L’estensione della leva militare, le nuove esercitazioni militari di Pechino sullo Stretto, le armi americane, il nuovo direttore dell’Ufficio per gli Affari di Taiwan della Repubblica Popolare, l’emendamento alla legge controspionaggio, TSMC tratta con la Germania e lancia la produzione di massa di chip a 3 nanometri a Tainan. La rassegna settimanale di Lorenzo Lamperti con notizie e analisi da Taipei (e dintorni)
La guerra in Ucraina e le uscite di Joe Biden, la visita di Nancy Pelosi e le esercitazioni militari senza precedenti di Pechino intorno all’isola principale, gli emendamenti allo statuto del Partito comunista durante il XX Congresso, la schiacciante vittoria del Guomindang alle elezioni locali del 26 novembre e le prime manovre dei partiti in vista delle cruciali elezioni presidenziali del 2024, le nuove norme americane a sostegno dell’acquisto di armi da parte di Taipei. Un anno a dir poco movimentato per Taiwan non poteva concludersi con un’altra settimana movimentata tra nuove esercitazioni di Pechino e l’annuncio dell’estensione della leva militare da parte della presidente Tsai Ing-wen.
Estensione della leva militare
Il 27 dicembre è invece arrivato l’atteso annuncio dell’estensione della leva obbligatoria da 4 a 12 mesi, aumento del salario dei militari, rafforzamento del programma per i riservisti. Un mese dopo che il suo Partito progressista democratico (Dpp) ha perso nettamente le elezioni locali, la presidente Tsai Ing-wen snocciola il menù di una riforma del sistema di difesa che mira a rendere Taiwan più pronta a una guerra che spera di non dover combattere. Dopo un incontro a porte chiuse col consiglio di sicurezza, l’annuncio è arrivato in un’affollata conferenza stampa.
Secondo le nuove regole, che entreranno in vigore dal 1° gennaio 2024 a pochi giorni dalle cruciali elezioni presidenziali che decideranno molto del futuro dei rapporti con Pechino, l’estensione della leva riguarderà tutte le persone di sesso maschile nate dopo il 1° gennaio 2005. Vale a dire giovani che non avranno ancora diritto di voto nel 2024, visto che è stato appena bocciato il referendum per abbassare l’età necessaria per recarsi alle urne da 20 a 18 anni. Ma la mossa rischia di essere impopolare, soprattutto presso un elettorato tradizionalmente più incline al Dpp. A Taiwan, l’accorciamento della leva militare è sempre stato percepito come uno dei segnali principali del processo di democratizzazione. Durante la legge marziale di Chiang Kai-shek, il servizio militare obbligatorio durava 2 o 3 anni. Dal 2000 la durata è stata gradualmente ridotta, fino a che l’ex presidente Ma Ying-jeou (Guomindang) ha abbassato a soli 4 mesi l’addestramento militare.
“È stata una decisione difficile, ma inevitabile”, ha ammesso Tsai. “È una responsabilità che non può essere evitata”, ha aggiunto, citando come punto di riferimento l’invasione russa dell’Ucraina e soprattutto la reazione di Kiev che ha permesso di dare alla comunità internazionale il tempo di fornire assistenza militare. Il messaggio in questo caso è rivolto anche e soprattutto ai cittadini comuni, chiamati a giocare un ruolo in un ipotetico conflitto. “Nessuno vuole la guerra”, ha detto Tsai, “ma solo preparandoci a combattere possiamo evitarla”.
Lo stipendio dei coscritti sarà aumentato dagli attuali 6510 dollari taiwanesi mensili (poco meno di 200 euro) a 20.320 dollari (620 euro), comprensivo di pasti e assicurazione. Tsai ha dichiarato che questo mira a garantire che i coscritti non subiscano oneri finanziari dal loro periodo di leva, aiutandoli anche a pagare le tasse scolastiche. I periodi di coscrizione potranno anche essere conteggiati ai fini della pensione.
