La delegazione del Guomindang a Pechino e quella (cancellata) della Cina continentale a Taiwan per i funerali del monaco buddhista Hsing Yun. McCaul (e non McCarthy) a Taipei ad aprile, missili e droni, l’arruolamento delle Filippine, parlamentari svizzeri e presidente paraguaiano a Taipei, dati economici. La rassegna settimanale di Lorenzo Lamperti con notizie e analisi da Taipei (e dintorni)
Settimane di visite reali e visite mancate tra le due sponde dello Stretto di Taiwan. Innanzitutto la visita effettuata per davvero, quella di una delegazione del Guomindang a Pechino. Il principale partito d’opposizione ha di recente stravinto le elezioni locali e sta provando a presentarsi come unica forza politica in grado di garantire stabilità sullo Stretto. Sia a Washington (ne avevo scritto qui qualche mese fa) sia a Pechino.
A guidare la delegazione è stato Andrew Hsia, vicepresidente del Partito che già aveva guidato un’altra contestata visita lo scorso agosto durante le esercitazioni militari in reazione alla visita di Nancy Pelosi a Taipei. Hsia ha incontrato a porte chiuse Song Tao (qui un suo ritratto), nuovo capo dell’Ufficio per gli Affari di Taiwan del Consiglio di Stato e dell’Ufficio per il Lavoro a Taiwan del Comitato Centrale del Partito Comunista. Ancora più significativo l’incontro con Wang Huning, il numero tre della gerarchia del Partito emersa dal XX Congresso dello scorso ottobre. Wang, considerato l’ideologo del “sogno cinese”, sarebbe stato incaricato da Xi di trovare una nuova formula o un nuovo modello di “riunificazione” in superamento di “un paese, due sistemi” naufragato a Hong Kong (ne avevo scritto qui).
Più espliciti del solito i comunicati di Pechino, che manifesta la volontà di “rafforzare la comunicazione” con il Guomindang, sulla base del “consenso del 1992”, cioè il principio riconosciuto da Pcc e Gmd dell’esistenza di una “unica Cina” senza però stabilire quale fosse (“una Cina con diverse interpretazioni”, secondo l’interpretazione del Gmd).
Il viaggio ha provocato polemiche a Taipei, col Dpp che come sempre in questi casi accusa il Gmd di voler “svendere” Taiwan alla Repubblica popolare. A gennaio 2024 sono in programma le elezioni presidenziali che diranno molto del futuro dei rapporti tra le due sponde. Una eventuale vittoria del Gmd, magari favorita dai dubbi sulla figura di William Lai (probabile candidato del Dpp di cui ho parlato nel dettaglio qui) potrebbe forse abbassare le tensioni nell’immediato, ma nel medio periodo Pechino proverebbe a ottenere accordi e passi avanti concreti di tipo politico. Passi che il Gmd potrebbe essere in grande difficoltà a fare, col rischio di convincere il Pcc che non esistono più condizioni di accordi politici con nessuno dei partiti in lizza a Taipei. Solo speculazioni, per ora, ma riflessioni utili a non pensare alla classica semplificazione: vittoria del Dpp=guerra e vittoria del Gmd=pace eterna.
La morte di Hsing Yun, fondatore dell’organizzazione buddista Fo Guang Shan (nei pressi di Kaohsiung), avvenuta il 5 febbraio all’età di 95 anni, ha attirato molta attenzione per l’influenza del defunto leader buddista in ambito religioso e laico. Ma ha anche scatenato delle polemiche tra Pechino e Taipei. L’evento è diventato fonte di una disputa politica dopo che l’Ufficio cinese per gli Affari di Taiwan ha accusato pubblicamente il governo di Taiwan di aver bloccato la sua delegazione dal recarsi a Taiwan per la cerimonia. Il DPP ha “sfacciatamente rifiutato di permettere alla delegazione cinese di recarsi a Taiwan” dall’11 al 14 febbraio, ha dichiarato in un comunicato la portavoce Zhu Fenglian.
In risposta, il Consiglio per gli affari continentali di Taiwan ha dichiarato che il governo non aveva approvato le richieste di visita a Taiwan di 12 funzionari su 38 che si occupano degli affari di Taiwan e delle operazioni del fronte unito perché non avevano seguito le procedure ufficiali. Attualmente Taiwan non consente ancora le visite dei turisti della Cina continentale, ma quelli con esenzioni speciali, anche per questioni religiose, possono recarsi a Taiwan se la loro richiesta all’Agenzia nazionale per l’immigrazione di Taiwan viene accettata. Dopo il rifiuto del permesso a 12 dei 38 membri della delegazione, Pechino ha cancellato la visita.
