La Cina continua a diversi, almeno nel matrimonio. Non si ferma infatti la crescita dei divorzi nella Repubblica Popolare. Nel 2018 questi hanno toccato la cifra record di 4.5milioni, un numero quasi eguagliato, anche se di poco inferiore, nel 2019. Gli analisti sono in attesa delle stime finali del 2020, ma dati alla mano gli ultimi tre mesi dell’anno scorso si è registrato un +13% delle richieste.
Il governo ha quindi cercato di correre ai ripari cercando di rallentare questa emorragia coniugale applicando una legge che di fatto richiede alle coppie in separazione un “periodo di ripensamento e riflessione” prima di ogni decisione. “Alcune coppie litigavano al mattino e divorziavano nel pomeriggio”, ha detto Long Jun, un esperto che ha lavorato per includere la regola nel nuovo codice civile del paese, in un’intervista al quotidiano ufficiale Legal Daily. “Al fine di ridurre questo fenomeno, si è deciso di introdurre alcune nuove norme”, ha dichiarato il legale.
Una decisione che è stata accolta mal volentieri da tutti. Non solo dall’opinione pubblica, ma anche dagli avvocati, consulenti matrimoniali e persino forze di polizia ed esponenti del partito stesso. “In questo modo si andranno ad esasperare comportamenti negativi e, penso, si potrà arrivare in taluni casi a delle vittime, e quando dico questo mi riferisco alle donne”, ha chiosato Ye Hanbing, vice Governatore della provincia del Sichuan.
ARRIVANO I CONSULENTI ONLINE – Il tasso di divorzi in costante aumento ha aggravato le sfide e gli sforzi della leadership cinese per invertire una crisi demografica che minaccia principalmente la crescita economica. Nonostante l’abrogazione della politica del figlio unico, il numero delle nascite non ha avuto quell’incremento aspettato, senza contare che il numero di matrimoni è andato al ribasso anno dopo anno dal 2014 in poi.
In questa cornice ad emergere è la figura del consulente matrimoniale, una professione che è stata investita in pieno dalla rivoluzione digitale del livestreaming. Anche a causa della pandemia e ad una crescente mole di richieste, questi specialisti hanno deciso di abbracciare il mondo online per dare consulenze ai propri pazienti. Molti di loro hanno anche aderito ad alcune iniziative, come quelle promosse dal colosso assicurativo PingAn con la sua controllata PingAn Doctor, che hanno creato piattaforme livestreaming ad hoc per risolvere crisi coniugali. Molteplici i servizi offerti da queste piaattaforme. Dalla seduta one-to-one con lo specialista, i clienti possono scegliere il terapeuta anche a base dell’esperienza, ma un trend del momento è quello delle sedute collettive.
Tra i pionieri della consulenza matrimoniale online vi è Shen Yangzhu. Di base a Shanghai “il nostro studio ha clienti un pò da tutta la Cina grazie alla collaborazione con piattaforme livestreaming”, ha detto Shen. “Dallo scoppio della pandemia abbiamo assistito ad una crescente partecipazione di ciò che chiamiamo sedute collettive”. Come spiega lo specialista
queste sedute “pubbliche” sono di diversa natura. Una più ristretta che coinvolge un massimo di due o tre coppie. “Sono tutte famiglie che si conoscono tra loro e che, per un motivo o per un altro, hanno una parte in causa nella crisi coniugale”, il secondo tipo è una vera e portai sessione livestreaming totalmente aperta cui tutti, previa iscrizione, possono partecipare.
Questo tipo di sessione non entra nello specifico dei casi dei singoli, piuttosto preferisce trattare tematiche più generali. La modalità è quella del question- and – answer. Dato un topic, lo specialista introduce bevente l’argomento, salvo poi lasciare agli utenti spazio per le domande sullo stesso. “Un format che ha molto successo”, dice Shen. “Non è equiparabile ad una vera e propria terapia di coppia, ma è pur sempre un inizio per rispondere a molte paure e dubbi degli utenti”.
ANCHE GLI UOMINI CHIEDONO UN TERAPISTA DI COPPIA – Quale è quindi lo status dei matrimoni cinesi? “Sicuramente fragile”, ammette Shen. Un giudizio sottolineato anche dalla Chinese Psicilogy Society. Secondo i dati, le donne rimangono il maggiore bacino di clientela che si rivolge ai terapisti di coppia, ma negli ultimi mesi, anche il numero degli uomini è in costante aumento, almeno nelle principali città. “Al giorno d’oggi ciò che si ricerca è la qualità di vita di coppia”, ammette Shen. “Giustamente le nuove generazioni danno spazio ai sentimenti, alla qualità della vita e al rispetto tra partner. Oggi le motivazioni che possono portare ad un divorzio potranno sembrare futili per i nostri padri e nonni, ma sono sicuramente più profonde ed intime e quindi degne di importanza, simbolo di una società che è cambiata”, ha ammesso lo specialista. “Pressioni familiari, difficoltà economiche, scarso interesse per la crescita dei figli, lontana dal partner e depressione sono alcune delle motivazioni che vengono riportate come causa del divorzio”.
Tra pressioni internazionali e rallentamento economico, il nodo dei divorzi è forse l’ultimo dei problemi per Pechino. Eppure è in atto una accesa discussione ai vertici sul modificare la norma da poco introdotta. A parlare sono di fatto i numeri. Pechino ha registrato un aumento del 36% delle separazioni, Shenzhen del 26% e Chongqing del 15%. Le associazioni sono sul piede di guerra se non per stralciare almeno per modificare la norma ed anche gli specialisti come Shen Yangzhu non condividono totalmente la legge. Pur ammettendo che “in precedenza era troppo facile ottenere un divorzio, le nuove norme potrebbero ulteriormente svantaggiare le madri casalinghe che spesso non hanno un reddito indipendente per pagare una battaglia legale”.
Di contorno costante l’offensiva sui social, specialmente su Weibo. L’opinione pubblica percepisce infatti che l’agire del governo si è spinto oltre toccando uno degli aspetti più intimi e personali della vita dei cittadini: l’amore e la relazione di coppia.
Di Stefano Venza*
**Giornalista freelance con background in lingua e cultura cinese. Nuotatore professionista, nel tempo libero segue da vicino le vicende hi-tech del Dragone, viaggiando sempre a cavallo tra Oriente ed Occidente.