I titoli di oggi:
- Tik Tok al Congresso Usa
- I rapporti Cina-Russia al Consiglio UE
- Dopo 29 anni di detenzione ingiusta, riaperto vecchio caso di omicidio
- La figlia di Kim sfoggia piumino di Dior
- Rahul Gandhi condannato a 2 anni per diffamazione
Tik Tok al Congresso Usa
Cresce la pressione governativa nei confronti della app cinese più popolare al mondo. Giovedì 23 marzo l’amministratore delegato di TikTok, Shou Zi Chew, è stato convocato al Congresso degli Stati Uniti per difendere l’azienda dalle accuse di collaborazione con il Partito comunista cinese e danneggiamento della salute mentale degli adolescenti. Il Ceo della gemella americana di DouYin ha parlato per cinque ore, promettendo di portare a compimento il trasferimento dei dati degli utenti statunitensi su suolo Usa attraverso il cosidetto “Texas project”, che potrebbe essere completato entro la fine del 2023. Negli ultimi tre anni Pechino ha iniziato a regolare con misure ben precise i dati in possesso delle aziende che operano in Cina, e la commistione tra Tik Tok e la casa madre ByteDance è ora oggetto di preoccupazioni nell’ambito della sicurezza nazionale. Tra le proposte sul tavolo, anche quella della vendita a un partner non cinese, proposta che il ministero del Commercio cinese ha prontamente criticato. Forzare una tale transazione, si legge nel comunicato, “minerebbe seriamente la fiducia degli investitori di vari paesi, inclusa la Cina, a investire negli Stati Uniti”.
Ma il portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, durante un briefing con la stampa, non concede sconti: “Si tratta di un rischio per la sicurezza nazionale, dal momento che alcuni dipendenti di ByteDance basati in Cina hanno accesso ai suddetti dati: siamo quindi favorevoli ad una legge che risolva questa situazione”. Secondo l’Economist, Chew è stato usato come “pungiball” per tutti i problemi riguardati in generale l’uso dei social network, dalla disinformazione al commercio del fentanyl.
I rapporti Cina-Russia al Consiglio UE
Ci sarà anche la Cina tra i temi al centro del vertice del Consiglio Ue cominciato ieri a Bruxelles. Secondo diverse fonti consultate dal SCMP, il comunicato finale non citerà espressamente il gigante asiatico, ma è evidente sia rivolto a Pechino l’appello a “non fornire materiale o altre supporto per la guerra di aggressione russa”. Lo stesso vale per il passaggio sulla “dipendenza strategica“, formula che la diplomazia europea utilizza per alludere alle materie prime critiche importate in buona parte dalla Cina. Eppure dai primi commenti a caldo, sembra prevalere una linea piuttosto conciliante. Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres – dicono diverse fonti – ha affermato che Pechino ha la volontà di tenere rapporti con l’Ue e che isolare la Cina pone dei rischi. Sempre nella giornata di ieri l’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, ha ribadito che al momento la Cina non sta aiutando la Russia. Secondo Politico, tuttavia, a microfoni spenti i toni sono stati meno amichevoli.
Xi Jinping ancora ci spera nel trovare una sponda nel Vecchio Continente. Addirittura, secondo il deputato tedesco Reinhard Bütikofer, Pechino starebbe pensando di rimuovere le sanzioni comminate a dieci europarlamentari nel 2021 in cambio della ratifica del trattato bilaterale sugli investimenti congelato dal parlamento di Strasburgo. Un’ulteriore distensione potrebbe arrivare nei prossimi giorni: su invito di Xi, il 30 marzo il premier spagnolo Pedro Sanchez è atteso in Cina, dove pare verrà aggiornato sulla proposta di pace cinese per l’Ucraina. Nei prossimi mesi saranno Emmanuel Macron e Giorgia Meloni a visitare Pechino.