La presidente taiwanese, che secondo un sondaggio della Taiwan Public Opinion Foundation ha una popolarità ai minimi dall’aprile 2019, ha sottolineato che la decisione non arriva sotto pressione degli Stati Uniti ma che è frutto di un lavoro cominciato già nel 2020. L’accelerazione decisiva è comunque arrivata dopo la guerra in Ucraina, che ha creato per il governo e per una presidente che non potrà ricandidarsi alle prossime elezioni una finestra di opportunità per spingere una riforma che mira non solo e non tanto a rafforzare le difese sul campo, ma anche e soprattutto a cambiare la mentalità dei cittadini taiwanesi. Nonostante le crescenti pressioni militari da parte di Pechino degli scorsi anni e mesi, ancora pochi cittadini taiwanesi credono che l’eventualità di una guerra sia concreta. Il governo ritiene di dover incentivare la prontezza a combattere. Per l’entrata in vigore della riforma potrebbe bastare un ordine esecutivo, ma è possibile che il Dpp decida di portare il testo in parlamento per neutralizzare un possibile vantaggio strategico per il Gmd alle prossime elezioni. Nel frattempo, ci si aspettano reazioni da parte di Pechino. Ne ho scritto qui.
A Taipei reazioni miste sulla decisione di estendere la leva militare e alzare gli stipendi, mentre aumentano le iniziative di esercitazioni di autodifesa tra i civili.
Come prevedibile, reazione negativa da parte di Pechino all’annuncio dell’estensione della leva militare. “Riteniamo che la maggior parte dei compatrioti di Taiwan non servirà da carne da cannone per le forze separatiste dell’indipendenza di Taiwan”, ha commentato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, ribadendo che la “completa riunificazione” dell’isola alla Cina è una “tendenza inarrestabile”.
Nuove esercitazioni di Pechino sullo Stretto
Tra le mattine del 25 e del 26 dicembre, si sono registrate le manovre cinesi più corpose dallo scorso agosto durante la reazione alla visita di Nancy Pelosi a Taipei. Secondo il ministero della Difesa taiwanese, 71 jet e 7 navi da guerra dell’Esercito popolare di liberazione si sono affacciati nei pressi dell’isola principale di Taiwan nel giro di 24 ore: 47 di questi avrebbero superato la linea mediana (confine non ufficiale e non riconosciuto ma ampiamente rispettato da Pechino fino ad agosto). Qui la mappa. Il giorno di Natale, il Comando orientale delle forze armati della Repubblica popolare aveva annunciato nuove esercitazioni nei pressi di Taiwan in risposta “all’attuale escalation e alle provocazioni” di Washington e Taipei. Il riferimento è alla legge di difesa per il 2023 firmata da Joe Biden, che autorizza fino a 10 miliardi di dollari di assistenza per la sicurezza e l’acquisto accelerato di armi da parte di Taipei. La legge incoraggia anche la partecipazione di Taiwan a manovre congiunte, anche se “non fornisce garanzie”, sottolinea Lin Ying-yu della Tamkang University. A Taipei si è però notato che sono rimasti solo i prestiti e sono sparite le sovvenzioni previste inizialmente dal Taiwan Enhanced Resilience Act, accorpato al bilancio per le spese militari.
A Pechino si teme invece che i nuovi passi normativi possano aiutare Taipei a entrare in possesso di sistemi difensivi più sofisticati degli attuali, messi a dura prova dalla “normalizzazione” delle manovre militari sullo Stretto e oltre la linea mediana. Nei giorni scorsi, durante le esercitazioni navali congiunte con la Russia, gli aerei cinesi avevano effettuato rotte molto più prolungate e audaci del solito al sud di Taiwan (qui la mappa). “Una risposta ai test missilistici nella base di Jiupeng”, spiega un funzionario di Taipei.
Ne ho scritto qui.
Le armi Usa
Il 29 dicembre Biden ha firmato una legge di finanziamento del governo statunitense per il 2023 che include disposizioni per autorizzare 2 miliardi di dollari di prestiti a Taiwan per l’acquisto di armi dagli Stati Uniti. Biden ha finalizzato l’Omnibus Consolidated Appropriations Act da 1.65 trilioni di dollari che copre i finanziamenti per il governo degli Stati Uniti per l’anno fiscale 2023 prima dell’arrivo del nuovo anno.
