Piccola Via della Seta – Capodanno cinese fra tradizione, riti e modernità (II parte)

In Cina, Cultura by Redazione

Leggi qui la prima parte

La fortuna: simbologia ed espressioni

Le antiche credenze popolari e le superstizioni fanno da fedeli compagne non solo ai grandi eventi celebrativi del Capodanno, ma anche alle più piccole e banali faccende casalinghe. Uno dei tanti e famosi riti superstiziosi, diventato quasi elemento di folklore ai nostri occhi occidentali, è legato al colore rosso 红色 (hόngsè): il colore “cinese” per eccellenza, legato alla fortuna, al buon auspicio, alle festività, il colore del cinabro utilizzato in pittura e nella medicina tradizionale e, non per ultimo, il colore legato allo Yang 阳 (yáng), il principio maschile che rappresenta la forza, il potere, il sole e la positività. Impregnato di un tale significato propiziatorio, questo colore non poteva certamente mancare all’interno della tradizione del Capodanno Cinese, infatti vestiti, ornamenti, decorazioni di colore rosso, sia in ambienti esterni che interni, sono assolutamente normali (e consigliati).

Tra gli oggetti ornamentali più comunemente utilizzati ci sono piccoli quadri e nodi tradizionali di stoffa rossa appesi sulla facciata posteriore delle porte insieme alle famose coppie di caratteri benauguranti scritti su carta, dei veri e propri versi in rima dipinti con inchiostro nero o dorato su
entrambi i lati dei drappi e la cui storia è molto antica: comparvero per la prima volta durante la dinastia Song (960 – 1276 d.C.), quando si iniziarono a scrivere caratteri fortunati su supporti scrittori completamente diversi, poiché la carta ancora non era stata inventata, costituiti da pezzi di legno,
preferibilmente di pesco.

Altri oggetti tipici, non necessariamente legati al colore rosso, sono invece i famosi 元宝 yuánbǎo, dei piccoli lingotti d’oro e d’argento, la cui forma e il cui nome sono ripresi anche in ambito culinario: i celebri ravioli 饺子 (jiǎozi), la cui preparazione rappresenta un rito da consumarsi tra le mura di
casa e insieme agli affetti più cari, in occasione di questa festa cambiano il loro nome proprio in yuánbǎo, andando così a simboleggiare la buona sorte. Al loro ripieno vengono aggiunti altri ingredienti portafortuna come le noccioline ed esiste anche l’usanza di inserire una monetina in uno
di essi: chi la trova sarà doppiamente fortunato, ma attenzione ai denti!

Così come questi, esistono tanti altri simboli di fortuna, prosperità e longevità, come oggetti a forma di pesce che richiamano la famosa carpa portafortuna in molti paesi asiatici e protagonista di diverse leggende (il Koi o, in cinese, 锦鲤 jǐnlǐ) e i famosi ritagli di carta o, ancora, composizioni floreali e frutti tipici, adatti anche ad essere regalati. Dunque sono tantissimi i modi in cui è possibile richiamare, auspicare, augurare e accogliere la fortuna e fra le regole e usanze da seguire ve ne sono moltissime relative anche al “cosa non fare”.

Se i giorni che anticipano il Capodanno pulire è un atto propiziatorio, nei tre giorni seguenti è assolutamente vietato: fare le pulizie, lavarsi i capelli, buttare la spazzatura e addirittura fare il bucato. Si crede che questi gesti corrispondano tutti a cancellare la buona sorte e la ricchezza entrata nelle proprie vite nei giorni precedenti. In questi giorni infatti è molto importante fare tutto il possibile per preservare la propria ricchezza e, oltre a non pulire, bisogna prestare attenzione ad altre cose come evitare di fare prestiti, di rompere gli attrezzi, di utilizzare aghi e oggetti appuntiti (poiché riconducibili alle armi, che vanno quindi contro il principio della non violenza di queste giornate) e, ancora, bisogna evitare di consumare la pappa di riso, cibo povero per antonomasia, e di far uso di medicine o infusi della medicina tradizionale cinese per scongiurare il rischio di attirare su sé stessi un anno di malattia.

