I titoli di oggi:
- Pechino dice no alle sanzioni contro Mosca, ma si astiene all’Onu
- Il web si indigna per un’altra donna incatenata e il governo corre ai ripari
- L’urbanizzazione cinese frena: nel 2021 il tasso più basso degli ultimi 25 anni
- Cina, ulteriore stretta sui fornitori di servizi online
La Cina si oppone alle sanzioni unilaterali finanziarie alla Russia. Non che sia una novità, ma ieri il presidente dell’autorità di regolamentazione bancaria cinese, Guo Shuqing, ha ribadito che Pechino non si unirà agli Stati Uniti e ai governi europei nell’imporre sanzioni finanziarie a Mosca. E nel rimarcare la contrarietà al provvedimento, Guo ha precisato che Pechino manterrà “normali scambi economici, commerciali e finanziari con tutte le parti interessate”. Il messaggio è certamente arrivato al Cremlino, che vede nella Cina e nel suo sistema Cips un’ancora di salvezza dopo l’esclusione di sette banche russe dal sistema dello Swift. Tuttavia Pechino è al lavoro per proteggere il sistema di approvvigionamento energetico e di materie prime, prevenendo così un probabile stop alle forniture a causa della guerra in Ucraina. Il governo cinese ha dato ordine alle agenzie governative, compreso il principale ente di pianificazione economica del paese, la National Development and Reform Commission, di spingere gli acquirenti statali a setacciare i mercati alla ricerca di materiali tra cui petrolio e gas, minerale di ferro, orzo e mais per colmare eventuali lacune causato dal conflitto in Ucraina. E nel farlo non bada a spese: il costo delle importazioni delle materie prime non rientra al momento nelle preoccupazioni di Pechino.
Ma sono diverse le speculazioni sulla posizione della Cina riguardo al conflitto in Ucraina. Se da un lato il Nyt riporta che la Cina avrebbe chiesto alla Russia, a inizio febbraio, di non invadere l’Ucraina prima della fine dei Giochi olimpici di Pechino (20 febbraio), dall’altro Pechino, sempre più scettica sull’invasione, si è astenuta dal voto della risoluzione non vincolante dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite in cui “deplora” l’aggressione russa all’Ucraina. L’inviato di Pechino, Zhang Jun, ha affermato che la risoluzione non è stata sottoposta a “consultazioni complete con tutti i membri” dell’assemblea e, soprattutto, il documento “non tiene pienamente conto della storia e della complessità della crisi attuale”.
Il web si indigna per un’altra donna incatenata e il governo corre ai ripari
Un altro caso di una donna vittima di traffico a scopo matrimoniale, dopo il caso di Xiao Huamei. Le autorità della città di Yulin, nella provincia dello Shaanxi, hanno avviato un’indagine dopo che diversi utenti del web hanno denunciato le terribile situazione in cui vive Xiao Yu. Ad attirare l’attenzione dei netizen è stato proprio il marito della donna, un livestreamer di nome Li che, durante una puntata del suo programma, ha raccontato di conoscere le origini di sua moglie. Secondo quanto raccontato da Li, lui e Xiao Yu vivono insieme dal 2009. Dopo che Xiao Yu ha tentato di scappare molte volte, Li l’ha imprigionata, portando alla memoria degli utenti del web le immagini di Xiao Huamei tenuta in catene dal marito in una capanna fatiscente. Il vlogger ha poi raccontato che Xiao Yu ha partorito due bambini, un maschio e una femmina: quest’ultima sarebbe stata venduta dal padre per 30.000 yuan (4.700 dollare) a una persona di un villaggio vicino. Nella diretta, Li ha anche mostrato l’hukou falsificato di sua moglie: il documento, registrato a maggio 2019, riporta come data di nascita di Xiao Yu il 5 maggio 1975. Mentre le indagini delle autorità proseguono, l’account di Li, con 78.000 follower, è stato sospeso e i suoi video bloccati.
Il governo però vuole frenare il fenomeno della tratta di esseri umani. Il Ministero della Pubblica Sicurezza cinese ha deciso di lanciare un’operazione speciale fino alla fine del 2022 per reprimere il rapimento e la tratta di donne, bambini e disabili a partire dal 1 marzo, nel quadro degli sforzi volti a una maggiore tutela di tali gruppi. Secondo una dichiarazione rilasciata dal ministero, si intensificherà l’impegno per proteggere donne, bambini, vagabondi e mendicanti, così come coloro che hanno problemi mentali o disabilità verbali e uditive di origine sconosciuta. Una delle principali strategie della campagna è chiamata “Un milione di poliziotti che entrano in diecimila case”, per indicare che i funzionari andranno in profondità nelle comunità – comprese le famiglie, i villaggi, le istituzioni assistenziali e le agenzie di gestione dei soccorsi – per avere un quadro chiaro della situazione sul campo.
