I titoli di oggi:
- Xi Jinping “leader del popolo”?
- Il presidente indonesiano in visita a Tokyo
- Perdono presidenziale per il magnate di Samsung: il PM dice sì
- Tencent supera Sony e Apple nei videogiochi
- Huawei lancia HarmonyOS 3
Xi Jinping “leader del popolo”?
Presidente. Timoniere. Guida. Sono alcuni dei termini con i quali media di stato fanno riferimento al presidente della Repubblica Popolare Xi Jinping. A questi si è aggiunto negli ultimi mesi l’appellativo di “leader del popolo”, termine utilizzato con sempre maggiore frequenza da quotidiani nazionali e alti funzionari del Partito. Già conosciuto come il “nuovo timoniere” e descritto dai media nazionali come un “leader capace di trasportare il paese in tempi di difficoltà”, Xi potrebbe vedersi riconosciuto il titolo ufficiale di “leader del popolo” in occasione del XX Congresso del Pcc, previsto il prossimo ottobre. Oltre ai media tradizionali, anche diversi funzionari del Partito hanno adottato il nuovo appellativo. Come Chen Yixin, segretario generale della Commissione centrale per gli affari politici e legali, che ha dichiarato una “priorità” del governo il garantire la leadership assoluta del presidente. Prima di Xi, altri leader della storia del Pcc si sono guadagnati titoli ufficiali legati al loro operato per il Partito e il paese, come “il grande leader” Mao Zedong e il “saggio leader” del suo successore Hua Guofeng.
L’incremento esponenziale del termine è stato interpretato da diversi esperti come un segnale di fiducia per il presidente in previsione del XX Congresso del Pcc, dove a Xi sarà molto probabilmente conferito un terzo mandato presidenziale dopo l’abolizione nel 2018 del limite dei due mandati previsto dalla costituzione cinese. Segretario generale del Partito oltre che leader del paese, Xi ha dichiarato in un discorso pronunciato mercoledì 27 luglio durante un seminario dedicato al futuro della Cina e del Pcc che i prossimi cinque anni saranno “cruciali” per cogliere e contrastare “il problema dello sviluppo squilibrato e insufficiente” del paese. Oltre al progressivo rallentamento dell’economia e allo strascico di danni provocati da oltre due anni di pandemia da Covid-19, pesano sulla situazione le tensioni con gli Usa e le conseguenze del conflitto in Ucraina. Il presidente ha dunque incoraggiato i dirigenti politici del Pcc a considerare che “i rischi e le sfide che devono essere affrontati, le contraddizioni e i problemi che devono essere risolti sono più complicati che mai”.
Il presidente indonesiano in visita a Tokyo
Continua il viaggio asiatico del presidente indonesiano Joko Widodo, che dopo essersi recato a Pechino per parlare con il presidente Xi Jinping, nella giornata di mercoledì 27 luglio ha incontrato a Tokyo il primo ministro giapponese Kishida Fumio.
I due leader si sono confrontati sulle aree di possibile cooperazione futura tra i rispettivi paesi, dalla difesa all’energetico, passando per il settore automotive. Widodo ha poi rinnovato le condoglianze al premier giapponese per la morte dell’ex primo ministro Abe Shinzo, assassinato lo scorso 8 luglio.
A seguito dell’incontro, Kishida ha dichiarato che il prossimo agosto le forze di difesa giapponesi parteciperanno per la prima volta alle esercitazioni militari in Indonesia, le cosiddette “scudo Garuda”, al fianco di Stati Uniti e Australia. Trend positivo dunque nei rapporti tra Tokyo e Giacarta mentre il Giappone prosegue nel suo impegno a rafforzare i legami con i diversi paesi asiatici tramite accordi bilaterali, utili per esplorare una possibile terza via di difesa asiatica che non dipenda da Cina e Stati Uniti. A marzo 2021, per esempio, un accordo tra i due paesi ha consentito l’incremento delle esportazioni di equipaggiamento militare giapponese verso Giacarta. Il Giappone di Kishida ha più volte sottolineato l’importanza di mantenere un “Indo-Pacifico libero e aperto”. A seguito del vertice con Widodo, Kishida ha poi dichiarato che il governo giapponese erogherà un prestito di 318 milioni di dollari per l’Indonesia, da impiegare in progetti infrastrutturali e nella prevenzione dei disastri.
La cooperazione tra i due paesi si sta rafforzando anche tra privati. Il ministro dell’Economia indonesiano Airlangga Hartarto ha comunicato che l’azienda automobilistica giapponese Toyota ha intenzione di investire 1.8 miliardi di dollari in Indonesia nei prossimi cinque anni per la produzione di veicoli elettrici mentre la Mitsubishi Motors Corp pianifica di investire 10 trilioni di rupie in Indonesia tra il 2022 e il 2025. L’Indonesia, con la sua popolazione da 270 milioni di persone, ha in progetto di rimpiazzare i veicoli a combustione e vendere esclusivamente auto e moto elettriche nel paese entro il 2050.