Non mancano poi parole ed espressioni di buon auspicio per l’arrivo del nuovo anno. Queste espressioni vanno sotto il nome di Jíxiánghùa 吉祥話. La più comune è indubbiamente 新年快乐 Xīnnián kuàilè (Felice anno nuovo) seguita da 恭喜发财 Gōngxǐ fācái (Congratulazioni e che sia prospero) ma ne esistono innumerevoli e la particolarità di alcune risiede nel fatto che sono legate alle pietanze tradizionalmente consumate durante questa festività. È questo il caso delle espressioni legate ai ravioli e alla caratteristica torta dell’anno 年糕 (niángāo):

招财进宝 Zhāo cái jìn bǎo: “Augurare ricchezze e tesori”.
年高德劭 Nián gāo dé shào: “Avanzare con l’età apporta virtù e integrità”.
年年高 Nián nián gāo: “Migliorare di anno in anno”.

 

Dalla Cina al Mondo

Nonostante il Capodanno lunare venga festeggiato in gran parte dell’Asia e il periodo festivo duri normalmente due settimane, all’interno del più ampio periodo del Chūnyùn 春运, esistono comunque delle distinzioni su quelli che vengono effettivamente considerati giorni festivi e che prevedono la totale interruzione delle attività lavorative o scolastiche.

Attualmente, la Repubblica Popolare Cinese, Hong Kong e Macao considerano effettivamente festivi i primi tre giorni dell’anno nuovo, a Taiwan lo sono i primi cinque, mentre in altri paesi asiatici lo è solo il primo, come nel caso di Corea, Filippine e Malaysia. Se in Cina si trovano le tradizioni più radicate e ogni località offre un’ampia gamma di eventi tradizionali e non, esistono altrettanto magnifici festeggiamenti e manifestazioni in altre parti del mondo, laddove le comunità cinesi sono maggiormente presenti, radicate e integrate.

Tra le varie Chinatown, in alcune particolarmente famose il Capodanno lunare è diventato anche una vera e propria attrazione turistica. È questo il caso della comunità asiatica della California meridionale, in cui gli spettacolari festeggiamenti che si tengono ogni anno a San Francisco e a Los Angeles fanno da finestra diretta sul variegato ”edificio culturale” di stampo asiatico, tramite festival che ospitano eventi artistici, dimostrazioni di arti marziali, spettacoli musicali e non per ultima la famosa Golden Dragon Parade, una sfilata che si tiene a Los Angeles sin dal 1899 e che quest’anno compie il suo 122° anno di celebrazione. Allo stesso modo, ricche e coinvolgenti celebrazioni si svolgono normalmente nelle Chinatown di New York, Bangkok, Londra, Parigi e, ancora, di Milano, Prato, Roma e Napoli.

All’inizio dell’anno appena trascorso le cose sono state “leggermente” diverse: la pandemia da coronavirus ha cambiato tutto. Nel 2020 i festeggiamenti sono stati cancellati in Cina e nei paesi asiatici e molte comunità cinesi sparse nel mondo hanno annullato l’evento per solidarietà con la madrepatria, nonostante il virus non le avesse ancora colpite da vicino. Ma, cosa ancora più importante, questo ha portato innumerevoli famiglie a non potersi riunire per tantissimo tempo. Quest’anno, nonostante in Cina il virus sia ormai ampiamente sotto controllo, il Governo di Pechino ha introdotto una serie di limitazioni ai viaggi e agli spostamenti di massa tipici del periodo per evitare la nascita di nuovi focolai e una nuova diffusione incontrollata e difficilmente tracciabile del virus: quarantena obbligatoria a spese proprie per chi decide di viaggiare, tamponi per entrare in determinate città che rappresentano maggiormente una meta tipica e incentivi e premi a coloro che decidono di non viaggiare. Il massiccio turismo tipico di questo periodo sarà in questo modo sicuramente frenato e controllato, andandosi così ad allineare con la nuova tendenza dello
Staycation”, ossia dei viaggi brevi e a corto raggio, non lontani da casa e resi possibili grazie ad attività culturali e soggiorni all’insegna del turismo esperienziale e del lusso, che permetteranno comunque un’intensa, seppur breve, evasione dalla quotidianità.

La certezza riteniamo sia una sola: le normali pulizie “scaccia-sfortuna” che precedono normalmente l’arrivo del nuovo anno questa volta saranno state sicuramente più intense e frenetiche.

Auguriamo a tutti un buon anno del Bue sperando che sia davvero un anno fortunato.

di Claudia Comite e Sara Colaiaco*

*Studentesse della magistrale in Lingue e civiltà orientali presso “La Sapienza” di Roma, su Instagram e Facebook curano la pagina La Piccola Via della Seta, cui è correlato l’omonimo blog su WordPress, con il fine di contribuire ad una maggiore divulgazione e comprensione della cultura cinese