Dopo 29 anni di detenzione ingiusta, riaperto vecchio caso di omicidio
Tan Xiuyi ha trascorso più di 29 anni della sua vita in prigione, pur non avendo commesso alcun reato. Originario della provincia dell’Henan, l’uomo di 68 anni era stato accusato di omicidio ingiustamente. Ma a distanza di quasi tre decenni, Tan ha ottenuto giustizia grazie al pronunciamento della Procura Suprema del Popolo (SPP), che ha presentato un rapporto di critica durante le “Due sessioni”. Tan infatti era stato condannato a morte con sospensione della pena e incarcerato per 29 anni per l’omicidio di una famiglia composta da tre membri, avvenuto nel 1993. Ma le autorità giudiziarie hanno posto fine alla detenzione illecita più lunga mai conosciuta in Cina, sollecitando le forze dell’ordine a rintracciare il vero assassino.
La testata Caixin, che riporta la vicenda, ha appreso che l’Alta corte popolare dell’Henan ha riaperto il caso del 68enne lo scorso dicembre su ordine del massimo procuratore: solo così si è avviato il processo per l’annullamento della sua condanna per omicidio. Tuttavia, la decisione della Corte è arrivata in ritardo. Circa due mesi fa, Tan ha finito di scontare la pena e riacquistato la libertà dopo aver trascorso 10.683 giorni in cella. Si tratta di un record, che supera persino quello stabilito dal caso di Zhang Yuhuan, prosciolto nell’agosto 2020 dopo essere stato ingiustamente imprigionato per 9.778 giorni con l’accusa di aver ucciso due bambini.
Tan ora chiede un risarcimento di circa 17,5 milioni di yuan (2,56 milioni di dollari). In caso di successo, supererà il precedente record di 4,96 milioni di yuan stabilito da Zhang, che ha ottenuto il più alto compenso mai concesso a una persona condannata ingiustamente.
La figlia di Kim sfoggia piumino di Dior
Deve aver preso dalla madre la figlia di Kim Jong-un, vista recentemente sfoggiare un piumino di Christian Dior da quasi 2000 dollari. La teenager era stata immortalata dall’agenzia giornalistica di stato il 17 marzo mentre assisteva insieme al padre al lancio del missile balistico intercontinentale Hwasong-17. Ju Ae – che si crede sia la seconda di tre figli – fino ad ora l’unica ad aver ricevuto una notevole visibilità pubblica, tanto che non è del tutto escluso possa succedere al padre in rottura con la tradizione patrilineare della dinastia Kim. Non è la prima volta che la famiglia del leader cattura l’attenzione per le abitudini sfarzose. La moglie di Kim è stata avvistata più di una volta con ingombranti buste di Dior e Chanel in mano. Il tutto mentre, secondo uno studio del 2020 condotto da ricercatori dell’Università di economia e commercio di Vienna, il 60% della popolazione nordcoreana vive in condizioni di povertà assoluta.
Rahul Gandhi condannato a 2 anni per diffamazione
Un tribunale dello stato federato del Gujarat ha condannato in primo grado il leader del Congress, Rahul Gandhi, a due anni di carcere per aver “diffamato” Narendra Modi. I fatti risalgono alla campagna elettorale del 2019, quando il principale oppositore del premier indiano aveva affermato che, nel paese, tutti i ladri condividono il cognome Modi. Gandhi è libero su cauzione e può presentare appello.
A cura di Alessandra Colarizi; hanno collaborato Sabrina Moles e Serena Console
Classe ’84, romana doc. Direttrice editoriale di China Files. Nel 2010 si laurea con lode in lingua e cultura cinese presso la facoltà di Studi Orientali (La Sapienza). Appena terminati gli studi tra Roma e Pechino, comincia a muovere i primi passi nel giornalismo presso le redazioni di Agi e Xinhua. Oggi scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra le quali Il Fatto Quotidiano, Milano Finanza e il Messaggero. Ha realizzato diversi reportage dall’Asia Centrale, dove ha effettuato ricerche sul progetto Belt and Road Initiative. È autrice di Africa rossa: il modello cinese e il continente del futuro.