- Davos: “La Cina non tornerà all’economia pianificata”
- La Cina corteggia l’Europa
- Vietnam: il presidente dà le dimissioni
- Hong Kong: arrestate sei persone per vendita di libri sediziosi
- Condannato a 18 anni il re dei junket di Macao
- Filippine: Maria Ressa assolta dalle accuse di evasione fiscale
Le élite mondiali riunite a Davos sono ottimiste: con la riapertura della Cina l’economia internazionale potrà tornare a respirare. Pechino ha abbandonato la politica “zero Covid”, a tre anni dallo scoppio della pandemia, sospendendo le restrizioni più rigide della sua strategia di contenimento del virus. La crescita dell’economia nazionale ne ha risentito: nel 2022 è crollata al 3%, uno dei livelli peggiori dal 1976. Ma al World Economic Forum la speranza è che Pechino possa riprendersi e guidare la crescita globale, scongiurando la recessione delle altre due locomotive mondiali: Stati Uniti, Unione europea. Il vice-primo ministro cinese Liu He ha affermato in un incontro a Davos che, dopo la brusca rimozione della politica Zero Covid, la situazione epidemica in Cina è tornata alla normalità. Liu, che lascerà l’incarico a marzo, ha poi rassicurato gli investitori internazionali sull’indirizzo economico nel prossimo futuro. Anche se “alcuni dicono che la Cina ricorrerà a un’economia pianificata” questo è “assolutamente impossibile”, ha aggiunto. Secondo Laura M. Cha, presidente di Hong Kong Exchanges and Clearing, la riapertura cinese sarà “un fattore chiave per la crescita” anche per le economie emergenti di India e Indonesia.
Hong Kong: arrestate sei persone per vendita di libri sediziosi
La polizia di Hong Kong ha fatto irruzione in un mercatino allestito in occasione dell’imminente Capodanno lunare e ha arrestato sei persone accusate di vendere “libri sediziosi” che “promuovono l’indipendenza di Hong Kong”. Il raid è avvenuto nel distretto di Mong Kok, uno dei principali centri dello shopping in città. Secondo Xinqi Su, corrispondente dell’agenzia stampa AFP, sei persone tra uomini e donne sono state prelevate dagli agenti, mentre 43 oggetti sono stati sequestrati. In una nota, la polizia ha affermato che gli arrestati sono membri di “un’organizzazione antigovernativa” che ha pubblicato un libro “sui gravi disordini” pro-democrazia che hanno coinvolto la regione ad amministrazione speciale cinese tra giugno 2019 e febbraio 2020.
La Cina corteggia l’Europa
Pechino sembra voler rinunciare alla tradizionale postura da “wolf warrior”, e cerca di recuperare le relazioni internazionali con un’opera di diplomazia diffusa. Il responsabile degli Esteri del Politburo Wang Yi ha discusso con l’omologo francese di un “importante programma bilaterale”, in occasione della prossima visita in Cina del presidente Emmanuel Macron. Nella chiamata con Emmanuel Bonner, il diplomatico ha chiesto una cooperazione più stretta con Parigi per affrontare le imminenti sfide globali. Inoltre, Wang Yi sta pianificando un tour in Germania e Belgio per recuperare le relazioni tra Cina e Unione europea. Wang parteciperà alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco il mese prossimo, oltre a visitare le istituzioni di Bruxelles. Secondo Politico, si tratta di un espediente per riguadagnare credibilità, a fronte delle continue tensioni con Washington per via del presunto sostegno di Pechino all’offensiva russa in Ucraina. Il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin ha poi affermato che Pechino sta pianificando il viaggio di Antony Blinken in Cina, ma nessuna data è stata ancora confermata. Wang ha dichiarato che la Cina valorizza le relazioni con Washington a patto che queste si svolgano in conformità ai principi di “rispetto reciproco”, “coesistenza pacifica” e “cooperazione vantaggiosa per tutti”.
Messaggio caduto nel vuoto: proprio ieri Joe Biden ha esteso le restrizioni sull’export di alta tecnologia americana anche a Macao. Obiettivo: evitare che l’ex colonia portoghese diventi una sponda per evadere le sanzioni.
Vietnam: il presidente dà le dimissioni
L’ondata di scandali di corruzione legati alla crisi sanitaria in Vietnam ha coinvolto anche il presidente della Repubblica Nguyen Xuan Phuc, che ha rassegnato le dimissioni martedì. Phuc è stato accusato di violazioni e illeciti compiuti da funzionari governativi che rispondevano al suo esecutivo durante il mandato da primo ministro (2016-2021) nell’ambito della gestione della pandemia da Covid-19. Il Comitato centrale del Partito comunista (PC) ha dichiarato che è da verificare il legame del Presidente con le due persone coinvolte negli scandali, e che Phuc si è dimesso perché era consapevole di avere una “responsabilità nei confronti del partito e del popolo”.
La dipartita volontaria del Presidente arrivano nel contesto politico della campagna anti-corruzione “fornace ardente” promossa dal segretario del PC Nguyen Phu Trong. Phuc era in lizza per divenire il successore di Trong alla guida del Partito. Le sue dimissioni danno la misura del progressivo accentramento del potere operato da Trong sul Partito e sul regime. Secondo alcuni analisti l’incertezza scaturita dalle purghe anti-corruzione potrebbe spaventare gli investitori stranieri, aggravando l’instabilità economica nel Paese.
Condannato a 18 anni il re dei junket di Macao
L’ex “re dei junket” di Macao, Alvin Chau, è stato condannato a 18 anni di carcere per aver gestito un impero del gioco d’azzardo illegale. Secondo la sentenza, resa nota stamattina, il giudice Lou Ieng Ha ha ritenuto Chau colpevole di frode, gestione di un’associazione criminale e di gestione di scommesse illegali, ma lo ha assolto dall’accusa di riciclaggio di denaro. Il 48enne deve rispondere in tutto di 289 capi d’accusa e rischia di trascorrere decenni dietro le sbarre. Il suo arresto si inserisce nell’ambito della campagna contro la corruzione e il malaffare sferrata da Xi Jinping nel 2013, e che nell’ex colonia portoghese ha coinciso contestualmente con una stretta normativa sull’industria delle scommesse.
Filippine: Maria Ressa assolta dalle accuse di evasione fiscale
La giornalista filippina Maria Ressa e la sua società mediatica, Rappler, sono innocenti. Lo ha stabilito stamattina un tribunale di Manila che ha assolto la reporter da tutti e quattro i capi d’imputazione per evasione fiscale. Ressa, che nel 2021 è stata insignita del Premio Nobel, dovrà comunque rispondere di altre tre accuse penali, inclusa una condanna per diffamazione online attualmente oggetto di un processo d’appello. La donna rischia una condanna a sette anni di reclusione. “Oggi hanno vinto i fatti e la verità”, ha commentato Ressa all’uscita dal tribunale.
A cura di Agnese Ranaldi; ha collaborato Alessandra Colarizi
Laureata in Relazioni internazionali e poi in China&Global studies, si interessa di ambiente, giustizia sociale e femminismi con un focus su Cina e Sud-est asiatico. Su China Files cura la rubrica “Banbiantian” sulla giustizia di genere in Asia orientale. A volte è anche su La Stampa, il manifesto, Associazione Italia-Asean.