satellite tianwen 1

In Cina e Asia – Tianwen-1 manda un selfie alla Terra

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • Cina e spazio: Tianwen-1 manda un selfie alla Terra
  • Crisi ucraina: la Cina vota per discutere la questione al Consiglio di sicurezza Onu
  • Gli arresti per pubblicazione sediziosa tornano a Hong Kong: è la prima volta in 25 anni
  • Stretta sul settore immobiliare e strategia “zero-Covid”: perdite economiche per uno dei siti dei Giochi Invernali
  • Corea del Nord: nuovo lancio di un missile balistico a raggio intermedio
  • Cina. Continuano le discussioni sul web sul video della donna legata alla catena
  • Diritti umani: il Giappone vota una risoluzione nei confronti della Cina
Cina e spazio: Tianwen-1 manda un selfie alla Terra

L’Agenzia spaziale cinese ha diffuso le ultime immagini del satellite impiegato nella missione su Marte, Tianwen-1. Si tratta di un video ripreso dal braccio estensibile utile alle auto-riparazioni del macchinario, un componente dotato di videocamera che alcuni hanno già definito il suo “bastone per selfie”. Questo gli permette di riprendere dall’alto le calotte di ghiaccio che ricoprono il Polo nord del pianeta rosso. Buone notizie anche dal rover impiegato sul suolo di Marte: in 255 giorni marziani (40 minuti più lunghi rispetto a quelli terrestri) Zhu Rong ha percorso 1,5 km sulla superficie. La missione Tianwen-1 è anche l’impresa che sta posizionando la Cina seconda solo agli Stati Uniti nell’esplorazione di Marte.

Le immagini del satellite arrivano in concomitanza con il Capodanno lunare, ma anche in occasione del lancio del nuovo white paper dedicato alle missioni spaziali. Il successo dell’attuale missione su Marte ha convinto i ricercatori cinesi a lavorare su un secondo esperimento, questa volta con l’obbiettivo di portare sulla Terra alcuni campioni da studiare entro il 2030. Tra gli altri piani elencati nel programma quinquennale per lo spazio, un ulteriore sostegno alla ricerca nel campo delle tecnologie avanzate, la modernizzazione della governance spaziale e per migliorare la cooperazione internazionale sul tema. In programma è anche previsto il ritorno della sonda lunare Chang’e-6, il lancio della missione Chang’e-7 (sempre sul lato meridionale della Luna) e la possibilità di studiare il prossimo allunaggio di esseri umani degli ultimi cinquant’anni.

Crisi ucraina: all’Onu la Cina vota per una “diplomazia silenziosa”

Lunedì 31 gennaio il Consiglio di sicurezza Onu ha indetto una riunione per affrontare la questione delle truppe russe radunate lungo i confini con l’Ucraina. In questa occasione il Consiglio ha chiesto di portare la vicenda sul piano diplomatico presso le Nazioni Unite, una mozione che ha visto in disaccordo solo Russia e Cina, che hanno votato contro la proposta. Per il delegato cinese gli Stati Uniti sbagliano a credere che scoppierà la guerra, e ha invitato le parti a risolvere le tensioni attraverso il dialogo. Tra le parole pronunciate durante l’intervento anche: “la situazione richiede una diplomazia silenziosa, e non una diplomazia da microfono”. Questo tipo di affermazione è stata ancora utilizzata durante le conferenze stampa del ministero degli Esteri cinese, che accusa spesso Washington di diffamare i paesi che non sono suoi stretti alleati. Per gli osservatori la mossa cinese in sede Onu è anche un sintomo della situazione analoga che la Cina sta vivendo in altre “zone calde” del mondo, come il Mar Cinese Meridionale.

Gli arresti per pubblicazione sediziosa tornano a Hong Kong: è la prima volta in 25 anni

Lunedì 31 gennaio un tribunale di Hong Kong ha condannato due persone per aver pubblicato contenuti sediziosi – ovvero la pubblicazione di materiale giudicato sovversivo nei confronti dell’ordine pubblico. È la prima volta che ciò accade da quando l’ex colonia britannica è passata sotto il controllo della Repubblica Popolare, nel 1997. La stretta avviene alla luce del giro di vite intorno a giornalisti, redazioni, sindacati e associazioni, tutti accusati nel quadro della Legge sulla sicurezza nazionale, entrata in vigore nel giugno 2020. Gli accusati sono Chloe Tso Suet-sum, 45 anni, e Kim Chiang Chung-sang, 41 anni. La prima è stata condannata per aver chiesto a un’adolescente (anch’essa in detenzione presso un centro di riabilitazione giovanile) di stampare dei volantini di protesta, mentre il secondo avrebbe “sfidato lo stato di diritto” affiggendo dei manifesti fuori da un asilo e davanti all’Alta corte di giustizia (in tema con le proteste contro la legge di sicurezza nazionale). La donna dovrà scontare oltre un anno di carcere, mentre all’uomo sono stati dati 8 mesi di detenzione.

Secondo gli analisti, anche questo capo d’accusa rientra tra le modalità con cui Pechino cerca di reprimere il dissenso a Hong Kong, inquadrando le critiche al governo come minacce alla sicurezza nazionale. Dalla parte degli arrestati in questi anni, anche una coalizione di gruppi religiosi che ha avviato una petizione per chiedere alle autorità il rilascio degli indagati nel quadro della nuova legge.

