Mondo Asean – Una strategia “rinnovabile”: la sfida ASEAN per il 2023

In Mondo Asean, Sud Est Asiatico by Redazione

Tra il 2025 e il 2029, il Sud-Est asiatico diventerà importatore netto di gas naturali e carbone, quindi dalla sua strategia climatica futura dipenderà non solo una parte importante della produzione mondiale di energia, ma anche la sorte dell’Accordo di Parigi sul clima. Poi la crescita in Malesia e investimenti Intel in Vietnam

L’Associazione Italia-Asean nasce nel 2015. La sua missione è quella di rafforzare il legame e rendere più evidenti le reciproche opportunità, sia per le imprese che per le istituzioni. Qui pubblichiamo la newsletter Italia-Asean del 17 febbraio

Se numerose sono le previsioni degli analisti che vedrebbero il Sud-Est asiatico diventare la prossima centrale elettrica mondiale, allora la strategia che il blocco ASEAN deciderà di adottare per il suo sviluppo energetico futuro sarà decisiva. Quarto per consumo energetico al mondo, il gruppo dei dieci Paesi del Sud-Est asiatico soddisfa ancora oggi l’83% del suo fabbisogno energetico con combustibili fossili. Secondo un report pubblicato al Settimo ASEAN Energy Outlook (AEO7) tra il 2025 e il 2029, il Sud-Est asiatico diventerà importatore netto di gas naturali e carbone, quindi dalla sua strategia climatica futura dipenderà non solo una parte importante della produzione mondiale di energia, ma anche la sorte dell’Accordo di Parigi sul clima. La maggior parte dei Paesi ASEAN hanno aderito all’Accordo, che prevede zero emissioni entro il 2050, ad eccezione delle Filippine, mentre l’Indonesia ha optato come scadenza il 2060. Al fine di sostenere la transizione del Paese di Joko Widodo, il G20 del 2022 si è concluso con il lancio del Just Energy Transition Partnership (JETP) un programma da 20 miliardi di dollari americani per la decarbonizzazione del sistema energetico indonesiano. L’accordo tra Indonesia e i suoi partner internazionali prevede la decarbonizzazione del 34% di produzione energetica indonesiana entro il 2030. Una formula di mix di prestiti agevolati, prestiti di mercato, sovvenzioni, garanzie e investimenti privati da parte di enti pubblici e privati: questo sta alla base del JETP. Formula che è stata accolta positivamente perché elaborata sulle necessità di ogni Paese. Gli investitori del mondo dei combustibili fossili sono però molto combattivi. Infatti, al COP27 di novembre 2022 il numero di rappresentanti dell’olio e del gas  è aumentato rispetto a quello del COP26 da 503 a 636, superando la rappresentanza al summit di ogni singolo Paese.

Per capitalizzare sulle energie rinnovabili occorre che le strategie nazionali posino su un terreno fertile di cambiamento: riadattare le abitudini dei cittadini in maniera incrementale e carpire le potenzialità energetiche di ogni Paese sono la chiave per creare un clima favorevole agli investimenti. I segnali sono graduali ma si vedono. Molteplici sono i casi di querele e denunce di cittadini nei confronti di governi o soggetti privati per inadempienza ai diritti o insufficienza di impegno a, per esempio, favorire aria pulita o dimezzare le emissioni. Sfruttando il potenziale energetico di ogni Paese, in Indonesia, la cui capacità geotermica è seconda solo agli Stati Uniti, è stato costruito l’impianto geotermico di Muara Laboh nel Sumatra occidentale. Mentre sull’Isola di Jurong a sud-est di Singapore, è stato realizzato il più grande impianto energetico del Sud-Est asiatico, che punta a coprire il 3% di fabbisogno annuo di energia di 300 mila abitazioni. Dal momento che la regione si sta affidando sempre più all’energia rinnovabile, dall’ASEAN Centre of Energy arrivano alcune raccomandazioni. I nuovi progetti energetici nei Paesi ASEAN procureranno un ulteriore stress alla rete elettrica nazionale, che è soggetta ancora oggi a numerosi blackout. Ai Paesi che mancheranno di formulare una strategia flessibile, diversificata e resistente si potrebbe presentare una situazione di sviluppo “boom and bust”, espansione e contrazione, come quella che ha colpito il Vietnam nel 2019. Scovare il catalizzatore per la transizione energetica dell’ASEAN è perciò un obiettivo chiave del 2023.

A cura di Chiara Suprani

La Malesia cresce più del previsto

L’economia della Malesia ha superato le aspettative nel quarto trimestre. La Bank Negara Malaysia (BNM) ha dichiarato che il prodotto interno lordo (PIL) nel periodo ottobre-dicembre è stato superiore del 7,0% rispetto all’anno precedente, pur prevedendo una moderazione della crescita nel 2023. Un dato ben al di sopra delle attese visto che, alla vigilia, gli economisti si aspettavano una crescita del 6,6%. Il risultato è stato molto più basso del 14,2% registrato nel terzo trimestre, ma quel dato precedente rifletteva un rimbalzo fisiologico da un’economia depressa dalla pandemia di Covid-19 nel 2021. Ma, soprattutto, il PIL per l’intero 2022 è stato superiore dell’8,7% rispetto a quello del 2021: si tratta della crescita più rapida degli ultimi 22 anni e di un dato che ha superato di nuovo e nettamente le previsioni del governo, che prevedeva una crescita compresa tra il 6,5% e il 7%. Gli ottimi dati sono stati sostenuti anche dalla forte ripresa della domanda interna. Questi numeri significano, secondo la Banca Centrale, che Kuala Lumpur sarà in grado di evitare la recessione nel 2023, nonostante un contesto di prevedibile rallentamento globale. Certo esistono dei rischi. L’istituto finanziario statale ha individuato alcuni rischi per la crescita, tra cui un’ulteriore escalation delle tensioni geopolitiche, il riemergere di significative interruzioni della catena di approvvigionamento e l’aumento dei tassi di interesse a livello globale. Tuttavia, ha dichiarato di aspettarsi che la riapertura delle frontiere cinesi favorisca la ripresa degli arrivi turistici. Inoltre, la forza della domanda interna compenserebbe la debolezza della domanda di prodotti malesi dovuta a un’economia globale che rallenta sotto il peso dell’aumento dei tassi di interesse. Il governo prevede che la crescita del PIL per il 2023 rallenterà tra il 4% e il 5%, anche se nuove previsioni economiche potrebbero essere annunciate quando il Primo Ministro Anwar Ibrahim presenterà un bilancio rivisto per il 2023, il prossimo 24 febbraio. 

