In Cina e Asia – Covid: critiche contro la strategia cinese della “tolleranza zero”

In Notizie Brevi by Alessandra Colarizi

I titoli di oggi:

  • Covid: critiche contro la strategia cinese della “tolleranza zero”
  • La Cina è in grado di bloccare i porti e gli aeroporti di Taiwan
  • La B3W del G7 sfida la BRI cinese
  • Interferenze cinesi: il Parlamento Ue lancia l’allarme
  • Olimpiadi di Pechino: nel mirino sicurezza e impatto ambientale
  • Giappone: TSMC aprirà fabbrica di chip con Sony
  • Myanmar: allarme Onu per gli sfollati

 

Più asintomatici che casi conclamati. Per la prima volta in Cina dall’inizio dell’epidemia, martedì le persone infette senza sintomi hanno superato quelle con sintomi: 46 degli 89 casi registrati ieri non avevano segni evidenti della malattia. Le dinamiche del contagio cambiano mentre il tasso di vaccinazione ha raggiunto il 75% della popolazione. Delle 31 province della Cina continentale, 20 hanno segnalato infezioni causate dalla variante Delta, compresa la capitale Pechino. In precedenza, le autorità sanitarie avevano lasciato sperare in una graduale apertura dei confini una volta immunizzato l’80% dei cittadini. Mentre non ci sono novità in proposito, cresce il malumore per la pervasività della nuova strategia utilizzata dalle autorità che puntano a tracciare i nuovi casi in base alla vicinanza “spazio-temporale” tra segnali telefononci. La definizione di “stesso luogo” e “stesso tempo” varia da città a città. A Jiayuguan e Chengdu, per esempio, si rischia l’isolamento anche soltanto se il proprio telefono cellulare è stato all’interno della stessa griglia di 800 metri del telefono di un caso confermato per oltre 10 minuti, e se i telefoni sono stati nella stessa città per più di 30 ore nei precedenti 14 giorni.

La politica della “tolleranza zero” adottata da Pechino comincia a dividere anche la comunità scientifica cinese. Proprio di recente in un’intervista alla TV di Hong Kong Phoenix il virologo Guan Yi ha dichiarato che il governo dovrebbe condurre test sierologici su larga scala per verificare l’efficacia dei vaccini cinesi. L’esperto ha denunciato i “profittatori disonesti” e i “gruppi di interesse” che “totalmente senza cuore e senza umanità stanno beneficiando della somministrazione dei vaccini cinesi inefficaci.” Il messaggio difficilmente raggiungerà le orecchie di Xi & Co. Per il presidentissimo, che ha cementato la propria legittimità grazie al contenimento serrato del contagio, non sarà facile trovare un compormesso. Per il momento non si vedono all’orizzonte aperture. Anzi. A Heihe, nella provincia di Heilongjiang, epicentro degli ultimi focolai, è stata annunciata una ricompensa di 100.000 yuan (15.500 dollari) per chi aiuterà le autorità a segnalare chi elude i divieti per contenere l’ultimo cluster. [fonte: SCMP, BLOOMBERG, GUARDIAN]

La Cina è in grado di bloccare i porti e gli aeroporti di Taiwan

La Cina è ormai in grado di bloccare porti e gli aeroporti di Taiwan. E’ quanto sostiene il ministero della Difesa taiwanese nel suo ultimo report periodico, pubblicato ieri, aggiungendo che l’esercito cinese può “tagliare le nostre linee di comunicazione aeree e marittime e avere un impatto sul flusso delle nostre forniture militari e risorse logistiche”. Data la schiacciante superiorità militare della Cina, Taiwan prevede di utilizzare tattiche asimmetriche, come contrastare le operazioni aeree cinesi con missili terra-aria mobili e attaccare grandi navi con mezzi marittimi piccoli, veloci e resistenti. Inoltre si cercherà di estendere la deterrenza militare verso la costa cinese per intralciare eventuali operazioni di attraversare dello stretto di Taiwan. Nonostante il tentativo di migliorare le proprie tattiche belliche, Taipei continua a fare grande affidamento sul sostegno americano. Sempre ieri, Secondo Mirror Media, quattro senatori, due membri della Camera dei rappresentanti e sette aiutanti, hanno visitato a sorpresa l’isola. La delegazione è giunta a bordo di un aereo C-40A della Marina degli Stati Uniti da Manila ed è arrivato all’aeroporto di Taipei Songshan intorno alle 18:00. Una trasferta simile era avvenuta a giugno, quando Washington annunciò l’invio di vaccini all’isola. In tutta risposta, nella serta di ieri Pechino ha inviato nella zona di identificazione aerea di Taipei sei aerei, quattro caccia da combattimento J-16, un aereo da ricognizione Y-8 e un aereo da guerra antisommergibile Y-8. Per la prima volta l’operazione è stata definita un’esecitazione in preparazione “al combattimento congiunto”, segno della partecipazione di diverse forze. [fonte SCMP, Bloomberg, SCMP]