Stretta sul settore immobiliare e strategia “zero-Covid”: perdite economiche per uno dei siti dei Giochi Invernali

Da quando la contea di Chongli è stata scelta come una delle tre aree dei Giochi Invernali di Pechino 2022, nel 2015, l’ex regione agricola è stata interessata da una grande concentrazione di investimenti nel settore edilizio per la costruzione, tra gli altri progetti, di strutture sportive, sale conferenze e hotel a cinque stelle. Ma lo scorso novembre le autorità locali hanno ammesso “enormi” carenze di fondi per i progetti legali alle Olimpiadi, a causa di gravi ritardi nei rimborsi da parte dei livelli superiori di governo. Difficoltà comuni nel caso di eventi internazionali di questo genere, ha detto al Financial Times Dan Wang, della Hang Seng Bank, soprattutto in Cina, “dove le considerazioni politiche hanno la priorità su quelle finanziarie”. A peggiorare la situazione, il recente giro di vite governativo sul settore immobiliare, che si è tradotto in restrizioni sugli acquisti di case da parte degli stranieri e in un raffreddamento dei prezzi delle abitazioni.

Ma a pesare sugli imprenditori della zona sono anche le misure stringenti di prevenzione del Covid-19. Daniel Li, gestore di un negozio di attrezzature da sci vicino al Genting Snow Park, che ospiterà eventi di sci e snowboard freestyle, ha detto al Financial Times che “le Olimpiadi hanno inferto un duro colpo”. Li ha raccontato delle difficoltà che sta passando per coprire l’affitto dell’attività che ammonta a 200 mila yuan all’anno (più di 30 mila dollari): le politiche restrittive sul Covid hanno comportato la chiusura in anticipo della stagione sciistica, principale fonte di sostentamento per molti locali.

Corea del Nord: nuovo lancio di un missile balistico a raggio intermedio

Domenica Pyongyang ha lanciato un nuovo missile balistico a raggio intermedio (IRBM), Hwasong-12. Lo ha confermato ieri l’agenzia di stampa nazionale KCNA, assieme alla diffusione di due immagini della Terra ripresa dallo Spazio, a dimostrare il successo del test. Il presidente sudcoreano Moon Jae-in ha espresso forte preoccupazione, asserendo che si tratta di un passo verso la completa eliminazione della moratoria che il regime aveva annunciato nel 2018 e che prevedeva uno stop ai test di armi nucleari nel paese. Una interruzione non più valida, ha commentato Kim Jong Un, vista l’incapacità degli Stati Uniti e dei suoi alleati di abbandonare le loro “politiche ostili”. Malgrado non sia chiaro se gli IRBM fossero inclusi nella moratoria, è dal 2017 che il paese non eseguiva test con missili nucleari di tali dimensioni. Si tratta del settimo lancio di missili nordcoreani dall’inizio dell’anno, il numero più alto di collaudi in un mese da quando Kim è salito al potere nel 2011. “Un nuovo test nucleare sembra ora questione di tempo”, ha detto all’agenzia di stampa Yonhap Lim Eul-Chul, professore di studi nordcoreani alla Kyungnam University di Seul. Ci si aspetta che il paese intensifichi le attività militari per fare pressioni sugli Stati Uniti.

Cina. Continuano le discussioni sul web sul video della donna legata alla catena

Pubblicato il 26 gennaio su Douyin, il video che mostra una donna legata alla catena è diventato virale in poche ore e ha scatenato un’ondata di commenti su Weibo. Ci troviamo nel villaggio di Huankou, nella provincia orientale del Jiangsu, non molto lontano dalla città di Xuzhou. Dopo un breve colloquio con alcuni bambini all’interno di un’abitazione, l’uomo che sta registrando si dirige una baracca dismessa esterna alla casa, con una entrata rettangolare priva di porta. Al suo interno, una donna è in piedi vicino a un letto che occupa quasi la totalità dello spazio angusto. Indossa vestiti troppo leggeri per la stagione invernale ed ha una catena legata al collo. “Dov’è finita la compassione?”, commenta l’autore del video mentre l’aiuta a indossare un giubbotto.

Agli innumerevoli commenti di indignazione dilagati sui social media, molti del quali citano il film di Li Yang Blind Mountain 盲山, che racconta la tragica storia di una ragazza vittima di trafficanti di esseri umani, le autorità della contea hanno risposto asserendo che la donna, di nome Yang, soffre di disturbi mentali e ha manifestato in più occasioni comportamenti violenti nei confronti del marito e dei figli. Ma le dichiarazioni dei funzionari non hanno soddisfatto gli utenti, molti dei quali hanno chiesto il perché la donna abbia messo su una famiglia così numerosi e il motivo per il quale non è in cura presso una struttura apposita. “Ma almeno la trattate come un essere umano?”, si legge in uno dei commenti.

Diritti umani: il Giappone vota una risoluzione nei confronti della Cina

Martedì 1 febbraio, a soli tre giorni dall’inizio delle Olimpiadi invernali di Pechino, il Parlamento giapponese ha votato una risoluzione sulla “grave situazione dei diritti umani in Cina”. Tokyo aveva già annunciato che la sua delegazione diplomatica non avrebbe preso parte all’evento, e il voto di oggi rappresenta un altro passo verso questa presa di posizione nei confronti della Repubblica popolare. Tra i temi menzionati compaiono la questione uigura e il Tibet, ma anche la stretta sulla libertà di espressione a Hong Kong. La risoluzione è stata votata alla Camera bassa sotto la forte spinta del Partito Liberal Democratico (Ldp), primo partito del paese ed espressione dell’ala conservatrice della politica giapponese.

A cura di Sabrina Moles e Vittoria Mazzieri