L’urbanizzazione cinese frena: nel 2021 il tasso più basso degli ultimi 25 anni
La spinta all’urbanizzazione della Cina sta registrando un costante calo. Dopo una graduale ascesa negli ultimi dieci anni, il fenomeno sembra rallentare a causa dei bassi obiettivi di crescita economica individuati dalle diverse province cinesi. Secondo gli esperti, la scarsa occupazione e la lenta creazione di nuovi posti di lavoro spinge i migranti rurali a non spostarsi verso le città. I dati restituiscono una fotografia della situazione. Secondo i numeri diffusi dall’Ufficio nazionale di statistica sullo sviluppo economico e sociale della Cina, lo scorso anno si è registrato un aumento del tasso di urbanizzazione del 0,83% per un totale del 64,72%: è il valore più basso degli ultimi 25 anni. In base a un recente rapporto dell’Accademia cinese delle scienze sociali, il tasso di urbanizzazione della Cina aumenterà in media di 1,03% all’anno durante il quattordicesimo piano quinquennale (2021-25), con l’obiettivo di raggiungere un valore totale di 75-80% entro il 2035. Ma l’ottimismo deve fare i conti con la realtà. La tendenza al ribasso del fenomeno migratorio potrebbe continuare nei prossimi anni. A incidere, come già successo lo scorso anno, sono fattori come la pandemia, e la conseguente politica di ‘Covid-zero’, e il rallentamento del settore immobiliare, dove vengono impiegati i lavoratori migranti. Ma un ricercatore del think tank Guangdong Society of Reform avverte: un maggiore aumento del tasso di urbanizzazione sarebbe possibile solo se la crescita economica riprendesse e se nelle città venissero forniti più servizi e tutelati più diritti dei lavoratori migranti.
Cina, ulteriore stretta sui fornitori di servizi online
Pechino presenta una nuova misura per frenare le irregolarità sul web. La Cyberspace Administration of China (CAC), l’ente regolatore del cyberspazio cinese, ha pubblicato una bozza di regolamento secondo cui le piattaforme online devono essere in possesso di una licenza per pubblicare le notizie pop-up (i pubbliredazionali, ndr) durante la navigazione sul web. Oltre al possesso di un’autorizzazione, le autorità chiedono ai fornitori degli annunci pop-up di fornire rassicurazioni sulla sicurezza del cyberspazio, dei dati e sulla protezione delle informazioni personali. Ma ci sono anche diverse limitazioni. Il Cac chiede alle aziende di vietare la pubblicazione di contenuti considerati nocivi per gli utenti, ponendo particolare attenzione agli elementi indirizzati agli adolescenti. Secondo la bozza, tutte le notizie pop-up, contrassegnate da un elemento che li contraddistingue dalle notizie, devono essere controllate manualmente al fine di evitare la pubblicazione di contenuti manipolati. Il mancato rispetto delle regole comporta una sanzione ai fornitori di servizi.
Corea del Sud: colpo di scena alle presidenziali
Ahn Cheol-oo, candidato del Partito popolare (Pp) alla presidenza della Corea del Sud, già ritenuto dai media del Paese potenziale ago della bilancia in vista del voto del 9 marzo, ha annunciato ufficialmente una alleanza politica con il candidato del partito conservatore Potere dei nazionali (Ppp), Yoon Suk-yeol. “Abbiamo concordato di lavorare assieme per cambiare il governo per il meglio”, ha annunciato ieri Ahn nel corso di una conferenza stampa. “Porteremo a compimento il passaggio di potere, in vista di una grande trasformazione verso l’innovazione”. Ahn e Yoon si presenteranno alle imminenti elezioni “come una squadra, colmando le reciproche debolezze”. Secondo anticipazioni fornite dalla stampa sudcoreana, l’accordo tra i due candidati comporterebbe anche la fusione tra i rispettivi partiti dopo il voto, mentre non è ancora chiaro il ruolo che Ahn assumerebbe in un futuro governo di centro-destra.
A cura di Serena Console
Sanseverese, classe 1989. Giornalista e videomaker. Si è laureata in Lingua e Cultura orientale (cinese e giapponese) all’Orientale di Napoli e poi si è avvicinata al giornalismo. Attualmente collabora con diverse testate italiane.