La Cina è arrivata a produrre più gas serra di tutte le nazioni sviluppate del mondo messe insieme. Lo rivela uno studio di Rhodium Group, stando al quale nel 2019 le emissioni cinesi sono salite a 14,09 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente, pari al 27% del totale e a oltre tre volte i valori del 1990. In confronto i membri dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) si sono fermati a quota 30 milioni di tonnellate. Stando alla ricerca, anche lo scorso anno, nonostante la temporanea sospensione delle attività economiche in molte aree del paese, oltre la Muraglia le emissioni nette sono lievitate dell’1,7% laddove quasi tutte le altre nazioni hanno riportato una diminuzione. Gli Stati uniti, che si sono classificati secondi, hanno contato per l’11% del gas serra prodotto a livello globale, seguiti dall’India con un 6,6%. Stando a quanto promesso da Xi Jinping, la Cina dovrà raggiungere il picco delle emissioni entro il 2030 per poter diventar carbon neutral trent’anni più tardi. [fonte Bloomberg]
Xinjiang: Adidas e Nike contano le perdite
La campagna di boicottaggio in difesa del Xinjiang ha già colpito duramente marchi stranieri. Secondo un’analisi di Morningstar Inc., le vendite online di Adidas AG e Nike Inc. sono letteralmente precipitate. Su Tmall, la più grande piattaforma di e-commerce business-to-consumer della Cina, ad aprile gli acquisti di prodotti Adidas sono crollati del 78% su base annua, mentre alla Nike è andata leggermente meglio: il calo è stato di “solo” il 59%. Come avvenuto in altre circostanze, la disaffezione nei confronti delle multinazionali occidentali ha contribuito a sostenere il business dei concorrenti locali. Anta Sports Products Ltd. e Li Ning Co. Ltd., i giganti cinesi dell’abbigliamento sportivo favorevoli all’utilizzo di materiali provenienti dalla regione autonoma uigura, hanno beneficiato del fermento nazionalista. China Lining, il ramo della moda premium di Li Ning, ha visto le proprie vendite su Tmall crescere di oltre l’800%. C’è chi sostiene sia un fenomeno passeggero, legato al clima politico del momento. Ma, secondo Jamil Anderlini del Financial Times, il rischio è che i brand stranieri sviluppino una sorte di “sindrome di Stoccolma”: fortemente dipendenti dal mercato cinese, tendono sempre più spesso “a incolpare politici, media o gruppi per la difesa dei diritti umani nei loro paesi d’origine per l’ostilità dei loro rapitori.” [fonte Bloomberg, FT]
I numeri del May Day
Finita la “Golden Week” è tempo di bilanci. A un anno dall’inizio della epidemia, secondo il Ministero della Cultura e del Turismo, gli incassi mostrano i segni di una ripresa rispetto al crollo del 2020. Ma non siamo ancora ai livelli pre-pandemici. Durante il mega ponte del 1 maggio, i turisti cinesi hanno speso 113,23 miliardi di yuan (17,5 miliardi di dollari), più dei 47,6 miliardi di yuan dello scorso anno ma meno dei 117,7 miliardi di yuan del 2019. Quando però si prende in considerazione il numero dei viaggi turistici il bilancio di quest’anno – seppur inferiore alle aspettative del governo – è superiore a quello di due anni fa: 230 milioni di viaggi turistici interni, quasi il doppio dei 117,7 milioni di viaggi di due anni fa. La discrepanza tra i dati – stando a un report di Citi Research – trova spiegazione nei “prezzi relativamente bassi dei prodotti di viaggio e a un potenziale spostamento verso il turismo a breve distanza”. Quindi non necessariamente a un rallentamento dei consumi interni. Anzi, in alcuni settori i numeri sono decisamente in rialzo. Il box office, per esempio, ha già battuto un nuovo record. Secondo l’app Lighthouse, le sale cinematografiche cinesi hanno incassato la cifra record di 1,67 miliardi di yuan durante le festività, quasi il 10% in più rispetto al 2019, Con tutto che il prezzo medio dei biglietti sia stato di 37,8 yuan, il 13% in meno rispetto a due anni fa. [fonte SCMP]
MYBank al servizio della “rivitalizzazione rurale”
