Sono iniziati il 3 marzo i XIII Giochi paralimpici invernali di Pechino, le Olimpiadi per atleti con disabilità fisiche. Malgrado il sistema legislativo cinese garantisca diritti trasversali nell’ambito dell’occupazione, dell’istruzione e dell’accessibilità ai servizi pubblici, le oltre 85 milioni di persone con disabilità del paese soffrono ancora la presenza di ostacoli fisici e gli effetti di un diffuso stigma sociale. Il contenuto è un estratto dalla newsletter settimanale disponibile per i sottoscrittori di China Files. Qui per sapere come ottenerla.
Alle disabilità e alle paralimpiadi abbiamo dedicato una diretta instagram (la potete trovare qui): in collaborazione con l’Istituto Confucio di Milano, Lucrezia Goldin e Emiliano Barcella hanno parlato di questi temi anche attraverso l’analisi dei termini della lingua cinese.
La percezione della disabilità in Cina: una questione ancora problematica
- Non sono rari i casi, soprattutto nelle zone rurali, di bambini abbandonati perché affetti da malattie mentali o di persone con disabilità fisiche e cognitive che trascorrono la vita in condizioni precarie, legati alla catena o chiusi in gabbia. Al senso di vergogna di avere in casa, o nel luogo di lavoro, una persona affetta da disabilità, si lega una retorica mainstream del disabile come eroe capace di “vincere” la propria malattia, meritevole di interesse solo in relazione alla capacità di riscattarsi dalla sua condizione di svantaggio ed eccellere in ambito lavorativo (nello sport, ad esempio).
«La disabilità non è affatto “affare di qualcun altro”, e non è semplicemente una questione individuale, ma è piuttosto un problema sociale causato da difetti di progettazione e carenze istituzionali»
- Chiamando in causa l’abilismo strutturale insito nella società odierna, un recente articolo pubblicato sul sito di notizie sanitarie DXY (qui tradotto in inglese da China Digital Times) denuncia le poche concessioni che le città cinesi fanno ai disabili: accessi inesistenti per le sedie a rotelle, percorsi rialzati per non vedenti che spesso conducono a vicoli ciechi e divieti di ingresso ai cani guida nella maggior parte degli esercizi pubblici. L’articolo ha promosso una raccolta fondi lanciata a dicembre dalla Federazione cinese dei disabili della provincia dello Zhejiang, per la costruzione di rampe per sedie a rotelle.
- La mancanza di strutture adeguate, ha scritto l’autore, è la causa determinante di tragedie come quella che ha colpito Chen Xiaoping, attivista deceduta nei primi giorni del 2021, tre giorni dopo essere caduta dalla sua sedia a rotelle mentre stava salendo su un marciapiede non a norma, nel distretto di Bao’An a Shenzhen. Pretendere infrastrutture accessibili e la parità dei diritti significa intervenire in un cambiamento che è a beneficio della collettività.
Com’è cambiata la normativa?
- Gli anni Ottanta hanno visto emergere in Cina programmi su larga scala in risposta a una maggiore attenzione a livello internazionale – l’ONU nel 1975 aveva adottato la Convenzione sui diritti delle persone disabili, seguita nel 1981 dall’istituzione dell’Anno Internazionale delle persone disabili. Essenziale è stato l’intervento di Deng Pufang, figlio maggiore di Deng Xiaoping divenuto paraplegico per gli abusi subiti durante la Rivoluzione Culturale, che nel 1984 ha istituito un Fondo per persone con disabilità e nel 1988 ha fondato la Federazione cinese delle persone disabili (中国残疾人联合会), attualmente il principale organismo di rappresentanza.
- A livello legislativo il passo cruciale è stata l’emanazione nel 1990 della Legge per la protezione dei disabili. Nuovi regolamenti hanno introdotto interventi trasversali che, almeno su carta, tutelano i diritti dei disabili nell’ambito dell’istruzione, del lavoro e dei sistemi di assistenza, dei servizi pubblici e delle attività culturali e sportive.
- Nel nuovo piano quinquennale 2021-2025 sono stati inclusi gli sforzi per il “raggiungimento della prosperità comune” per le persone con disabilità, tanto nelle aeree urbane che in quelle rurali.
- Nel 2008, in occasione delle Olimpiadi e Paraolimpiadi della capitale, la Cina ha ratificato la Convenzione dell’Onu. In quell’anno, con la nomina di Deng Pufang a presidente esecutivo del Comitato organizzatore dei Giochi olimpici, si sono registrati sforzi importanti nella costruzione di nuove strutture sanitarie apposite e nell’avvio di un programma per disabili e disoccupati che prevedeva un rimborso per le spese sanitarie oltre una certa somma.
- A settembre del 2021 è stato pubblicato l’ultimo emendamento del Regolamento sull’istruzione per le persone con disabilità del 1994, che prevede che i governi locali stanzino dei finanziamenti per l’integrazione delle persone con disabilità negli ambienti scolastici. Spesso, tuttavia, bambini e ragazzi disabili sono rilegati in “strutture speciali” – il più delle volte fuori dalla portata finanziaria o geografica delle famiglie a basso reddito – i cui studenti, fino al 2015, non potevano sostenere il gaokao, l’importantissimo esame per l’accesso alle università.
- In ambito lavorativo è previsto un sistema a quote, secondo cui l’azienda deve riservare l’1.5% delle posizioni lavorative alle persone disabili. Ma a conti fatti molte imprese preferiscono incorrere in sanzioni piuttosto che scegliere di assumere lavoratori con disabilità.
L’intervento della società civile e il giro di vite delle Ong
- La legge cinese non avrebbe raggiunto un livello di copertura tale senza l’intervento di organizzazioni no-profit come il Beijing Yirenping Centre (北京益仁平中心, BYC). Istituito nel 2006 con lo scopo di combattere le discriminazioni sofferte dalle persone con infezioni da epatite B, HIV e AIDS, il BYC ha poi esteso la sua azione a supporto dei migranti, delle minoranze sessuali e dei disabili: attraverso importanti cause legali, performance pubbliche e seminari, gli attivisti hanno spinto le autorità pubbliche sotto le leadership di Hu Jintao e Wen Jiabao a risolvere alcuni dei problemi strutturali della società cinese (qui un articolo scritto per Made in China Journal da uno dei fondatori del centro, Lu Jun). Rilevante anche l’azione di un’altra Ong per la promozione dei diritti delle persone con disabilità, la Changsha Funeng (长沙富能).
- Il giro di vite ai danni delle Ong del paese che ha avuto il suo culmine nel 2015 ha generato un forte impatto su questo genere di organizzazioni, visti i forti limiti alla raccolta di finanziamenti – e il divieto di accedere a fondi stranieri – e un controllo da parte degli organi governativi sempre più stringente. Dal 2015 molti attivisti sono stati arrestati con l’accusa di “attività economiche illegali” e “sovversione del potere statale”.
Marchigiana, si è laureata con lode a “l’Orientale” di Napoli con una tesi di storia contemporanea sul caso Jasic. Ha collaborato con Il Manifesto, Valigia Blu e altre testate occupandosi di gig economy, mobilitazione dal basso e attivismo politico. Per China Files cura la rubrica “Gig-ology”, che racconta della precarizzazione del lavoro nel contesto asiatico.