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In Cina e Asia – Un piano per aggirare gli Usa nella corsa ai chip

In Notizie Brevi by Sabrina Moles

I titoli di oggi:

  • Chip war, gli accademici cinesi elaborano un piano per aggirare gli Usa
  • Emergenza climatica, 50% del Pil cinese a rischio entro 2050
  • Boom di transiti all’aeroporto di Hong Kong
  • Pacifico, Pechino sceglie il suo rappresentante d’area
  • Dove sono finiti i dati delle app anti-Covid cinesi?
  • Corea del Sud, un giudice conferma la copertura coniugale per coppia gay
Chip war, gli accademici cinesi elaborano un piano per aggirare gli Usa

Attrezzarsi per essere autonomi ed evitare le sanzioni statunitensi: questi sono alcuni degli obiettivi che Pechino dovrebbe raggiungere per non farsi schiacciare dalla competizione con Washington nella produzione di microchip avanzati. Come arrivarci è l’interrogativo a cui due ricercatodi dell’Accademia cinese delle scienze hanno cercato di rispondere. In un articolo pubblicato sul canale WeChat dell’istituzione Luo Junwei e  Li Shushen hanno suggerito di accumulare un portafoglio di brevetti lungo tutta la catena di produzione dei micro chip. Così facendo, spiega il documento, la Cina sarebbe in grado di perseguire lo sviluppo di chip sempre più avanzati senza dipendere dai malumori degli Usa. “Dovremmo promuovere vigorosamente lo spirito degli scienziati che perseguono l’originalità e resistono alla ricerca di follow-up ripetitiva e di basso livello”, hanno affermato i due scienziati, invitando il governo a spingere per l’indipendenza della ricerca cinese in ambito chip. Infine, il documento fa emergere alcuni punti chiave che hanno determinato l’arretratezza dell’industria cinese dei semiconduttori, tra cui la carenza di risorse umane specializzate e fondi mirati per lo sviluppo tecnologico avanzato.

Emergenza climatica, 50% del Pil cinese a rischio entro 2050

Alcune delle province cinesi che oggi trainano l’economia nazionale sono anche le più vulnerabili ai cambiamenti climatici. Lo conferma uno studio della società australiana Cross Dependency Initiative (Xdi), che ha inserito ben 26 località cinesi nell’elenco delle 50 regioni che subiranno gravi perdite a causa dell’aumento delle temperature e dei fenomeni climatici estremi. Lo studio si focalizza sull’impatto dei cambiamenti climatici in termini economici, arrivando alla conclusione che almeno 50% del Pil cinese potrebbe andare perso entro il 2050. La perdita di realtà industriali e finanziarie importanti come Jiangsu e Shandong – le province più a rischio in assoluto – non avrà conseguenze sulla sola Cina. Come evidenziano gli autori, le conseguenze di questa crisi impatteranno anche il resto del mondo, impattando le catene di approvvigionamento globali e i traffici commerciali. le altre realtà citate costituiscono a loro volta un nodo fondamentale nella produzione di valore aggiunto per Pechino e per il mondo. Si tratta di Hebei, Guangdong, Henan, Zhejiang, la municipalità di Shanghai, Anhui e Hunan.

Boom di transiti all’aeroporto di Hong Kong

+2900%: un dato da capogiro, se non arrivasse da uno degli aeroporti più frequentati al mondo e dopo quasi tre anni di restrizioni Covid. É quanto riporta l’ultimo comunicato dello Hong Kong International Airport, che segnala questo aumento (pari a 2,1 milioni di transiti) per il solo mese di gennaio 2023 rispetto ai dati dell’anno precedente. In poche settimane la metropoli asiatica sembra tornata alla normalità, fatta eccezione per l’obbligo della mascherina. Per ripartire è stata anche finanziata una campagna promozionale che prevede 500 mila biglietti aerei gratis per raggiungere la città. Ma ci vorrà ancora tempo: quattro anni fa gli stessi volumi di passeggeri erano tre volte maggiori.

Pacifico, Pechino sceglie il suo rappresentante d’area

La Cina ha ora un primo inviato speciale per gli Affari delle isole del Pacifico. Si tratta di Qian Bo, ambasciatore alle Fiji dal 2018 e diplomatico di lunga data. Quella del Pacifico sta diventando una questione di importanza strategica e per la quale sia Pechino che Washington hanno iniziato a lavorare con maggiore attenzione per garantire la propria presenza. La scelta di un inviato speciale riguarda solo le aree che la leadership cinese ritiene di primaria importanza e, in questo caso, si tratta di dare maggiore risalto a una funzione nata nel 2000, il rappresentante di Pechino del dialogo Cina-Isole del Pacifico (Pif). Negli ultimi anni la presenza cinese si è anche intensificata grazie alla ripresa delle relazioni diplomatiche con quelle realtà che prima intrattenevano rapporti ufficiali ed esclusivi con Taiwan, come le Isole Salomone e Kiribati.

Dove sono finiti i dati delle app anti-Covid cinesi?

In poche settimane la Cina è passata dalla strategia “zero Covid” all’allentamento della maggior parte delle restrizioni. A farne le spese sono state anche le app di tracciamento, che per quasi tre anni sono state utilizzate dalle autorità per monitorare l’andamento dei contagi. Ora il governo della provincia del Guangdong ha fatto luce su come intende gestire l’enorme mole di dati personali accumulati dal sistema di tracciamento: cancellando tutto. Ma non è così in tutta la Repubblica popolare, dove è ancora poco chiaro dove finiranno i dati degli utenti. Municipalità come Pechino e Shanghai hanno comunicato che sfrutteranno i dati raccolti per migliorare la qualità dei servizi sanitari e delle piattaforme governative. Non è chiaro, sottolineano alcuni analisti, se esistano le effettive basi giuridiche per procedere in questa direzione.

Corea del Sud, un giudice conferma la copertura coniugale per coppia gay

Martedì 21 febbraio una corte sudcoreana ha confermato il diritto di una coppia omosessuale all’assicurazione sanitaria coniugale. Si tratta del primo riconoscimento legale di un’unione tra persone dello stesso sesso, che è tutt’ora illegale per Seul. I giudici dovevano deliberare sul ricorso esposto dall’attore So Sung-wook, che si era visto negare la richiesta di copertura sanitaria coniugale nel 2021.

A cura di Sabrina Moles