La B3W del G7 sfida la BRI cinese

La Build Back Better World (B3W), la strategia lanciata durante lo scorso G7 per contenere la BRI cinese, potrebbe presto prendere vita. Gli Stati uniti hanno annunciato di voler cominciare a finanziare i primi progetti già dal prossimo gennaio. Una delegazione statunitense guidata dal vice consigliere per la Sicurezza nazionale, Daleep Singh, ha identificato almeno 10 progetti promettenti in Senegal e Ghana durante l’ultimo di una serie di tour esplorativi, cominciati a ottobre con le visite in Ecuador, Panama e Colombia e che proseguirà a dicembre in Asia. L’iniziativa B3W – discussa a margine della COP26 con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il primo ministro britannico Boris Johnson e gli altri partner del G7 – mira a colmare il vuoto infrastrutturale nei paesi emergenti, stimato intorno ai 40 mila miliardi di dollari da qui al 2035. Secondo quanto riportato dalla Reuters, Washington offrirà ai paesi in via di sviluppo una vasta gamma di strumenti finanziari, tra cui partecipazioni, garanzie sui prestiti, assicurazioni politiche, sovvenzioni e competenze tecniche. I settori coinvolti nel piano sono clima, salute, tecnologia digitale e uguaglianza di genere. A rimarcare come la Cina sia il target della nuova iniziativa, tra i progetti in cantiere spicca un centro per la produzione di vaccini nell’Africa occidentale. Pechino ne ha già costruiti tre in Egitto, Algeria e Marocco. [fonte Reuters]

Interferenze cinesi: il Parlamento Ue lancia l’allarme

A pochi giorni dalla visita della delegazione UE a Taiwan, l’European Parliament Special Committee on Foreign Interference è tornato a puntare il dito contro Pechino, chiedendo l’istituzione di un’apposita task force “per monitorare le interferenze provenienti dalla Cina”. Il gigante asiatico si è guadagnato ben 40 menzioni nel report presentato dalla Commissione, più del doppio rispetto alla Russia. A preoccupare è soprattutto la diffusione degli istituti Confucio, che oltre a interferire nella vita accademica delle università ospitanti. facilitano “il furto di conoscenze scientifiche” da circa 200 organizzazioni internazionali, avverte il rapporto. [fonte SCMP]

Olimpiadi di Pechino: nel mirino sicurezza e impatto ambientale

Saranno le Olimpiadi più “insostenibili” della storia. A lanciare l’allarme sono alcuni esperti, preoccupati per il costo ambientale dei Giochi invernali di Pechino, che si apriranno il 4 febbraio. Non solo le piste sono state costruite molto ridosso della Riserva naturale nazionale di Songshan (c’è chi dice parzialmente all’interno della zona protetta). Tra gennaio e marzo scorsi l’area in cui si terranno le competizioni ha riportato solo 2 cm di neve e, sebbene da alcuni giorni la capitale cinese sia stata investita da copiose nevicate, si stima serviranno circa 49 milioni di galloni d’acqua per creare la neve artificiale necessaria a tenere in buono stato le piste. La Cina settentrionale è nota per la scarsità di risorse idriche.
A ciò si aggiungono le prime critiche sulla sicurezza. Secondo quanto denunciato dall’Associazione polacca dello slittino, uno dei suoi migliori atleti lunedì ha riportato un grave infortunio a causa del malfunzionamento della pista costruita per le Olimpiadi. Mateusz Sochowicz si è fratturato una rotula nell’incidente durante un allenamento, schiantandosi contro una barriera che sarebbe dovuta essere aperta. [fonte Guardian, AP]

Giappone: TSMC aprirà fabbrica di chip con Sony

Il governo giapponese stanzierà sussidi pubblici per supportare la produzione di semiconduttori avanzati nel quadro del recente accordo tra la Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. (Tsmc) e Sony per la realizzazione di una fabbrica nella prefettura di Kumamoto. L’Esecutivo del primo ministro Fumio Kishida presenterà una serie di modifiche normative al parlamento già nel mese di dicembre. L’introduzione di disposizioni ad hoc  per la realizzazione di stabilimenti industriali strategici richiama quanto già avvenuto per supportare la tecnologia 5G nel paese asiatico. Sony si è impegnata a investire 500 milioni di dollari e manterrà una partecipazione societaria di non superiore al 20% delle azioni della joint venture. Il progetto creerà 1.500 posti di lavoro. L’inizio della produzione è prevista per la fine del 2024. [fonte NIKKEI]

Myanmar: allarme Onu per gli sfollati

Le Nazioni Unite hanno esortato i leader militari del Myanmar a fornire un accesso senza ostacoli agli oltre tre milioni di persone che hanno bisogno di assistenza umanitaria da quando le forze governative hanno preso il potere il 1° febbraio “a causa del crescente conflitto e dell’insicurezza, della Covid-19 e di un’economia in crisi”. Secondo l’organizzazione internazionale, da quando il colpo di Stato ha rovesciato il governo democraticamente eletto lo scorso 1 febbraio, centinaia di migliaia di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case a causa della violenta repressione dei golpisti. Allo stesso tempo, 223.000 birmani – di cui 165.000 nel sud-est del paese – si sono aggiunti alla massa di sfollati causata dai precedenti pogrom negli stati di Rakhine, Chin, Shan e Kachin. [fonte News.Un]

A cura di Alessandra Colarizi