I titoli di oggi:
- Huawei: il fatturato cresce e Meng Wenzhou torna sulla scena
- Spazio: i tre taikonauti cinesi pronti al rientro sulla Terra
- Metaverso e Pcc: l’accademia del Partito si adatta ai tempi
- Licenziamenti di massa e costo della vita troppo elevato: sempre meno cinesi sognano le megalopoli
- Record degli investimenti diretti esteri in Cina
- Stati Uniti e Filippine: le più grandi esercitazioni militari di sempre
- Giappone: in arrivo nuove misure per combattere il rischio economico
- India: iniziato lo sciopero nazionale dei lavoratori
Huawei: il fatturato cresce e Meng Wenzhou torna sulla scena
Lunedì 28 marzo la compagnia cinese Huawei Technologies Ltd. ha annunciato un aumento dei profitti nel 2021 del 75,9%. Nello specifico, a crescere è stato l’utile netto (differenza tra ricavi totali e costi d’esercizio), contro un calo dei ricavi per quanto riguarda i settori più penalizzati dalla guerra commerciale e dalla pandemia. Cosa è successo, quindi? Huawei ha raggiunto la cifra record di 113,7 miliardi di yuan di utile (17,8 miliardi di dollari) grazie alle vendite di un’unità di telefonia mobile a un consorzio statale cinese. L’azienda ha cercato di inserirsi laddove poteva evitare lo scontro con Washington, che vieta ad alcune realtà cinesi della “lista nera” l’accesso diretto alle tecnologie statunitensi, in particolare i microchip. La diminuzione delle entrate (-29%) riguarda invece le vendite di Huawei all’estero, dove molti paesi hanno oramai chiuso al 5G made in China.
“La posizione finanziaria di Huawei è solida. […] Le sanzioni hanno influito in modo significativo sulla nostra attività, ma Huawei potrebbe riprendersi mentre sviluppa nuove linee di prodotti”, ha commentato Meng Wenzhou. Meng, la chief financial officer di Huawei, è stata rilasciata nel settembre 2021 dalle autorità Usa e solo questa settimana è tornata ufficialmente sulla scena pubblica. Il suo ritorno in Cina dal Canada è stato negoziato insieme al rilascio di due cittadini canadesi incarcerati in Cina, l’ex diplomatico Michael Kovrig e l’uomo d’affari Michael Spavor.
Spazio: i tre taikonauti cinesi pronti al rientro sulla Terra
I tre taikonauti a bordo della stazione spaziale cinese sono pronti a tornare sulla Terra. Zhai Zhigang, Wang Yaping e Ye Guangfu hanno raggiunto la stazione di Tiangong viaggiando sulla navicella Shenzhou 13, rimanendo sei mesi a bordo. Si tratta delle permanenza più lunga nello spazio di un team di astronauti cinesi. Ora i tre si accingono a portare con sé i dati raccolti durante i 160 giorni in orbita.
Secondo quanto annunciato dalla China Manned Space Agency (Cmsa), i lavori per il completamento della stazione spaziale cinese dovrebbero terminare entro la fine del 2022, raggiungendo le dimensioni di 1/4 della stazione spaziale internazionale (Iss). Le previsioni dell’agenzia spaziale cinese stimano che la base potrà rimanere operativa per 10 anni, estendibili a 15 con le dovute manutenzioni. Nel frattempo, la Iss ha compiuto 15 anni e mostra i primi segni di “invecchiamento”, in particolare nel segmento russo Zvezda.
Metaverso e Pcc: l’accademia del Partito si adatta ai tempi
Il Metaverso approda alla scuola dei quadri del Partito comunista cinese. È quanto racconta un articolo pubblicato da Tencent Holdings, il gruppo di WeChat, sul primo sistema di realtà virtuale applicato alla sfera formativa del Partito. Il software vede la partecipazione della pechinese Mengke VR e permette ai partecipanti di interagire attraverso la realtà aumentata. L’esperimento va avanti da qualche anno, sottolinea il South China Morning Post, con alcune realtà locali che hanno sfruttato la tecnologia per portare avanti l’obbiettivo della “costruzione del Partito”. Il nuovo sistema, ha commentato l’azienda, permette di abbattere i costi di viaggio mantenendo l’interazione e sostenendo la formazione continua dei membri del Pcc.
L’enfasi sulla formazione e sulla partecipazione attiva dell’élite politica cinese, soprattutto tra la dirigenza, è diventata una priorità con l’arrivo di Xi Jinping alla guida del paese (e del Partito). Ma l’applicazione delle “tecnologie del Metaverso” è ancora oggetto di dibattito, tanto che alcuni legislatori hanno proposto maggiori tutele e regole durante le Due sessioni di marzo 2022.
Stati Uniti e Filippine: le più grandi esercitazioni militari di sempre
Hanno preso il via ieri le simulazioni di guerra Balikatan (“fianco a fianco” in filippino), un addestramento che terrà impegnati per dodici giorni soldati filippini e statunitensi nell’isola di Luzon, la più grande e popolosa del paese. Sospese durante la pandemia, le esercitazioni si svolgono a cadenza annuale, ma quest’anno la portata è maggiore: i militari saranno 9 mila (3.800 filippini e 5.100 statunitensi) e si impegneranno nella sicurezza marittima, nelle operazioni anfibie, negli esercizi di fuoco vivo e nelle operazioni anti-terrorismo.
