I titoli di oggi:
- Xi: “Capire il Pcc per capire la Cina”
- Cina: il mandarino sarà lingua universale entro il 2035
- La Cina al centro del secondo dialogo strategico Usa-Ue
- Inaugurata ferrovia tra Cina e Laos
- Cina: aumenta il divario donne-uomini nelle campagne
- Filippine: Maria Ressa potrà recarsi in Norvegia
- Usa e Corea del Sud aggiornano piano d’azione in caso di guerra
- Cambogia: Hun Sen annuncia possibile successione del figlio
“Per capire la Cina di oggi, bisogna imparare a capire il PCC.” Parola di Xi Jinping. Parlando in occasione della Conferenza sulla comprensione della Cina del 2021, tenutasi ieri a Guangzhou, il presidente ha affermato che “il mondo sta vivendo cambiamenti mai visti in un secolo che, aggravati dalla pandemia di COVID-19, hanno introdotto “un periodo di fluidità e trasformazione”. “È tanto più importante per noi scambiare opinioni, avere più interazioni, cooperare e contribuire con la nostra saggezza e i nostri punti di forza a una risposta comune alle sfide globali”, ha osservato il leader. Durante l’evento diversi esperti hanno criticato la “retorica anti-cinese” dell’Occidente, associandola al declino della democrazia e del sistema politico occidentale. La Cina, guidata dal Pcc, invece “ha domato il COVID-19, consentendo all’economia di riprendersi rapidamente dalla pandemia e sradicare la povertà.” Questa maturata convinzione di una superiorità cinese è stata il tema centrale di un altro incontro. Sempre ieri il viceministro degli Esteri Le Yucheng ha presieduto la conferenza “Un dialogo sulla democrazia”, organizzato in tandem con la testata nazionalista Guancha.”Dall’esperienza della Cina, possiamo vedere che la democrazia non è qualcosa che viene dall’esterno e non deve essere insegnata da altri. In altre parole, la democrazia deve essere profondamente radicata nel proprio paese e deve rendere felice e soddisfatta la propria gente”, ha spiegato Le. L’evento anticipa una codificazione ufficiale della “democrazia con caratteristiche cinesi”. Secondo i media ufficiali, sabato il Consiglio di Stato rilascerà il libro bianco “China: Democracy That Works“. L’inziaitva sembra abbastanza chiaramente voler rispondere per le rime all’imminente summit sulla democrazia di Biden, a cui la Cina non è stata invitata. In compenso ci sarà Taiwan.
Cina: il mandarino sarà lingua universale entro il 2035
La Cina vuole rendere il mandarino lingua universale entro il 2035. Il piano, approvato da consiglio di Stato martedì, prevede come primo step l’estensione del cinese standard (putonghua) all’85% della popolazione entro il 2025 per poi dieci anni più tardi raggiungere tutti i cittadini, comprese le minoranze etniche e i residenti nelle zone rurali. Le direttive vogliono “assicurare che la lingua nazionale parlata e scritta comune sia utilizzata come lingua ufficiale delle agenzie governative e utilizzata come lingua di base di scuole, notizie e pubblicazioni, radio, cinema e televisione, servizi pubblici e altri campi.” Non solo. I funzionari sono tenuti a “migliorare vigorosamente lo status internazionale e l’influenza del cinese” nel mondo accademico, nelle organizzazioni internazionali e nei forum globali. Lo scopo è quello di emancipare le fasce più emarginate della popolazione, fornendo loro gli strumenti linguistici per elevare il proprio status economico. Il prezzo da pagare però non è indifferente: la perdita del patrimonio culturale delle 55 minoranze etniche presenti nel paese, già sottoposte a politiche scolastiche sempre meno inclusive.
