. Nonostante le accuse, i funzionari hanno comunque sottolineato i progressi degli ultimi mesi nelle relazioni tra Washington e Pechino.
L’Università di Xi’an rimuove l’inglese come requisito per la laurea
La Jiaotong University di Xi’an, una tra le più prestigiose università della Cina, ha annunciato d’aver rimosso gli esami di lingua inglese dalla lista dei requisiti per la laurea. L’annuncio dell’ateneo, il primo ad adottare una misura simile in Cina, ha suscitato un acceso dibattito sui social media: molti internauti cinesi hanno espresso apprezzamento per la decisione, sollecitando altre università del Paese ad assumere iniziative analoghe. Come ricorda Agenzia Nova, Il superamento del College English Test, un esame nazionale standardizzato di lingua inglese tenuto per la prima volta nel 1987, costituisce da decenni un requisito di laurea nella maggior parte delle università cinesi, pur non essendo una politica ufficiale del governo. Da anni, in Cina, si discute la necessità di ridimensionare l’importanza delle lingue straniere per dare maggiore rilevanza all’apprendimento del mandarino. Necessità diventata anche più impellente in chiave nazionalista da quando negli ultimi tempi i rapporti con gli Stati Uniti e i Paesi occidentali hanno registrato un netto peggioramento.
Thailandia, il nuovo premier promette crescita economica e una riforma della legge sulla cannabis
In un’intervista a Bloomberg, il nuovo primo ministro thailandese, Srettha Thavisin, ha annunciato una serie di obiettivi del suo governo. Il premier si è impegnato soprattutto a rilanciare l’economia della Thailandia, puntando a una crescita media annua del Pil pari al 5% durante il suo mandato, da raggiungere grazie agli investimenti esteri e a una maggiore spinta governativa verso il settore manifatturiero. Srettha, che si è recato a New York per il suo primo viaggio all’estero in occasione dell’Assemblea generale dell’Onu, ha anche detto di aver incontrato Elon Musk per discutere di potenziali investimenti di Tesla, Space X e Starlink nel paese. Il primo ministro ha poi dichiarato di voler emendare la legge sulla depenalizzazione della cannabis, restringendo la liberalizzazione ai soli scopi medici. E infine ha detto che l’ex premier Thakis Shinawatra, tornato in Thailandia il mese scorso dopo 15 anni di auto-esilio, sarà un “valore aggiunto” per il nuovo governo. Thaksin era stato condannato a 8 anni per corruzione e abuso di potere, ma dopo il suo rientro la sua pena è stata commutata a un anno e, a causa di alcune condizioni mediche, è stato subito portato in ospedale. Si ritiene che il suo ritorno sia legato a un accordo tra militari e Pheu Thai, il partito che ha fondato e a cui appartiene Srettha, per la formazione del nuovo esecutivo.
L’India sospende i servizi di visto per i cittadini canadesi
L’india ha intimato al Canada di ridurre il personale diplomatico e ha interrotto il rilascio dei visti ai cittadini canadesi. Si allarga la frattura tra i due paesi, le cui relazioni sono precipitate dopo l’accusa avanzata da Ottawa di un possibile coinvolgimento del governo di Nuova Delhi nell’omicidio dell’attivista sikh canadese Hardeep Singh Nijjar, avvenuto lo scorso giugno nella provincia occidentale della British Columbia. Il primo ministro Justin Trudeau aveva dichiarato di non avere intenzione di inasprire le tensioni: “Non c’è dubbio che l’India sia un Paese di crescente importanza e con cui dobbiamo continuare a lavorare”, aveva detto, aggiungendo tuttavia di restare fermi “sull’importanza dello stato di diritto e sull’importanza di proteggere i canadesi”. Lunedì scorso, tuttavia, ha definito le accuse come “credibili”: un affermazione che ha dato vita a un’azione internazionale, con l’espulsione di un diplomatico da parte di entrambi i paesi. Ora le nuove misure prevedono che i cittadini canadesi (i principali viaggiatori in India) che non sono già in possesso di un visto non potranno recarsi nel paese fino alla ripresa dei servizi. Nelle scorse ore Nuova Delhi ha anche avvertito delle “crescenti attività anti-India” registrate in Canada.
A cura di Vittoria Mazzieri e Francesco Mattogno; ha collaborato Alessandra Colarizi