Hsing Yun, nato nel 1927 nella provincia cinese di Jiangsu, divenne monaco all’età di 12 anni. Dopo essersi trasferito a Taiwan nel 1949 durante la guerra civile, Hsing Yun ha gradualmente aumentato la sua influenza religiosa a Taiwan e all’estero, vantando milioni di seguaci e oltre 300 templi in tutto il mondo. Oltre alla promozione del buddismo, nel corso degli anni le attività della FGS si sono estese ai settori dell’istruzione, della beneficenza e dei media. Hsing Yun è stato consulente del GMD e membro del Comitato di revisione centrale e si è recato a Pechino sia nel 2013 che nel 2014 come parte della delegazione del GMD per incontrare Xi Jinping. Il monaco era una figura controversa a Taiwan, dove non tutti lo apprezzavano, anche per le sue posizioni a favore della “riunificazione” o “unificazione” con la Repubblica popolare.
Altre notizie tra le due sponde dello Stretto
L’Ufficio cinese per gli Affari di Taiwan ha dichiarato che la Cina continentale è pronta a riprendere tutti i voli diretti tra le due sponde dello Stretto senza restrizioni e ha esortato Taiwan a non usare il Covid-19 come scusa per ritardare la ripresa. Il portavoce dell’Ufficio, Zhu Fenglian, ha dichiarato che la Cina continentale ha contenuto l’epidemia di Covid e che i connazionali a Taiwan e nella Cina continentale, così come l’industria aerea, “attendono con impazienza la piena ripresa dei voli diretti tra le due sponde dello Stretto”. Il Consiglio per gli affari continentali di Taiwan ha dichiarato che sta valutando la proposta di Pechino di riprendere i voli diretti, ma ha bisogno di dati precisi da parte del governo centrale sulla diffusione del Covid-19 nella terraferma.
“I residenti di Taiwan che lavorano o vivono nella Cina continentale hanno diritto all’assicurazione medica di base e possono pagare i premi e godere dei benefici in conformità con i regolamenti”, ha dichiarato l’Ufficio per gli Affari di Taiwan di Pechino. “Un totale di 310.000 persone provenienti da Hong Kong, Macao e Taiwan sono state coperte dall’assicurazione medica di base nella Cina continentale entro il terzo trimestre del 2022”.
McCarthy o McCaul, missili e droni
A proposito di visite, prende corpo il viaggio del presidente della Camera degli Affari Esteri al Congresso degli Stati Uniti, Michael McCaul, il quale ha dichiarato che intende guidare una delegazione bipartisan a Taiwan questa primavera. La visita di McCaul significherebbe però che quella di più alto livello guidata dallo speaker Kevin McCarthy potrebbe essere rimandata. Fonti ben informate a Taipei sostengono che McCarthy non dovrebbe essere a Taiwan in aprile, ma che al limite potrebbe arrivare a agosto oppure nel 2024 quando sarà già cominciata la lunga rincorsa alle elezioni presidenziali americane di novembre.
Quasi la metà delle aziende intervistate dalla Camera di Commercio Americana (AmCham) a Taiwan sta rivedendo o ha in programma di rivedere i propri piani di continuità aziendale a causa delle tensioni con la Cina continentale, mentre un numero crescente ha dichiarato di essere stato colpito da tali tensioni.
Il National Chung-Shan Institute of Science and Technology, principale attore dello sviluppo militare e missilistico di Taipei, ha testato un missile che si ritiene possa colpire la Cina continentale. Ha inoltre dichiarato che sta collaborando con aziende civili locali per sviluppare cinque tipi di veicoli aerei senza pilota (UAV) per costituire una flotta di droni e aumentare la capacità di sorveglianza dell’esercito.
Palloni aerostatici e Marcos
La vicenda dei presunti palloni-spia potrebbe avere ripercussioni anche su Taipei, o comunque sui mezzi statunitensi in manovra sullo Stretto. Ma intanto a Taipei c’è chi sottolinea le differenze nella reazione cinese dopo l’abbattimento del pallone da parte di Washington e quanto accaduto lo scorso settembre, quando un drone civile cinese venne abbattuto dall’esercito taiwanese mentre si aggirava sulle basi militari dei due isolotti di Kinmen, a pochi chilometri di mare dalla metropoli cinese di Xiamen. Erano le settimane successive alle esercitazioni militari senza precedenti sullo Stretto. Qualcuno temette che l’episodio potesse portare a un’escalation. Così non fu. Pechino tenne un volume molto basso e le incursioni di droni si interruppero. Ne ho scritto qui.