MYBank, l’istituto di credito online di Ant Group, prevede entro il 2025 di riuscire a servire 2000 contee in giro per il paese, il doppio rispetto al numero attuale. Il piano – che giunge nel pieno delle indagini antitrust a carico del gruppo – strizza l’occhio alla “rivitalizzazione rurale”, la strategia con cui la leadership comunista punta a emancipare le campagne dopo aver sconfitto la povertà assoluta. Obiettivo di MyBank: fornire servizi bancari alle piccole e micro imprese, a cui gli istituti tradizionali sono restii a concedere prestiti. Da quando è stata lanciata sei anni fa, la piattaforma di e-payment ha raggiunto ben 35.000 pmi sfruttando la tecnologia cloud per ridurre i costi di finanziamento e monitorare il processo di approvazione dei prestiti. “Ci aspettiamo che la finanza rurale svolga un ruolo significativo nel promuovere l’inclusione finanziaria “, ha detto il presidente di MYBank Jin Xiaolong. [fonte Caixin]
La Cina ha una task force nazionale per la tutela dei minori
La Cina ha istituito una task force nazionale per coordinare gli enti preposti alla protezione dei minori in tutto il paese. Come si apprende da un avviso emesso dal Consiglio di Stato, il gabinetto cinese, il gruppo, guidato dalla vice premier Sun Chunlan, è nato con lo scopo di tutelare la salute fisica e mentale dei minori e salvaguardare i loro diritti legali. La task force è stata istituita dopo che l’Assemblea nazionale del popolo, il più alto organo legislativo cinese, ha approvato lo scorso ottobre un emendamento alla Legge sulla protezione dei minori. In base alle implementazioni normative, il gruppo opererà come ente di coordinamento nazionale responsabile della supervisione e del controllo dell’attuazione della Legge sulla tutela dei minori e delle leggi e dei regolamenti correlati. Si viene a costituire così un struttura complessa in tutto il paese: la task force nazionale guiderà il lavoro delle autorità locali, che devono creare un sistema per coordinare, supervisionare e guidare i dipartimenti competenti negli sforzi per migliorare la protezione dei bambini. Gli emendamenti alla Legge sulla protezione dei minori, che dovrebbe entrare in vigore il 1° giugno, hanno aggiunto 60 articoli con alcune misure specifiche per le agenzie governative, come la creazione di un database degli autori di abusi di minori, la nomina di personale giudiziario specializzato per gestire casi che coinvolgono minori e controlli sui contenuti pubblicati sui social media. I legislatori hanno formulato anche linee guida su come prevenire le violenze sessuali contro i minori e prendersi cura delle vittime, nonché di coloro che subiscono bullismo a scuola. [fonte Caixin]
Magnate delle batterie è il nuovo super ricco di Hong Kong
Li Ka-shing, il magnate immobiliare di Hong Kong, ha perso il primato di uomo più ricco dell’ex colonia britannica. A spodestarlo è Robin Zeng, fondatore e presidente di Contemporary Amperex Technology Co.Ltd, nonché fornitore di batterie per Tesla, che vanta un patrimonio personale di 34,5 miliardi di dollari. Secondo Forbes, le sue fortune sono triplicate dallo scorso marzo, segno dell’interesse globale per il comparto della tecnologia. Le azioni dell’azienda con sede a Ningde, nella provincia del Fujian, sono cresciute di cinque volte negli ultimi due anni poiché è diventata la nota fornitrice di batterie per le più grandi case automobilistiche di lusso del mondo, tra cui BMW, Volkswagen, Mercedes-Benz, nonché Tesla. La CATL vende alle aziende le sue batterie al litio ferro fosfato, che secondo gli ingegneri consentono di percorrere lunghe distanze con una singola carica; inoltre, le batterie sembrano essere più sicure rispetto a quelle che contengono cobalto. [fonte Caixin]
Ha collaborato Serena Console
Classe ’84, romana doc. Direttrice editoriale di China Files. Nel 2010 si laurea con lode in lingua e cultura cinese presso la facoltà di Studi Orientali (La Sapienza). Appena terminati gli studi tra Roma e Pechino, comincia a muovere i primi passi nel giornalismo presso le redazioni di Agi e Xinhua. Oggi scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra le quali Il Fatto Quotidiano, Milano Finanza e il Messaggero. Ha realizzato diversi reportage dall’Asia Centrale, dove ha effettuato ricerche sul progetto Belt and Road Initiative. È autrice di Africa rossa: il modello cinese e il continente del futuro.