Per quanto riguarda le disposizioni relative a Taiwan, la legge consente prestiti diretti a Taiwan per scopi militari fino a 2 miliardi di dollari nell’ambito del “Programma di finanziamento militare estero”, con l’obbligo per Taiwan di ripagare i prestiti entro 12 anni. Il disegno di legge non include, tuttavia, disposizioni per fornire sovvenzioni per 10 miliardi di dollari – 2 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni – a Taiwan per l’acquisto di armi di fabbricazione statunitense, come autorizzato dal National Defense Authorization Act per l’anno fiscale 2023.
A Taipei, gli esperti dubitano della fattibilità delle esercitazioni congiunte.
Il Dipartimento di Stato americano ha approvato anche la possibile vendita a Taiwan di sistemi di sminamento anticarro Volcano per un valore stimato di 180 milioni di dollari, ha dichiarato il 8 dicembre il Pentagono.
“Gli Stati Uniti rischiano la corsa agli armamenti con la legge sulla sicurezza di Taiwan”, avvertono gli analisti cinesi.
Jude Blanchett e Ryan Hass sostengono su Foreign Affairs che “la miglior soluzione” alla questione di Taiwan è “non avere una soluzione”. I due analisti ritengono che gli Usa dovrebbero mantenere la loro ambiguità strategica e che una maggiore chiarezza potrebbe portare più rischi che benefici a Taipei.
Zhihua Zheng sul South China Morning Post suggerisce che una possibile reazione alla potenziale visita a Taipei del nuovo speaker in pectore del Congresso Usa, il repubblicano Kevin McCarthy, potrebbe essere una rivendicazione territoriale più esplicita dello spazio aereo e navale intorno a Taiwan.
Pechino tra nomine e norme
Pechino ha nominato un nuovo capo del suo ufficio per gli affari di Taiwan. Si tratta di Song Tao, una scelta imprevista dato che in molti ritenevano fosse destinato al ritiro dalla scena politica visti i suoi 67 anni. Song è noto soprattutto per la sua visita rompighiaccio in Corea del Nord nel 2017 come inviato speciale del presidente Xi Jinping. Sostituisce Liu Jieyi. In precedenza, Song è stato vice ministro degli Esteri e direttore del Dipartimento di collegamento internazionale del Partito comunista cinese, che si occupa delle relazioni con partiti e organizzazioni straniere. In quest’ultimo ruolo ha rappresentato Xi in diversi importanti viaggi in Corea del Nord, Vietnam e Cuba. Song ha lasciato il Dipartimento di collegamento internazionale nel giugno di quest’anno dopo essere stato nominato vice direttore del comitato per l’istruzione, la scienza, la salute e lo sport della Conferenza consultiva politica del popolo cinese.
Martedì 28 dicembre a Pechino si è iniziato a deliberare un emendamento alla legge sul controspionaggio. L’Assemblea nazionale del popolo potrebbe approvare l’emendamento, che non è ancora stato reso pubblico, già nella prima metà del 2023. La legge è entrata in vigore nel novembre 2011 e definisce lo spionaggio come la partecipazione a un’organizzazione di intelligence straniera. “Si ritiene che la spinta per un emendamento sia legata ai recenti sviluppi riguardanti Taiwan”, scrive Nikkei Asia. “Xi teme che potenze esterne come Stati Uniti, Giappone ed Europa stiano lavorando contro il suo obiettivo di unificare Taiwan con la Cina continentale”.
Delle spinte normative di Pechino sul fronte Taiwan ho scritto diverse volte, per esempio in riferimento al XX Congresso oppure con la vicenda di Wu Rwei-ren.