Come raccontato qui settimana scorsa, anche a Taiwan erano stati osservati dei palloni aerostatici di Pechino. Vicenda che ora torna d’attualità e viene cavalcata in qualche modo anche dal governo taiwanese che allora aveva accettato (almeno ufficialmente) la versione delle ricerche meteorologiche.
Nel frattempo, significativo il coinvolgimento delle Filippine nell’architettura difensiva degli Usa nel Pacifico. Dopo l’accordo per estendere l’accesso alle basi militari con il Pentagono, Marcos Jr. è stato a Tokyo dove ha firmato un altro accordo di natura difensiva con il Giappone. E il presidente filippino afferma che è difficile immaginare che il suo paese possa restare fuori da un’ipotetica guerra su Taiwan.
La delegazione svizzera a Taiwan
La Svizzera è il primo paese europeo ad aver riconosciuto la Repubblica popolare cinese e a riaprire un’ambasciata a Pechino dopo la presa del potere da parte di Mao Zedong e del Partito comunista. Anche per questo è significativo il viaggio di una delegazione parlamentare svizzera a Taiwan, dalla considerevole durata di 6 giorni. Oltre agli incontri istituzionali con la presidente Tsai Ing-wen e diversi ministri della sua amministrazione, la delegazione è stata al parco scientifico di Hsinchu e a Kinmen. Ne ho parlato in diverse occasioni per il radiogiornale di Radiotelevisione Svizzera. Qui un’anticipazione del viaggio. Qui le prime reazioni da parte taiwanese. Qui sull’incontro con Tsai. Qui invece un doppio contenuto: approfondimento sul ruolo di Taiwan nel mercato dei semiconduttori e un’intervista al capo delegazione Nicolas Walder.
Il presidente uscente del Paraguay a Taipei
Il presidente paraguaiano uscente Mario Abdo Benítez è atteso a Taiwan per incontrare Tsai. Il mandato quinquennale di Abdo alla guida del Paraguay si concluderà ad agosto e uno dei candidati in lizza per scalzare il Partito Colorado al governo del paese ha recentemente annunciato che cambierà la fedeltà del Paese alla Cina se vincerà le elezioni di aprile. Efrain Alegre, il candidato alla presidenza di un’ampia coalizione che cercherà di sconfiggere il Partito Colorado, conservatore al governo di Abdo, ha dichiarato ai media a gennaio che taglierà i legami diplomatici con Taiwan e riconoscerà invece la Repubblica popolare se l’opposizione vincerà le elezioni del 30 aprile.
Economia
Taiwan, polo produttivo globale per l’elettronica di consumo, ha registrato un quinto mese consecutivo di calo delle esportazioni, in quanto i consumatori dalla Cina continentale agli Stati Uniti hanno speso meno durante un inizio d’anno difficile. Gli esportatori dell’isola asiatica hanno spedito merci per un valore di 31,51 miliardi di dollari il mese scorso, ha dichiarato il ministero delle Finanze di Taiwan. La cifra è scesa di ben il 21,2% rispetto al gennaio dello scorso anno. A dicembre le esportazioni erano diminuite del 12,1% su base annua.
Taiwan sta spingendo le sue start-up a espandersi in Giappone piuttosto che nella Cina continentale, in un nuovo segnale di disaccoppiamento della catena di approvvigionamento globale in mezzo alle tensioni sino-statunitensi. Secondo i responsabili di due organizzazioni sostenute dal governo taiwanese, le start-up dell’isola sono incoraggiate a entrare nel mercato giapponese dei consumatori o a collaborare con aziende della vicina economia asiatica. Hanno inoltre affermato che le agenzie governative non sono autorizzate a indirizzare le start-up verso la Cina continentale, anche se questa è stata il principale punto di approdo offshore per i capitali taiwanesi fin dagli anni Ottanta.
Di Lorenzo Lamperti
Taiwan Files – La puntata precedente
Taiwan Files – L’identikit di William Lai, nuovo leader del DPP
Taiwan Files – Le elezioni locali e l’impatto sulle presidenziali 2024
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Classe 1984, giornalista. Direttore editoriale di China Files, cura la produzione dei mini e-book mensili tematici e la rassegna periodica “Go East” sulle relazioni Italia-Cina-Asia orientale. Responsabile del coordinamento editoriale di Associazione Italia-ASEAN. Scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra cui La Stampa, Il Manifesto, Affaritaliani, Eastwest. Collabora anche con ISPI. Cura la rassegna “Pillole asiatiche” sulla geopolitica asiatica.