Il fentanyl, un oppioide 50 volte più potente dell’eroina ha guidato il capitolo più devastante della crisi degli oppioidi e dell’abuso di droga in America. Combattere il contrabbando di fentanyl è, quindi, diventata una priorità chiave per le agenzie statunitensi.
Le morti per overdose sono salite a più di 93.000 nel 2020, per lo più legate al fentanyl, secondo i dati provvisori del National Center for Health Statistics. Si tratta di 21.000 morti in più rispetto al record dell’anno precedente. Nonostante la Cina abbia messo al bando il fentanyl nel 2019, la nazione asiatica risulta nel rapporto come fonte primaria di questo oppioide. Il ministero degli Esteri cinese ha ovviamente definito tali asserzioni come accuse irragionevoli e inaccettabili a fronte dei rigorosi controlli operati dal paese.
Ci sono stati alcuni miglioramenti nella collaborazione, dato che i funzionari hanno istituito gruppi di lavoro, condotto riunioni e condiviso informazioni con i partner cinesi. In alcuni casi la cooperazione ha portato anche ad arresti. Tuttavia, l’organo consultivo del congresso ha avvertito che “rimangono lacune significative nella cooperazione antidroga tra Stati Uniti e Cina”.
Le autorità cinesi spesso rispondono tardivamente alle richieste di accesso per ispezionare e potenziali siti dove si produce precursori chimici del fentanyl. Tali ingredienti vengono successivamente acquistati dai cartelli della droga messicani per produrre il fentanyl che verra venduto negli USA. “Le richieste sono spesso in sospeso per giorni, permettendo a qualsiasi operazione illegale di liberare o ripulire i locali”, si legge nel rapporto. Le autorità cinesi sono anche “in ritardo nelle indagini sul riciclaggio di denaro, nei procedimenti penali e nell’assistenza legale”, ha aggiunto l’organo consultivo.
Dai laboratori cinesi, alle fabbriche messicane, alle strade statunitensi
La quantità di fentanyl finito spedito dalla Cina agli USA è iniziata a diminuire nel 2019, quando Pechino ha vietato la droga sintetica. Nonostante ciò il fentanyl cinese, ora illegale, rimane ampiamente disponibile in territorio americano.
Il rapporto della U.S.-China Economic and Security Review Commission, pubblicato nelle scorse settimane, riporta anche la sofisticata macchina messa in piedi dai trafficanti.
La DEA ritiene che i trafficanti cinesi siano passati dal produrre il prodotto all’esportare precursori ai cartelli messicani, che producono e consegnano il prodotto finale. Questo, però, è solo il primo degli stratagemmi utilizzati per aggirare i divieti. Oltre a trasferire alcune produzioni in India, i trafficanti cinesi stanno reindirizzando le spedizioni attraverso paesi terzi per aggirare i regolamenti locali redatti da Pechino.
“La debole supervisione e regolamentazione della Cina sulla sua industria chimica e farmaceutica permette anche l’evasione e l’elusione”, secondo il rapporto. I criminali cinesi utilizzano, infatti, il sistema bancario cinese per riciclare i soldi della droga messicana, soppiantando i broker messicani e colombiani. Questi broker cinesi usano la tecnologia finanziaria, le applicazioni di mobile banking e i social media per eludere le autorità.
I trafficanti cinesi stanno aumentando la loro cooperazione con i cartelli messicani, specialmente i due più grandi: Sinaloa e Jalisco New Generation. Entrambi i gruppi operano “fabbriche di pillole” nelle città messicane, dove producono fentanyl illegale da spedire negli USA. “Il crescente coinvolgimento dei cartelli messicani e gli schemi avanzati di riciclaggio di denaro hanno esacerbato il problema”.
Cooperazione tra Stati Uniti e Cina: Fentanyl e geopolitica
Sia l’amministrazione Obama che quella Trump hanno dedicato un significativo capitale diplomatico per convincere la Cina a reprimere la fornitura di fentanyl.
La sfida, però, non è solo convincere il governo cinese ma operare efficacemente sul territorio del paese. Le industrie chimiche cinesi, infatti, coinvolgono decine di migliaia di aziende e la Cina non ha un’adeguata capacità di ispezione. Spesso i tentativi di regolare determinate produzioni chimiche ha comportato un contraccolpo politico dovuto agli interessi della regione.
Come nella precedente collaborazione della Cina con l’Australia nel sopprimere la produzione illecita di metanfetamine, però, anche la volontà del governo cinese risulta determinante. La Cina, infatti, ha dimostrato di poter di reprimere il traffico di droga in patria se tali sforzi sono congruenti con i suoi interessi geostrategici. Il paese, tuttavia, perde facilmente interesse nella collaborazione e nell’applicazione quando la parte visibile del problema è fuori dai confini nazionali.
Il governo cinese all’inizio tende sempre a negare l’esistenza del problema ed è probabile riaccada ancora. Inoltre, il significativo deterioramento delle relazioni tra USA e Cina ha certamente minato la volontà della Cina di applicare diligentemente il nuovo regolamento sul fentanyl.
Di Francesco Maria Trinchese*
*Francesco Maria Trinchese è uno degli studenti della prima edizione della Summer School “Capire la Cina e l’Asia” di China Files