La Cina al centro del secondo dialogo strategico Usa-Ue
Il Mar cinese, Hong Kong, Taiwan, ma anche Xinjiang e Tibet. Sono alcuni dei dossier discussi ieri dal vice segretario di Stato Usa, Wendy Sherman, e il segretario generale del Servizio europeo per l’azione esterna, Stefano Sannino, durante secondo incontro del dialogo Usa-Ue sulla Cina. E’ quanto si legge in un comunicato congiunto, secondo il quale le parti hanno ribadito l’importanza di continuare a cooperare con la Cina dove possibile e gestire la competizione e rivalità sistemica con Pechino in modo responsabile. A preoccupare sono soprattutto le “azioni unilaterali” messa in campo dalla Cina nello Stretto di Taiwan e nelle acque contese del Mar cinese. Sherman e Sannino hanno inoltre riaffermato l’importanza di “sostenere il diritto e i principi internazionali” nonché rafforzare l’efficacia delle istituzioni multilaterali, al fine di proteggere al contempo gli interessi economici e la sicurezza delle infrastrutture strategiche.
Inaugurata ferrovia tra Cina e Laos
E’ entrata in funzione stamani l’attesa ferroviaria superveloce che collegherà la capitale del Laos, Vientiane, a Kunming, nella provincia cinese dello Yunnan. La linea, che si estende per 1.035 chilometri, aprirà però solo al trasporto merci, mentre per i passeggeri toccherà attendere un miglioramento della situazione pandemica nella regione. Considerato uno dei progetti di punta della Belt and Road Initiative, in futuro la ferrovia potrebbe raggiungere anche Thailandia, Vietnam, Myanmar, Malesia e Singapore, incrementando gli scambi commerciali tra Cina e Sudest asiatico. Non sono mancate però le polemiche. C’è chi teme sarà infatti il gigante regionale a trarre i maggiori benefici, soprattutto considerato il numero ridotto di stazioni in territorio laotiano (appena 21). E poi naturalmente c’è la solita questione del debito: il 60% del costo del progetto (quasi 6 miliardi di dollari) è stato coperto con un prestito concesso dalla Cina.
Cina: aumenta il divario donne-uomini nelle campagne
Tra i molti dati non entusiasmanti dell’ultimo censimento cinese, erano emersi segni incoraggianti per quanto riguarda il gap uomini-donne causato da decenni di pianificazione famigliare, risultato lievemente in calo su scala nazionale. Il trend però non trova conferma nelle campagne. Secondo il China Statistical Yearbook 2021 divulgato pochi giorni fa dall’istituto nazionale di statistica, lo scorso anno il rapporto tra i sessi nelle aree rurali è stato di 107,91, circa 108 maschi ogni 100 femmine, contro il 103 registrato nelle zone urbane. Secondo l’annuario, che nel 2020 contava 510 milioni di residenti nelle campagne, il numero di maschi ha superato quello delle femmine di 19,4 milioni. Questo vuol dire che Il divario tra i sessi nelle aree rurali è superiore a quello della media nazionale di 105,07, come precedentemente rivelato dal censimento nazionale di maggio. Il rapporto tra i sessi è stato di oltre 110 in 14 delle 31 regioni della Cina continentale, con il più alto di 130,93 riportato nelle zone rurali intorno alla municipalità di Shanghai, mentre Pechino si è classificata seconda a quota 102. Secodo gli esperti, il gap di genere non potrà che peggiorare con l’inarrestabile calo delle nascite.
Filippine: Maria Ressa potrà recarsi in Norvegia
La giornalista filippina Maria Ressa potrà recarsi in Norvegia per accettare di persona il premio Nobel per la pace, conferitole a ottobre insieme al collega russo Dmitry Muratov. E’ quanto stabilito poco fa dalla Corte d’appello filippina, secondo la quale la fonna “non è a rischio di fuga”. La partecipazione di Ressa è stata in dubbio fino all’ultimo, date le restrizioni di viaggio a cui è sottoposta essendo in libertà su cauzione dopo la condanna a sei anni di carcere emessa l’anno scorso dopo una condanna per diffamazione.