La situazione, ha detto il capo dell’esercito filippino Andres Centino durante la cerimonia d’apertura, riflette “l’alleanza sempre più profonda” tra i due paesi, malgrado le prese di posizione del presidente uscente Rodrigo Duterte: durante il suo mandato Duterte si è in una certa misura avvicinato alla Cina e, a febbraio 2020, ha chiarito l’intenzione di eliminare il Visiting Forces Agreement, che offre il quadro giuridico a Washington per tenere esercitazioni militari congiunte nelle Filippine. Ma le preoccupazioni di cittadini ed esercito per le ambizioni territoriali di Pechino nel conteso Mar Cinese Meridionale hanno spinto le Filippine a fare marcia indietro e ripristinare gli accordi militari con gli Stati Uniti. Appena tre giorni fa, infatti, la Guardia Costiera Filippina ha segnalato l’ennesima manovra “pericolosa” di una nave cinese ne pressi della Scarborough Shola, a 124 miglia nautiche al largo della costa occidentale del paese. Non solo. In ballo nelle relazioni Usa-Filippine c’è anche la crisi ucraina: di recente Duterte ha espresso preoccupazioni in merito alle implicazioni dell’alleanza di sicurezza stipulata con gli Stati Uniti, che permette a Washington di fare affidamento su diverse basi filippine per immagazzinare attrezzature per la difesa.
Licenziamenti di massa e costo della vita troppo elevato: sempre meno cinesi sognano le megalopoli
I costi degli alloggi proibitivi e le conseguenze della pandemia sul mercato del lavoro stanno rendendo le megalopoli cinesi sempre meno attraenti agli occhi di migliaia di cinesi, che scelgono di trasferirsi in città di seconda fascia, come Hangzhou o Chengdu – capoluogo del Sichuan che l’anno scorso ha registrato 245 mila abitanti in più. Il South China Morning Post riporta i dati inerenti a Pechino, Shanghai e Guangzhou: nel 2021 il numero degli abitanti della capitale è calato di 4 mila persone rispetto all’anno precedente, attestandosi a 21,89 milioni; la crescita della popolazione di Shanghai è rallentata, e lo scorso anno il centro finanziario ha “guadagnato” soltanto 10.700 persone; Guangzhou, tradizionale meta di migrazione interna, ha aggiunto solo 70 mila persone ai suoi 18,81 milioni. Sebbene le agenzie del lavoro mostrano come i laureati siano ancora attratti dalle città di prima fascia, poli urbani come Wuhan, Xi’an e Changsha hanno lanciato politiche per rendere più facile ai giovani guadagnare la residenza locale e beneficiare, quindi, del sistema di welfare della città.
Record degli investimenti diretti esteri in Cina
I dati ufficiali relativi al 2021 riportano una crescita degli investimenti diretti esteri (Ide) attratti dalla Cina del 32% rispetto all’anno precedente. Il valore raggiunto è di 334 miliardi di dollari. Come riporta Caixin, gli Ide sono una componente importante degli investimenti esteri netti nel paese, che hanno registrano un aumento del 13% lo scorso anno. Gli afflussi, sottolinea la Xinhua, sono un segno della fiducia degli investitori globali nei mercati del paese, malgrado la crisi pandemica e l’aumento delle tensioni geopolitiche. “La crescita resiliente della Cina rende le sue attività tra le più promettenti al mondo”, ha detto l’analista della China International Capital Corporation Li Qiusuo al South China Morning Post.
Giappone: in arrivo nuove misure per combattere il rischio economico
Martedì 29 marzo la Bank of Japan (Boj) ha rilanciato la vendita illimitata di titoli di Stato fino a giovedì nel tentativo di tamponare il rischio economico. I recenti sviluppi internazionali, tra cui la guerra in Ucraina, hanno portato a un forte deprezzamento dello Yen, penalizzando le importazioni e alzando i prezzi per i consumatori. Nel frattempo, il premier giapponese Fumio Kishida ha chiesto un nuovo pacchetto di aiuti entro la fine del mese. Tra gli obbiettivi principali rientrano i sussidi per abbassare il costo dei carburanti e delle materie prime, nonché dei generi alimentari in generale.
India: iniziato lo sciopero nazionale dei lavoratori
Lunedì 28 ottobre i sindacati indiani hanno inaugurato uno sciopero nazionale dei lavoratori di due giorni. Centinaia di migliaia di persone in tutto il paese protestano contro una serie di provvedimenti che, a detta dei rappresentanti di categoria, “danneggiano i lavoratori, gli agricoltori e gli indiani in generale”. In stato d’allerta soprattutto le aziende del settore energetico, che il Governo ha invitato a lavorare per garantire il corretto funzionamento della rete elettrica per ospedali, ferrovie e strutture militari.
L’attuale governo indiano guidato da Narendra Modi è accusato di aver scelto la strada delle privatizzazioni indiscriminate. Dopo oltre un anno di proteste, Nuova Delhi ha accantonato le tre leggi nel settore agricolo che avrebbero penalizzato i piccoli produttori. Ciò non ha impedito che i legislatori indiani portassero avanti altre proposte di riforma dei settori giudicati più “sottoperformanti”, tra cui asset statali e banche pubbliche (nelle quali la partecipazione dello Stato è concesso fino al 51%).
A cura di Sabrina Moles e Vittoria Mazzieri