I titoli di oggi:
- I 50 anni dell’ingresso della Cina nell’Onu
- Arrestato Li Yundi, star cinese del pianoforte
- Cina: una legge riduce i compiti a casa
- Santa Sede conferma pressioni cinesi per abbandonare Taiwan
- USA-Cina: corsa alla raccolta dei dati biologici
- Leader europei in allarme, il magnesio cinese scarseggia
- Suppletive Giappone: il Pld perde a Shizuoka
“Pace”, “giustizia” e “multilateralismo”. Sono le parole chiave del discorso pronunciato stamattina da Xi Jinping per celebrare il 50esimo anniversario dell’ingresso della Cina comunista nell’Organizzazione delle Nazioni Unite. “La Cina si oppone risolutamente a tutte le forme di egemonia e politica di potere, unilateralismo e protezionismo”, ha affermato il presidente cinese, auspicando una maggiore cooperazione globale nei dossier più importanti del momento, come conflitti regionali, terrorismo, cambiamento climatico, sicurezza informatica e biosicurezza. Xi ha inoltre esortato la comunità internazionale a promuovere i valori di pace, sviluppo, giustizia, democrazia, libertà, definendoli “valori comuni di tutta l’umanità”, un’espressione introdotta per la prima volta lo scorso 1 luglio nel suo discorso per il centenario del Pcc. Senza mai pronunciarne il nome, il leader cinese è parso piuttosto chiaramente chiamare in causa gli Stati uniti, ritenuti i veri responsabili della crisi in Afghanistan nonché dell’escalation nello Stretto di Taiwan. La ricorrenza è particolarmente simbolica dal momento che l’ingresso cinese nell’Onu ha coinciso con l’estromissione di Taipei dai tavoli internazionali. Era il 1971 quando la guerra fredda entrava in una nuova fase, con l’inizio della crisi sino-sovietica e il conseguente avvicinamento tra Washington e Pechino. Oggi le tensioni sempre più ideologizzate tra le due superpotenze ricordano la vecchia divisione in blocchi. Ma l’ex Formosa – considerata baluardo della democrazia in Asia e un importante alleato nella strategia del contenimento anti-cinese – ha assunto un nuovo ruolo da protagonista nella definizione degli equilibri globali. Nel weekend il dipartimento di Stato ha riannodato il dialogo con la controparte taiwanese per facilitare la partecipazione di Taipei nell’Oms e nella Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Negli ultimi 50 anni però sono cambiate molte cose. Oggi la Cina, che si considera il più grande paese emergente del mondo, può contare sull’appoggio di una folta schiera di nazioni intenzionate ad adottarne lo stesso modello di sviluppo, perseguendo la crescita economica senza dover snaturare il proprio sistema politico. [fonte Bloomberg, scmp]
Ripartono i progetti di Evergrande
Evergrande ha ripreso a lavorare a più di 10 progetti in sei città cinesi, compresa Shenzhen. Lo ha dichiarato ieri il gruppo confermando una svolta anticipata la scorsa settimana dallo sventato default grazie al pagamento in extremis di una cedola obbligazionaria. Le operazioni di costruzione erano state sospese a fine agosto a causa del l’impossibilità di saldare i conti in sospeso con i fornitori. Secondo quanto annunciato dall’azienda, in alcuni casi i lavori sono già in fase di allestimento degli interni. Ma il colosso del real estate pare avere altri programmi per il futuro. Nel weekend il presidente Hui Ka Yan ha dichiarato di voler dare maggiore priorità alla produzione dei veicoli elettrici. Una mossa strategica volta a diversificare il core business in un momento in cui l’immobiliare attraversa una fase di crisi generalizzata. L’introduzione di una tassa sulla proprietà – annunciata sabato – potrebbe per la prima volta dalle riforme anni ’80 arrestare la corsa al mattone come bene rifugio. [fonte Reuters]
Santa Sede conferma pressioni cinesi per abbandonare Taiwan