Usa e Corea del Sud aggiornano piano d’azione in caso di guerra
Per la prima volta dal 2010, Stati uniti e Corea del Sud hanno rivisto il proprio piano d’azione in caso di guerra. I dettagli devono ancora arrivare ma, secondo il comunicato congiunto, rilasciato al termine dei colloqui, le nuove direttive consentiranno a Seul e Washington di “dissuadere in modo più efficace e, se necessario, rispondere alle minacce della Corea del Nord”. Nessuna variazione invece riguardo il numero di forze americane sul campo (28.500) nell’attesa che venga risolto il nodo del trasferimento del comando operativo delle forze combinate in tempo di guerra (Opcon), che affida ancora a Washington l’onere di guidare la risposta a un intervento armato. Le due parti hanno discusso delle recenti provocazioni missilistiche di Pyongyang, definite “destabilizzanti per la sicurezza regionale”. Austin ha colto l’occasione per condannare la Cina per lo sviluppo di armi strategiche ipersoniche, spiegando che i recenti test missilistici aumentano le “tensioni nella regione” dell’Indo-pacifico. Il capo del Pentagono ha assicurato che gli Stati Uniti manterranno la capacità di deterrenza a fronte di qualsiasi sistema d’arma a disposizione di Pechino. La trasferta americana al Sud ha coinciso con i colloqui a Tianjin tra il consigliere della sicurezza sudcoreano Suh Hoon e l’alto diplomatico cinese Yang Jiechi. Segno di come Seul, pur rinsaldando i rapporti con lo storico alleato, continui a puntare sull’appoggio cinese per riannodare il dialogo con Pyongyang e – soprattutto – concludere un accordo di pace. Pechino ha già messo in chiaro di voler prendere parte attiva ai negoziati.
Cambogia: Hun Sen annuncia possibile successione del figlio
La Cambogia si avvia lentamente verso una storica transizione politica. Nella giornata di ieri il primo ministro cambogiano Hun Sen, al potere da oltre trent’anni, giovedì ha annunciato il proprio endorsement al subentro del figlio: “Hun Manet è uno dei candidati alla carica di primo ministro e riceve il sostegno di suo padre”, ha dichiarato Hun Sen durante una cerimonia pubblica nella città costiera di Sihanoukville. La candidatura di Hun Junior, vice comandante in capo delle forze armate cambogiane, era ampiamente attesa, e – per quanto non siano chiare le tempistiche – una sua vittoria è quasi scontata. Le prossime elezioni in Cambogia dovrebbero tenersi nel 2023. In occasione delle ultime, celebrate nel 2018, il partito di Hun Sen aveva vinto tutti i seggi in Parlamento dopo che l’anno precedente la Camera Suprema aveva provveduto a sciogliere la principale forza d’opposizione, il Cambodia National Rescue Party. Anche se il rampollo della longeva dinastia politica cambogiana ha studiato in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, secondo gli esperti, difficilmente la formazione occidentale imprimerà un cambio di rotta rispetto alla linea paterna. Negli ultimi anni, sottop la guida di Hun Sen, le autorità di Phnom Penh hanno arrestato decine di ex membri dell’opposizione e attivisti per la difesa dei diritti umani.
A cura di Alessandra Colarizi
Classe ’84, romana doc. Direttrice editoriale di China Files. Nel 2010 si laurea con lode in lingua e cultura cinese presso la facoltà di Studi Orientali (La Sapienza). Appena terminati gli studi tra Roma e Pechino, comincia a muovere i primi passi nel giornalismo presso le redazioni di Agi e Xinhua. Oggi scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra le quali Il Fatto Quotidiano, Milano Finanza e il Messaggero. Ha realizzato diversi reportage dall’Asia Centrale, dove ha effettuato ricerche sul progetto Belt and Road Initiative. È autrice di Africa rossa: il modello cinese e il continente del futuro.