Semiconduttori: TSMC verso l’apertura di un impianto in Germania
La TSMC è in trattative avanzate con i principali fornitori per la creazione del suo primo potenziale impianto europeo nella città tedesca di Dresda, una mossa che consentirebbe al più grande produttore di chip al mondo di capitalizzare la domanda in crescita dell’industria automobilistica della regione. L’azienda taiwanese invierà un team di dirigenti in Germania all’inizio del prossimo anno per discutere il livello di supporto governativo per il potenziale impianto e la capacità della catena di fornitura locale di soddisfare le sue esigenze, mentre nelle prossime settimane arriverà a Taipei un ministro del governo tedesco. Dell’ipotesi Dresda avevo scritto mesi fa quando si era diffusa la voce di un possibile investimento in Italia.
L’azienda ha intanto inaugurato il 29 dicembre la produzione di massa dei suoi chip più avanzati a Tainan e il presidente della società ha dichiarato che continuerà ad espandere la capacità sull’isola, promettendo “fedeltà” e “impegno” del mantenimento della tecnologia più avanzata a Taiwan.
Intanto, il recente annuncio che verranno triplicati gli investimenti in Arizona sta portando a sviluppi economici per l’area. Del tema “chip war“ ho scritto negli ultimi giorni qui.
Altre notizie
Taiwan sottoporrà gli arrivi dalla Repubblica popolare al test Covid a partire dal 1° gennaio, in risposta all’aumento dei casi. Il Centro centrale di comando per le epidemie di Taiwan ha dichiarato che tutti i passeggeri che arrivano con voli diretti dalla Rpc, nonché con imbarcazioni nelle isole Kinmen e Matsu, dovranno sottoporsi a test all’arrivo.
“Non esiste una base legale per limitare l’uso pubblico di TikTok“, ha dichiarato lo Yuan Esecutivo, aggiungendo però che consulterà le normative di altri paesi e le parti interessate di Taiwan per determinare se sia necessario modificare le leggi. A Taiwan, ai dipendenti pubblici è stato vietato di utilizzare le piattaforme di social media della Cina continentale dal 2019.
L’economia taiwanese dà segni di rallentamento.
L’ex segretario generale della Nato, il danese Rasmussen, è in arrivo a Taipei per una visita di tre giorni.
“A Tainan, un museo meno conosciuto presenta una versione desinicizzata della storia dell’isola e rivela una divisione politica sulla memoria collettiva”, racconta The China Project in merito al National Museum of Taiwan History, una delle iniziative lanciate negli ultimi anni per rafforzare l’alterità identitaria taiwanese da parte del governo Dpp.
Andrea Sing-ying Lee, rappresentante di Taipei in Italia, si appresta a lasciare l’ufficio di Roma dopo circa 4 anni. Scrive Lee: “La mia missione a Roma volge al termine, dopo oltre quattro anni in cui ho visto i rapporti bilaterali svilupparsi positivamente, trainati dalla “mano invisibile” della logica economico-industriale. Durante il mio mandato, iniziato nell’agosto 2018, i rapporti con l’Italia sono cresciuti anno dopo anno, grazie anche all’esistenza di forti valori condivisi. In quattro anni si è registrato più di 1 miliardo di investimenti tra Taiwan e Italia. Nel campo degli scambi commerciali, Taiwan e Italia hanno registrato complessivamente circa 5,5 miliardi di euro di scambi nel 2021, con un saldo di circa 400 milioni a favore dell’Italia. L’Italia anche quest’anno rimane il terzo partner commerciale di Taiwan nell’UE dopo Germania e Paesi Bassi“. Qui il messaggio integrale.
Di Lorenzo Lamperti
Taiwan Files – La puntata precedente
Taiwan Files – Tutte le puntate del 2022
Taiwan Files – Le elezioni locali e l’impatto sulle presidenziali 2024
Taiwan Files – Speciale elezioni locali
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Classe 1984, giornalista. Direttore editoriale di China Files, cura la produzione dei mini e-book mensili tematici e la rassegna periodica “Go East” sulle relazioni Italia-Cina-Asia orientale. Responsabile del coordinamento editoriale di Associazione Italia-ASEAN. Scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra cui La Stampa, Il Manifesto, Affaritaliani, Eastwest. Collabora anche con ISPI. Cura la rassegna “Pillole asiatiche” sulla geopolitica asiatica.