“La Cina vorrebbe che rompessimo le relazioni diplomatiche con Taiwan, promettendo in cambio di inaugurare quelle con noi. Ma abbiamo sempre risposto che prima Pechino deve permetterci di aprire una nunziatura apostolica nella capitale. Solo a quel punto potremo rivedere i nostri rapporti col governo di Taipei. Siccome quel passo non è mai stato fatto, le cose rimangono com’erano. E speriamo che la situazione non peggiori…”. È la prima volta che dai piani alti della diplomazia della Santa Sede si inquadra con chiarezza la questione dei rapporti sino-vaticani e con Taiwan. E l’anonimato non toglie peso né autorevolezza a quanto filtra. [fonte il Corriere]
Arrestato Li Yundi, star cinese del pianoforte
La polizia cinese ha arrestato Li Yundi, conosciuto nel mondo dello spettacolo come “il Principe del Piano”, con l’accusa di aver assunto una prostituta. L’annuncio, circolato inizialmente su Weibo in un post pubblicato dalle forze dell’ordine del distretto di Chaoyang a Pechino, è stato confermato dal People’s Daily. L’Associazione dei musicisti cinesi ha annunciato l’espulsione di Li dall’organizzazione e lo show “Call Me By Fire”, di cui Li faceva parte, è stato rimosso dall’internet cinese. La notizia ha scioccato gli utenti del web, che si sono espressi a favore del rilascio della stella del piano, criticando la maniera in cui la tv di stato cinese CCTV ha gestito l’accaduto. Infatti, la CCTV ha pubblicato un commento in cui avverte che qualsiasi celebrità che tenti di sfidare la legge nazionale e la moralità sarà bandita dai riflettori e condannata. In tutta risposta, molti utenti della rete hanno ricordato che Li era stato invitato dai media ad esibirsi al Gala annuale del Festival di Primavera trasmesso dall’emittente per ben cinque volte, oltre ad essere stato insignito di numerosi premi da parte delle autorità: nel 2012 era stato nominato vicepresidente e professore di una prestigiosa accademia di musica nel Sichuan e, nel 2013, eletto membro del Comitato di Chongqing della Conferenza consultiva politica del popolo cinese (CPPCC). C’è chi ritiene che la detenzione di Li abbia motivazioni politiche della sua detenzione, poiché in passato le autorità cinesi hanno regolarmente accusato oppositori politici e personalità scomode di aver assunto prostitute. Finora, tuttavia, non c’è alcun segno che la detenzione di Li sia motivata politicamente. [fonte TheGuardian]
Cina: una legge riduce i compiti a casa
Sabato scorso il comitato permanente dell’Assemblea nazionale del Popolo, il parlamento cinese, ha approvato una nuova legge che limita i compiti a casa ed il tutoraggio domestico per gli studenti. La nuova regolamentazione, che non è stata ancora pubblicata ufficialmente, rende i governi locali responsabili per la sorveglianza dei genitori affinché lascino agli studenti abbastanza tempo per riposarsi e fare esercizio fisico, riducendo drasticamente l’impiego sei servizi di tutoraggio e l’uso di internet. Non è la prima volta che Pechino estende il suo controllo sull’educazione extrascolastica: negli ultimi mesi, il ministero dell’Istruzione cinese ha limitato l’orario in cui i minori possono utilizzare o videogiochi online. Ha anche ridotto i compiti a casa e vietato il tutoring doposcuola per le materie principali durante il fine settimana e le vacanze nel tentativo di alleggerire il pesante fardello scolastico sui bambini. Il parlamento cinese ha dichiarato lunedì scorso che prenderà in considerazione una legislazione per perseguire i genitori i cui figli mostrano “comportamenti cattivi” o commettono crimini. [fonte SCMP]
USA-Cina: corsa alla raccolta dei dati biologici
Secondo un nuovo studio rilasciato dal National Counterintelligence and Security Center degli Stati Uniti, gli USA dovrebbero al più presto rendere più sicuri i settori della cosiddetta “bioeconomia” – genetica, semiconduttori, automazione e tecnologie quantiche. Il rivale numero uno? La Cina, che starebbe acquistando un dominio strategico su tali aree tecnologiche attraverso mezzi “legali ed illegali”. Pechino ha una comprovata esperienza nell’uso improprio di dati genetici: un rapporto del New York Times del 2019 ha già evidenziato come la Cina utilizzi i test genetici per tracciare gli uiguri e un’inchiesta di Reuters ha accusato l’azienda farmaceutica BGI di aver sviluppato un test genetico neonatale in collaborazione con l’esercito cinese. Il