In Cina e Asia – Covid-19: Pneumologo cinese fissa i criteri per il ritorno alla normalità

In Notizie Brevi by Sharon De Cet

I titoli di oggi:

  • Covid-19: Pneumologo cinese fissa i criteri per il ritorno alla normalità
  • Didi Chuxing prepara il delisting dalla New York Stock Exchange
  • Cina-USA: è scontro sulla democrazia
  • Pechino blocca le importazioni lituane ed infastidisce l’UE
  • Myanmar: Quattro anni ad Aung San Suu Kyi
  • Mar Cinese meridionale: prima esercitazione congiunta tra Russia e ASEAN

 

Quando riuscirà la Cina a uscire dalla sua bolla? Non in tempi brevi a giudicare da quanto riferito dal noto pneumologo cinese Zhong Nanshan, che ieri ha messo nero su bianco i prerequisiti per un ritorno alla normalità: innanzitutto è necessario che il tasso di mortalità scenda allo 0,1 per cento simile, più o meno quello dell’influenza; poi che il tasso di riproduzione del virus (ovvero a quante persone un paziente può trasmettere il virus), rimanga entro un intervallo tra 1 e 1,5. La strada sembra ancora lunga dal momento che la mortalità globale oggi supera l’1,9 per cento. Come già fatto in passato, il medico ha sottolineato la necessità di ottenere l’immunità di gregge estendendo all’80-85% la popolazione cinese immunizzata, rispetto all’attuale 79%. Nessun compromesso sulla strategia della tolleranza zero, quindi. Pechino sembra però intenzionato a rilassare le restrizioni di viaggio, almeno per quanto riguarda gli ingressi business. La scorsa settimana il vicepremier Hu Chunhua ha dichiarato che il governo terrà presente le richieste della comunità internazionale. 

Cina-USA: è scontro sulla democrazia

Mentre questa settimana il presidente degli Stati Uniti Joe Biden si prepara ad ospitare più di 100 partecipanti all’incontro virtuale sulla democrazia “Summit for Democracy”, la Cina – che non è stata invitata – ha giocato d’anticipo organizzando il proprio incontro sulla democrazia.  Il forum è stato ospitato congiuntamente dal Dipartimento della propaganda del Comitato centrale del PCC e dall’Ufficio informazioni del Consiglio di Stato, il gabinetto cinese. Più di 500 personaggi politici, studiosi e personale dei media provenienti da più di 120 paesi, nonché rappresentanti di oltre 20 organizzazioni internazionali,  hanno partecipato al forum, tenutosi a Pechino sabato scorso. Al termine della conferenza il ministero degli Esteri cinese ha pubblicato un rapporto sulla democrazia statunitense, esponendo le carenze della democrazia americana così come i danni derivanti dall’esportazione di tale democrazia. Al rapporto ha fatto seguito un un libro bianco sul modello democratico cinese. Il libro bianco non solo difende le conquiste democratiche della Cina, ma mette anche in guardia dagli effetti disastrosi del modello democratico americano, considerato dalla Cina non applicabile universalmente ed incentrato su “giochi di politica monetaria” che avrebbero generato, secondo Pechino,  una “crisi di fiducia” a livello internazionale. La Cina è stata accusata di essere divenuta più autoritaria sotto il presidente Xi Jinping, che ha però definito il suo modello di governo “democrazia dell’intero processo”, un termine coniato nel 2019 e inserito nel corpus giuridico cinese lo scorso marzo. Il termine designa un processo democratico in pieno contrasto rispetto al modello statunitense, considerato come una democrazia “dormiente”, attiva solamente in periodo elettorale. Il modello cinese consentirebbe infatti al popolo di partecipare in modo ampio e continuo alle attività politiche quotidiane a tutti i livelli, comprese le elezioni democratiche, la consultazione politica locale, il processo decisionale e la supervisione, con l’obiettivo di creare un consenso trasversale che comprenda tutte le sfere della vita sociale, economica e politica del paese.

