Sui dolci declivi collinari nel sud-ovest della provincia del Fujian in Cina sorgono i tulou(土楼), edifici in terra battuta a forma circolare e non solo, simili a fortezze, abitati oggi maggiormente dal popolo Hakka (客家) ma anche dagli Hoklo comunemente chiamati Minnan(闽南).
Per sfuggire alle persecuzioni e alla carestia della Cina nord occidentale durante la dinastia Jin (265-314 d.C) , gli Hakka 客家 (kejia in mandarino significa ospiti), migrarono gradualmente verso sud e si rifugiarono nelle provincie del Jiangxi, Fujian e nel Guangdong dove costruirono queste case fortezza per ripararsi dai banditi e dagli animali selvatici.
Sono conosciuti infatti anche sotto il nome di 客家土楼 (kejia tulou).
Che cos’è un tulou?
Basandosi sul significato letterario della parola, tu土 in cinese significa terra e lou 楼 edificio alto, si può pensare al termine tulou come una descrizione generica di un edificio in terra battuta, in realtà è molto di più.
Le migliaia di “edifici di terra” costruiti dai gruppi etnici Hakka e Minnan della provincia rurale del Fujian, sono la massima espressione architettonica dell’esistenza di un clan in Cina.
Queste strutture primitive erano in grado di ospitare, e in teoria lo sarebbero tuttora, interi clan familiari, composti anche da 600 persone, all’incirca 80 famiglie.
Lo spazio vitale all’interno dei tulou si sviluppa verticalmente, necessità primaria in una regione montuosa dai limitati terreni pianeggianti. Quasi tutti i tulou infatti sono situati a valle secondo i principi del fengshui 风水, l’arte geomantica cinese che organizza lo spazio abitativo in modo armonico e benefico.
Il fengshui, che in cinese letteralmente significa vento e acqua, prevede una montagna alle spalle capace di riparare dal vento e una fonte d’acqua nelle vicinanze, indispensabile per la vita.
L’esterno cupo non ti prepara minimamente a quello che c’è dentro. Una volta entrati infatti, l’interno si spalanca come se ci trovassimo all’interno del Colosseo. Le gallerie con travi di legno scuro si innalzano maestosamente fino a cinque piani intorno a un cortile pieno di luce. Le piccole stanze, di dimensioni identiche, sono disposte una dopo l’altra come un canto architettonico. I corridoi girano e con essi tutte le stanze, dando un senso di unione collettiva.
Queste strutture a comparti si possono quasi definire una sorta di antesignani dei condomini moderni. La disposizione tipica prevede le cucine al primo piano, i magazzini al secondo e gli alloggi dal terzo piano in su, di solito non superano i cinque piani. Al centro si trova un cortile che le famiglie utilizzano in comune, il tempio degli antenati e due pozzi con acqua alimentata da due diversi sorgenti.
Come veniva costruito un tulou?
Nonostante ci siano diverse affermazioni sull’esistenza di tulou più antichi, la prima registrazione risale al 1558, periodo che coincide anche con le battaglie susseguitesi tra gli Hakka e altri popoli della Cina settentrionale.
Stabilitisi al sud della Cina, gli Hakka decisero così di creare un modello abitativo più resistente, che incorporasse diversi elementi difensivi, in grado di ospitare numerose famiglie per affrontare insieme eventuali incursioni.
Prima di dare inizio alla costruzione, un maestro di fensghui veniva invitato a scegliere un luogo ideale o meglio di ‘buon auspicio’. Una volta deciso dove sarebbe stato collocato l’ingresso principale, si tracciava un cerchio attorno al centro con una corda.
Le basi venivano costruite con pietre e i piccoli fori venivano ricoperti con dei ciottoli per impedire all’acqua di penetrare. La costruzione delle mura massicce, dallo spessore di oltre 3 metri e altezze fra i 10 e i 17 metri, consisteva in una miscela di argilla, calcare e sabbia che andava a riempire degli stampi di legno. Una volta essiccata formava una pelle dura come il cemento, capace di resistere a colpi di cannone, frecce infuocate, arieti e possibili terremoti.
Le pareti in terra battuta e riso, utilizzato come collante, venivano poi rinforzate da listelli di bambù e trucioli di legno; in seguito però, per proteggere la struttura dalle fiamme, i tulou sono stati costruiti con muri di pietra tagliafuoco e le porte rivestite di metallo, diventando delle fortezze a tutti gli effetti.
Un modello sostenibile e democratico
Elemento distintivo di questi edifici è la loro forma geometrica. Pare sia stata proprio questa forma bizzarra ad attirare nel 1985 un satellite militare statunitense. L’intelligence militare americana inviò subito sul posto un personale della CIA ad indagare, sospettando che si trattasse di silos nucleari. Quando l’agente arrivò in Cina si rese conto che si trattava di insediamenti tradizionali in totale armonia con l’ambiente circostante.
Che si tratti di un evento storico reale o di pura leggenda questo non lo sappiamo, ma ci piace pensare sia vero. In armonia con il paesaggio, efficiente dal punto di vista energetico e costruito con materiali naturali locali, il tulou potrebbe perfino tornare in auge, come un prototipo di edificio ‘verde’. Inoltre il tulou è un un’abitazione sorprendentemente confortevole, essendo “冬暖夏凉”, ovvero caldo in inverno e fresco in estate.
Sono proprio queste innumerevoli caratteristiche ad aver portato l’Unesco nel 2008 ad inserire 46 degli attuali 3.700 tulou nella lista dei Patrimoni dell’Umanità, allo scopo di contribuire alla conservazione di queste fortezze-villaggio, citandoli come esempi eccezionali di abitazioni uniche e funzionali da un punto di vista energetico e sostenibile.
Il riconoscimento da parte dell’Unesco ha avuto un impatto rilevante sull’economia dell’area e il turismo ha fatto sì che diversi giovani tornassero a ripopolare queste magnifiche abitazioni collettive, modello sociale fondato sulla democrazia.
Alcuni dei tulou sono stati convertiti in B&b, permettendo a chiunque abbia voglia, di assaporare la vita dei clan del popolo Hakka che sta irrimediabilmente scomparendo.
Negli ultimi 25 anni, con un’economia e una società dei consumi sempre più in espansione, il numero degli abitanti dei tulou è sceso drasticamente. La gente non ha più voglia di vivere in spazi dove non c’è posto per la privacy, senza impianti idraulici interni.
Le persone anziane insieme ai bambini lasciati a quest’ultimi in affidamento, sembra siano le uniche persone ad abitarli. Ad ogni modo i tulou come oggetti fisici non scompariranno, le mura sono state costruite per durare secoli e sembra che fino ad oggi se la siano cavata abbastanza bene.
di Angela Piscitelli*
*Nata a Isernia nel 1988. Nel 2014, terminati gli studi in Lingue e Civiltà Orientali a Roma, si stabilisce a Shanghai dove consegue un Master in Giornalismo e Comunicazione. La sperimentazione fotografica trova ampia espressione durante i suoi viaggi, dove prende piede la passione per il ritratto e la fotografia di strada, l’unica capace di riprendere i soggetti in situazioni reali e spontanee nella vita di tutti i giorni
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