test avrebbe consentito a BGI, arrivata in suolo americano nel 2013, di raccogliere informazioni genetiche da milioni di persone in tutto il mondo. Nel mirino dell’intelligence americana c’è anche WuXi, che ha acquistato uno stabilimento di produzione Pfizer in Cina, investendo nel 2015 in 23andMe, un’azienda cinese di genetica. WuXi, sebbene abbia una quota di partecipazioni inferiore all’1% in 23andMe, è stata accusata di vendere alla Cina dati genetici dei pazienti. Secondo quanto dichiarato in una nota da Jacquie Cooke Haggarty, vice consigliere generale dell’azienda, nessuna informazione è mai stata condivisa con una società di proprietà cinese e nessun investitore avrebbe accesso ai dati dei pazienti, criptati e custoditi separatamente rispetto ai risultati delle ricerche. Mentre alcuni detrattori ritengono che il nuovo studio sia l’ennesima incitazione al decoupling delle economie cinese e americana, i portavoce del National Counterintelligence and Security Center hanno dichiarato che il centro stava semplicemente cercando di avvertire le aziende dei rischi di lavorare con aziende cinesi, a causa dello stretto controllo del governo di Pechino. [fonte NYT, Axios]
Leader europei in allarme, il magnesio cinese scarseggia
Tempi duri per l’industria europea, che teme che la ripresa dalla pandemia stia per essere compromessa da un altro shock di approvvigionamento: la carenza di magnesio cinese, vitale per settori automobilistico, aeronautico ed elettronico. La cancelliera tedesca Angela Merkel e il primo ministro ceco Andrej Babiš hanno sottolineato la gravità della situazione giovedì scorso durante un vertice dei leader dell’UE, dove hanno dichiarato che la produzione di magnesio in Cina sia diventata ormai “troppo costosa” per poter efficacemente sopperire ai fabbisogni dell’industria europea. Avendo estromesso i rivali europei attraverso ciò che molti detrattori descrivono come dumping su larga scala, la Cina è diventata il fornitore ufficiale di oltre il 95% di tutto il magnesio importato in Europa. Il Vecchio Continente ha sviluppato de facto una pericolosa dipendenza in completa antitesi con l’”autonomia strategica” tanto ricercata. La carenza mette poi in discussione la capacità dell’UE di esercitare pressioni sulla Cina affinché adotti misure drastiche per ridurre l’uso del carbone in vista della prossima conferenza internazionale sui cambiamenti climatici, che si terrà a Glasgow a novembre. Se Pechino intende rimettere in funzione le fabbriche chiuse per la crisi energetica, è probabile che il carbone continuerà a svolgere un ruolo importante nel mix energetico della Cina, almeno sul medio termine. Mentre Pechino tenta di rassicurare i paesi europei del fatto che la scarsità di magnesio è solo un problema temporaneo – dovuto principalmente alla crisi energetica nazionale – nell’UE le scorte del minerale rischiano di esaurirsi entro la fine di novembre. [fonte Politico]
Suppletive Giappone: il Pld perde a Shizuoka
ll Partito liberaldemocratico del Giappone (Pld) ha perso una delle due elezioni suppletive per la Camera bassa che si sono tenute ieri, a una settimana dalle elezioni generali del 31 ottobre. Il Pld è stato sconfitto nella prefettura di Shizuoka, dove un candidato indipendente sostenuto dal Partito costituzionale democratico – il 40enne Shinnosuke Yamazaki – ha battuto il candidato del Pld, il 49enne Yohei Wakabayashi. L’esito dell’elezione rappresenta un segnale preoccupante per il neo-primo ministro Fumio Kishida, che assunto l’incarico meno di un mese fa ha già totalizzato uno il tasso di approvazione popolare più bassi in 13 anni. “Deludente”, così il premier ha definito il risultato. Si mette così in salita la strada del nuovo governo, che punta a ottenere un mandato popolare per lanciare un’agenda incentrata su una lotta più decisa alla Covid-19 e un “nuovo capitalismo” che redistribuisca la ricchezza alla classe media. Nonostante la batosta, il Pld ha comunque vinto nella roccaforte conservatrice di Yamaguchi [fonte Reuters]
A cura di Sharon De Cet e Alessandra Colarizi