Didi Chuxing prepara il delisting dalla New York Stock Exchange

Didi Chuxing ha annunciato venerdì scorso di star preparando il suo delisting dalla NY Stock Exchange, appena cinque mesi dopo la sua IPO disastrosa da 4,4 miliardi di dollari. Il prezzo delle azioni dell’azienda di ride hailing  è infatti crollato in seguito all’intensificarsi del controllo da parte di Pechino, che avrebbe bandito Didi dagli app store in Cina con l’accusa di infrangere le leggi sulla privacy e causare rischi per la sicurezza informatica. Nelle settimane successive all’IPO infatti, le autorità cinesi hanno deliberato che le aziende in possesso di dati su più di un milione di utenti avrebbero dovuto chiedere l’approvazione prima di essere quotate all’estero. La notizia del delisting di Didi ha suscitato scalpore sui social media cinesi: a mezzogiorno di venerdì, Didi era uno degli argomenti di maggior tendenza su Weibo, con post che hanno ottenuto oltre 120 milioni di visualizzazioni. Un lungo post scritto da un utente di Weibo ha definito il delisting il risultato del “pugno di ferro del socialismo”. Il post, tra i più popolari sull’argomento, ha attaccato gli investitori internazionali di Didi, tra cui il fondatore e CEO di Softbank (SFTBF) Masayoshi Son. Le aziende tech cinesi sono state scosse dalla notizie di Didi: i titoli della piattaforma di e-commerce JD.com sono crollati di oltre il 5%, mentre Alibaba ha perso il 3%, così come Baidu.

Pechino blocca le importazioni lituane

Continua la diatriba tra Pechino e Vilnius in seguito all’apertura nella capitale baltica di un ufficio di rappresentanza di Taiwan. Dopo che Pechino aveva declassato le relazioni diplomatiche con Vilnius, la Lituania ha dichiarato che venerdì scorso la Cina l’ha rimossa dalla lista di paesi di origine delle merci – il che significa che le merci lituane non possono essere sdoganate nel paese –  ed ha inoltre respinto tutte le domande di importazione. Pechino ha declassato le relazioni diplomatiche con la Lituania due settimane fa e le nuove “sanzioni” economiche sono state definite dal ministro degli Esteri lituano “senza precedenti”.  La Commissione Europea è stata già sollecitata dai rappresentanti lituani ed è ora in contatto con la delegazione UE a Pechino per raccogliere tutte le informazioni possibili e chiarire la situazione. La reazione di Pechino arriva proprio mentre la Commissione Europea sta discutendo sul nuovo strumento anti-coercizione, che dovrebbe essere approvato mercoledì. Lo strumento dovrebbe permettere all’UE di avere più agilità per contrastare chi commercia con Iran e Cuba, ma incontra l’opposizione di diversi membri dell’UE e della comunità internazionale, che temono che possa violare le regole internazionali e danneggiare il commercio globale poiché potenzialmente in contrasto con gli accordi dell’OMC. Tra i paesi obiettori vi sono Estonia e Giappone nonché lobby economiche in Danimarca e Svezia.

Myanmar: Quattro anni ad Aung San Suu Kyi

Quattro anni di carcere. E’ la pena comminata stamattina ad Aung San Suu Kyi per incitazione alla violazione delle restrizioni anti Covid-19”. Una delle tante accuse che l’ex consigliera di Stato – agli arresti dal golpe di febbraio –  fronteggia e che potrebbero costarle pene detentive per un totale di oltre un secolo. Solo la scorsa settimana i media statali hanno annunciato un nuovo capo d’imputazione per corruzione portando ad oltre 10 , incluso uno relativo alla presunta violazione di un codice sui segreti di Stato risalente all’epoca coloniale. L’ultima incrminazione riguarderebbe una presunta violazione della legge anti-corruzione in relazioni al nolo e al successivo acquisto di un elicottero tramite fondi pubblici. Win Myint, presidente del governo civile deposto come Suu Kyi dopo il golpe, è stato accusato del medesimo reato. In tutto sono oltre 10.000 le persone arrestate dalla giunta militare. Intanto, mentre la presidenza dell’Asean passa nelle mani della Cambogia, il premier Hun Sen ha lasciato intendere di voler reincludere il regime birmano nei futuri incontri dell’Associazione.

Mar Cinese meridionale: prima esercitazione congiunta tra Russia e ASEAN

La Russia ei paesi dell’ASEAN hanno concluso la loro prima esercitazione navale congiunta al largo delle coste dell’isola indonesiana di Sumatra. L’obiettivo? Aumentare l’interoperabilità tra gli stati membri dell’ASEAN e la marina russa nell’area del mar Cinese Meridionale, da tempo centro di crescenti tensioni esacerbate principalmente dalle mire espansionistiche cinesi.  Le esercitazioni sono durate due giorni ed hanno visto coinvolte otto navi da guerra e quattro aerei provenienti da Russia, Indonesia, Malesia, Thailandia, Vietnam, Singapore e Brunei. Aleksei Bolotnikov, comandante della nave da guerra russa Admiral Panteleyev, ha affermato di sperare che la prossima esercitazione ASEAN-Russia potesse svolgersi a Vladivostok. La Russia e il blocco del sud-est asiatico hanno tenuto il loro quarto vertice online lo scorso ottobre, in occasione dell’anniversario delle relazioni tra la Russia e l’ASEAN.

A cura di Sharon De Cet; ha collaborato Alessandra Colarizi