Perdono presidenziale per il magnate di Samsung: il PM dice sì
Il primo ministro della Corea del Sud Han Duk-soo ha consigliato di concedere il perdono presidenziale per Jay Y. Lee, vicepresidente di Samsung Electronics. Lee era stato condannato per truffa e corruzione a gennaio 2021, ma aveva ottenuto di essere rilasciato in libertà condizionale ad agosto dello stesso anno.
Durante una seduta del Parlamento, il premier sudcoreano ha dichiarato contemplabile la revisione delle condanne di alcuni uomini d’affari importanti tra cui anche Lee. La sentenza di Lee volge al termine venerdì 29 luglio. Un eventuale perdono da parte del presidente Yoon Suk-yeol sarebbe dunque puramente simbolico. Tradizionalmente inoltre, il perdono presidenziale viene elargito il 15 agosto, in occasione della giornata dell’indipendenza sudcoreana.
La possibilità del perdono di Lee rientra nel più ampio tema riguardo le chaebol, i conglomerati industriali a guida familiare, e la loro governance da molti ritenuta “predatoria”. L’amministrazione Moon aveva fatto della lotta alle chaebol un punto cardine del proprio programma. Tuttavia il tema non è rientrato nella campagna elettorale che ha visto prevalere il conservatore Yoon lo scorso marzo. Lee ha ancora una causa in ballo dove dovrà difendersi dalle accuse di frode riguardo all’assorbimento illegittimo di due componenti di Samsung nel 2015.
Tencent supera Sony e Apple nei videogiochi
Piccoli investimenti. Grandi risultati. Il colosso del tecnologico Tencent, già proprietario di Wechat, è diventato il primo attore nel settore dei videogiochi a livello internazionale, superando giganti come Sony e Microsoft. Un risultato ottenuto tramite una diversificazione dei prodotti e piccoli investimenti mirati per lo sviluppo di nuovi videogiochi per un mercato non più solo domestico, ma internazionali. Come riporta Nikkei Asia, sarebbero 180 gli investimenti strategici effettuati negli ultimi anni da Tencent Holdings che hanno aiutato la compagnia a raggiungere un fatturato di 32.2 miliardi lo scorso anno. Numero ben al di sopra dei 18.2 miliardi di Sony e i 15.3 miliardi di Apple.
Per fare fronte alle sempre più pervasive restrizioni al settore tecnologico nella Repubblica Popolare Cinese, che hanno coinvolto anche il braccio videogiochi dell’azienda di Shenzhen (da ultime le restrizioni alla pubblicazione di nuovi titoli e le limitazioni di gioco per i minorenni), Tencent ha guardato al mercato internazionale, investendo tramite diversi studi di produzione su giochi già famosi a livello internazionale disponibili su piattaforme come Steam. A ottobre 2021, per esempio, Tencent ha comprato una fetta di Elden Ring, celebre gioco RPG della giapponese FromSoftware. Già dal 2015 invece è proprietaria assoluta di League of Legends di Riot Games, ma anche Fornite di Epic Games e Player Unkown’s Battlegrounds di Krafton.
Huawei lancia HarmonyOS 3
È arrivata HarmonyOs 3, la terza versione del sistema operativo sviluppato dalla telco cinese. L’alternativa ai sistemi Android precedentemente installati sui dispositivi Huawei era stata sviluppata in tempi record dall’azienda per far fronte al blocco alle importazioni da parte degli Stati Uniti sotto l’amministrazione Trump che ha messo in difficoltà l’azienda.
A tre anni di distanza dall’inserimento di Huawei nella lista nera di Washington, la big tech propone ora la terza versione del suo sistema operativo e lancia anche Petal Chuxing, piattaforma di ride hailing che unisce i servizi di providers terzi ed è compatibile con tutti i dispositivi dell’azienda di Shenzhen. L’introduzione dell’app di servizio taxi fa parte del tentativo di Huawei di risollevare i propri introiti dopo il duro colpo subito dalla guerra dei dazi con gli Stati Uniti. Nonostante l’azienda abbia dichiarato di “non voler competere con nessuno” con l’introduzione di Petal Chuxing, il tempismo è a favore di Huawei. Didi Chuxing, principale azienda che offre servizi di ride hailing in Cina, è stata infatti paralizzata dalle sanzioni governative sulla quotazione nelle borse internazionali prima, e per violazione delle recenti leggi sulla sicurezza informatica poi. Oltre al congelamento dei nuovi utenti imposto dalle autorità la scorsa estate, una settimana fa Didi è stata multata per la cifra record di 1.2 miliardi di dollari per aver violato i protocolli di sicurezza informatica.
Giornalista praticante, laureata in Chinese Studies alla Leiden University. Scrive per il FattoQuotidiano.it, Fanpage e Il Manifesto. Si occupa di nazionalismo popolare e cyber governance si interessa anche di cinema e identità culturale. Nel 2017 è stata assistente alla ricerca per il progetto “Chinamen: un secolo di cinesi a Milano”. Dopo aver trascorso gli ultimi tre anni tra Repubblica Popolare Cinese e Paesi Bassi, ora scrive di Cina e cura per China Files la rubrica “Weibo Leaks: storie dal web cinese”.