Intel punta forte sul Vietnam

L’azienda statunitense Intel Corp sta valutando un aumento significativo del suo attuale investimento di 1,5 miliardi di dollari in Vietnam per espandere il suo impianto di test e confezionamento di chip nel Paese del Sud-Est asiatico. L’attuale stabilimento per il confezionamento e il collaudo dei chip nell’hub commerciale meridionale del Vietnam è il più grande di Intel a livello mondiale. La possibile espansione potrebbe avvenire nei prossimi anni e avere un valore di circa un miliardo di dollari. Un portavoce dell’azienda, interrogato su questi possibili piani di investimenti, ha dichiarato che il Vietnam è una parte importante della rete produttiva globale. Questo possibile investimento, sebbene per ora non confermato da fonti ufficiali, rappresenta una conferma del crescente ruolo che il Vietnam ricopre nel settore tecnologico. Un tale evento infatti determinerebbe un ruolo crescente del Vietnam nella catena di fornitura globale di semiconduttori, in un momento storico nel quale le aziende cercano di ridurre la dipendenza dalla Cina e da Taiwan a causa dei rischi politici e delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti. Il Vietnam rappresenta inoltre nel settore dell’assemblaggio e progettazione dei chip un’opportunità per ridurre la concentrazione tra le due sponde dello Stretto, che da sole rappresentano attualmente il 60% della capacità globale nel segmento. Il Vietnam sta allo stesso tempo spingendo in modo aggressivo per espandere la sua industria di produzione di chip, corteggiando le aziende straniere in tutti e tre i segmenti principali: assemblaggio, test e confezionamento; produzione con fabs; progettazione. È proprio nel settore di progettazione di chip che il Vietnam si sta affermando sempre di più anche con realtà oltre oceano. Ad esempio il gigante statunitense Synopsys ha delle operazioni in corso nel paese, e anche il gigante dei chip e dell’elettronica Samsung ha aperto una struttura di ricerca ad Hanoi alla fine dello scorso anno e possiede un impianto di confezionamento di semiconduttori nel Paese.

 

 FINANZA

Vietnam e finanza verde

Sebbene il Vietnam abbia cercato di trarre vantaggio dalla cosiddetta “green finance” e dalle fonti di energia rinnovabili, ha ancora molta strada da fare prima di poter essere etichettato come leader della sostenibilità. Vediamo il perché.

East Asia Forum: https://www.eastasiaforum.org/2023/02/10/vietnam-needs-a-green-bond-legal-framework/ 

POLITICAVigilanza bancaria

L’Indonesia ha migliorato le strategie di vigilanza sul settore dei prestiti “peer-to-peer” attraverso il regolamento OJK n. 10/POJK.05/2022, che aumenta i requisiti minimi di capitale e di equity per i creditori e stabilisce una procedura di autorizzazione più efficiente.

ASEAN Briefing: https://www.aseanbriefing.com/news/increased-oversight-in-indonesias-peer-to-peer-lending-sector/

ECONOMIACrescita ASEAN

La regione del Sud-Est asiatico dovrebbe continuare la sua crescita economica anche nel 2023 tuttavia, secondo questa attenta analisi, a minacciare questi obiettivi sarebbero le condizioni di incertezza dell’economia globale.

ISEAS: https://www.iseas.edu.sg/mec-events/business-and-economic-priorities-under-indonesias-asean-chairmanship-2023/ 

GEOPOLITICAInfluenza cinese

Anche diversi media italiani hanno riportato in queste settimane il sondaggio del Singapore Iseas-Yusof Ishak su un campione di 1.308 cittadini riguardante l’influenza cinese nella regione ASEAN.

Agenzia Nova: https://www.agenzianova.com/news/asean-un-sondaggio-rivela-che-linfluenza-cinese-e-in-calo-quella-statunitense-in-ascesa/ 

SICUREZZACrisi birmana e Thailandia

L’insurrezione nel Sud della Thailandia e il conflitto in Myanmar hanno dominato la visita di Stato del Primo Ministro malese Anwar Ibrahim in Thailandia la scorsa settimana, la sua prima visita bilaterale nel Paese da quando è entrato in carica a novembre 2022.

The Diplomat: https://thediplomat.com/2023/02/malaysian-pm-anwar-calls-for-progress-on-southern-thailand-myanmar-conflicts/ 

POLITICALaos

Nonostante le molte critiche soprattutto per la crisi economica che affligge il Paese e le voci su possibili dimissioni, il Primo Ministro del Laos sembra voler andare fino alla fine naturale del suo mandato. Quali i dettagli?

East Asia Forum: https://www.eastasiaforum.org/2023/02/11/challenging-times-ahead-for-laoss-new-prime-minister/