I titoli di oggi:
- Pechino 2022, smartphone e pc a casa per gli atleti olandesi
- Il governo di Hong Kong è al lavoro per un’altra norma repressiva
- Il Myanmar determina l’incontro dell’Asean
Una serie di incontri per suggellare un accordo di libero scambio e una più forte cooperazione strategica in ottica statunitense. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha in programma una serie di vertici separati con gli omologhi di Iran, Arabia Saudita, Kuwait, Oman e Bahrein e dopo l’incontro con il Segretario generale del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Ccg) Nayef bin Falah Al-Hajraf, avvenuto martedì scorso a Wuxi, nella provincia dello Jiangsu. Con una dichiarazione congiunta dell’incontro, le due parti promuovono l’impegno di concludere quanto prima i negoziati su un accordo di libero scambio Cina-Gcc.
Al centro dei colloqui con i Paesi del Golfo, infatti, c’è stato il rincaro degli idrocarburi che preoccupa Pechino, principale importatore di greggio al mondo. Secondo il Global Times l’obiettivo è “andare avanti” con i negoziati su un accordo di libero scambio tra la Cina e il Consiglio di Cooperazione del Golfo, che include Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar. Sono state discusse anche questioni economiche. Le dichiarazioni cinesi affermano che Pechino è disposta a collaborare con i paesi del Medio Oriente su questioni che vanno dall’agricoltura, all’energia e al commercio elettronico, alle forze dell’ordine e ai progetti archeologici. Forte sostegno dei paesi arabi per le Olimpiadi di Pechino che, invece, hanno già conosciuto il boicottaggio di diversi governi occidentali.
Pechino 2022, smartphone e pc a casa per gli atleti olandesi
Le prossime Olimpiadi invernali di Pechino destano preoccupazione tra i vari governi occidentali. E non solo per il timore di finire nel mirino di chi accusa le diverse capitali di chiudere un occhio di fronte alle violazioni dei diritti umani perpetrate dal governo cinese. I timori nascono anche sul fronte della sicurezza. Il Comitato Olimpico Olandese ha consigliato agli atleti di non portare in Cina i loro smartphone e pc: l’intento, riporta il quotidiano olandese De Volkskrant, è ridurre gli spazi di azione dello spionaggio cinese. Il portavoce del Comitato Olimpico Olandese Geert Slot ha affermato che la sicurezza informatica fa parte del rischio della trasferta in Cina. Ai circa trenta atleti che parteciperanno ai giochi olimpici saranno dati dispositivi nuovi, così da evitare qualsiasi possibile interferenza da parte di agenti statali cinesi. Misure simili sono state consigliate dalle autorità belghe nonché dalla British Olympic Association, che metterà a disposizione degli atleti e dello staff cellulari temporanei.
Il governo di Hong Kong è al lavoro per un’altra norma repressiva
Manca poco o pochissimo affinché Hong Kong diventi una città cinese a tutti gli effetti. La Chief Executive dell’ex colonia britannica Carrie Lam, nel discorso di apertura della prima seduta del Legislative Council da quando si sono tenute le elezioni per i candidati patriottici, ha annunciato che il governo aggiungerà nuovi reati oltre a quelli già previsti dalla legge sulla sicurezza nazionale. Sebbene Lam non abbia fornito dettagli, la nuova legge sarà con ogni probabilità conforme all’articolo 23 della Basic Law che delega al governo locale l’approvazione della norma sulla sicurezza nazionale per intervenire sui reati di tradimento, secessione, sedizione, sovversione contro il governo centrale, furto di segreti di Stato, divieto di formazioni politiche legate a enti stranieri. La proposta era già approdata in parlamento nel 2003, ma cadde per la forte opposizione. Così il governo di Hong Kong, con strumenti normativi, reprime ulteriormente il dissenso. Il fenomeno è stato già ampiamente dimostrato con l’attuale legge sulla sicurezza nazionale voluta da Pechino: dalla sua applicazione, centinaia di persone, tra giornalisti ed esponenti politici dell’opposizione, sono state arrestate. Davanti a un parlamento privato dell’opposizione, la Chief Executive ha anche presentato un piano di ristrutturazione degli uffici del governo, che da 13 diventano 15. Assicurando sostegno e massima collaborazione fino al termine del suo mandato, previsto per il prossimo marzo, Lam ha posto al centro della sessione d’apertura del LegCo il tema del mercato immobiliare di Hong Kong, il più costoso del mondo. Il governo di Hong Kong ha infatti istituito una nuova agenzia per l’edilizia abitativa e ha definito i dettagli di un progetto precedentemente annunciato con lo scopo di offrire nuove strutture abitative per circa 2,5 milioni di residenti lungo il confine con la Cina nei prossimi due decenni. Infine la Chief Executive, nel sottolineare che la questione abitativa è la massima priorità del suo governo, ha anche menzionato il Lantau Tomorrow Vision, il progetto edilizio promosso dalla stessa Lam nel 2018 che prevede la creazione di un terzo distretto centrale degli affari su quattro grandi isole artificiali.
Il Myanmar determina l’incontro dell’Asean
L’incontro dei ministri degli Esteri dell’Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico (Asean), originariamente in programma la prossima settimana, è stato rinviato apparentemente per la situazione pandemica. Ma dietro la decisione di posticipare l’appuntamento ci sono le divergenze tra i Paesi membri in merito all’approccio da adottare nei confronti del Myanmar. Il governo della Cambogia, che regge la presidenza di turno dell’Associazione, ha spiegato che il rinvio è dovuto alle “difficoltà per molti ministri degli Esteri dell’Asean di recarsi in Cambogia”, dove l’incontro si sarebbe dovuto svolgere in presenza il 18 e 19 gennaio prossimi. Probabilmente la controversia è nata a seguito del recente viaggio in Myanmar del premier cambogliano, Hun Sen. L’uomo forte di Phnom Penh si è recato nel paese asiatico il 7 gennaio scorso per una visita di due giorni in rappresentanza dell’Asean, con l’obiettivo di agevolare i progressi verso una soluzione della crisi politica in Myanmar, diventando così il primo capo di Stato a visitare ufficialmente il paese finito nelle mani dei militari dal febbraio 2021. La decisione di Hun Sen di visitare il Myanmar ha suscitato forti polemiche da parte di coloro che accusano il primo ministro cambogiano di contribuire alla legittimazione politica del governo militare birmano. Ma non la pensa così Tokyo. Il ministro degli Esteri giapponese Yoshimasa Hayashi ha elogiato la recente visita del leader cambogiano in Myanmar. Hayashi ha appoggiato gli sforzi della Cambogia per risolvere la situazione nel paese birmano, che avrebbero determinato un cessate il fuoco con i gruppi delle minoranze etniche. Pesano per il Giappone gli interessi commerciali in Myanmar ma anche la necessità di non isolare ulteriormente il governo militare birmano.
A cura di Serena Console
Sanseverese, classe 1989. Giornalista e videomaker. Si è laureata in Lingua e Cultura orientale (cinese e giapponese) all’Orientale di Napoli e poi si è avvicinata al giornalismo. Attualmente collabora con diverse testate italiane.