In Cina e Asia – Covid: Pechino entra in “modalità di guerra”

In Notizie Brevi by Alessandra Colarizi

Salgono a 106 i casi di covd-19 rilevati a Pechino dallo scorso giovedì. Le infezioni nelle precedente 24 ore sono state 27, meno delle 26 del giorno prima. Nel weekend, la capitale è entrata in “modalità di guerra” per arginare la diffusione del nuovo focolaio scaturito dal mercato alimentare all’ingrosso di Xinfadi, dove ogni giorno passano 15mila persone e migliaia di tonnellate di verdure, frutta e carne. Le autorità locali hanno annunciato ulteriori restrizioni vietando i viaggi in uscita di persone ad alto rischio e sospendendo alcuni servizi di trasporto fuori città. Intanto sono 29 le zone residenziali della città contrassegnate come aree a “medio rischio”. 76mila residenti sono stati sottoposti a test, mentre le autorità hanno ispezionato 13.962 bancarelle, disinfettato 276 mercati alimentari e 33.173 ristoranti. Sono invece 11 i mercati ad aver chiuso, almeno temporaneamente. Secondo Yang Zhanqiu, vicedirettore del dipartimento di biologia dei patogeni presso l’Università di Wuhan, il nuovo focolaio di Pechino è potenzialmente più contagioso di quello dello Hubei considerato il numero importante di casi emersi nel giro di pochi giorni. Allo stesso tempo, la rapidità d’azione e l’esperienza acquisita negli scorsi mesi fanno ben sperare: gli esperti sono concordi nel ritenere che difficilmente si verificherà una seconda Wuhan. [fonte Guardian, SCMP]

La Cina sospende le importazioni di salmone

Pechino ha sospeso tutte le importazioni di salmone. Lo hanno annunciato ieri  Norway Royal Salmon e Bakkafrost, due delle aziende che riforniscono la Cina, associando la decisione alla chiusura del mercato Xinfadi di Pechino, nuovo focolaio dell’epidemia. Il mercato – il più grande d’Asia – rifornisce il 70% della verdura e il 10% della carne di maiale consumati nella capitale. Non è chiaro come covid abbia raggiunto il Xinfadi Market. Il virus – che appartiene al ceppo europeo – è stato rilevato sui taglieri utilizzati per il salmone, che la Cina importa congelato da Cile, Norvegia, Australia, Canada e Isole Faroe. Tutti i principali supermercati della città hanno già provveduto a rimuovere dagli scaffali il pesce, anche se gli esperti dubitano che la fonte del virus siano i prodotti ittici. Contando per il 5% delle importazioni di salmone a livello mondiale, lo scorso anno il mercato cinese ha raggiunto un valore di 700 milioni di dollari grazie a una classe media dal palato sempre più esigente. Il NYT spiega come, dai primi anni 2000, la dipendenza dal mercato cinese tiene in ostaggio interi settori, dalle esportazioni australiane di aragoste alle toilette giapponesi. [fonte Reuters, NYT]

Ricercatore russo accusato di aver passato segreti di stato alla Cina

La Russia ha accusato  Valery Mitko, presidente dell’ Arctic Academy of Sciences, di aver ceduto segreti di stato alla Cina. Lo ha annunciato ieri il suo legale, spiegando che il ricercatore è stato arrestato e si trova ai domiciliari.Mitko avrebbe consegnato materiale sulla tecnologia impiegata per rilevare i sottomarini nel 2018, mentre era  visiting professor presso la  Dalian Maritime University.  Se l’accusa verrà confermata, lo scienziato rischia 20 anni di carcere. Mentre dall’esterno la partnership tra Pechino e Mosca appare granitica, rivalità e diffidenze mai sopite rimangono sottotraccia dai tempi della crisi sino-sovietica (1960 – 1989). Secondo Bloomberg, solo la settimana scorsa Il ricercatore  in ingegneria aerospaziale, Vladimir Lapygin, è stato rilasciato dopo aver scontato solo parte della pena a sette anni comminata nel 2016 per aver trasmesso a Pechino informazioni segrete sugli aerei ipersonici di fabbricazione russa. [fonte Bloomberg]

Anche JD guarda alla borsa di Hong Kong

Dopo NetEase e Alibaba, anche JD prepara il suo debutto sulla borsa di Hong Kong. Il colosso dell’ecommerce è l’ultima azienda tecnologica cinese – già quotata al Nasdaq – a scegliere la piazza asiatica per pararsi dalle eventuali contraccolpi dellanuova “guerra fredda” tra Washington e Pechino. Soprattutto da quando l’amministrazione Trump ha confermato di avere in cantiere ritorsioni di natura finanziaria in risposta alla decisione di introdurre una legge antisedizione a Hong Kong. Secondo la banca d’investimento americana Jefferies, sono 31 le società cinesi attualmente quotate negli Stati Uniti potenzialmente interessate a una seconda IPO nell’ex colonia britannica. Se questa ipotesi dovesse rivelarsi corretta, il centro finanziario asiatico vedrebbe materializzarsi 557 miliardi di dollari. Secondo la stampa statale, l’entusiasmo del tech cinese per Hong Kong conferma l’importanza che la regione amministrativa speciale continua a rivestire nei piani di Pechino, nonostante il processo di sinizzazione ne stia compromettendo l’immagine a livello internazionale. [fonte SCMP CNBC]

Tre scienziati cinesi vincono il World Space Award per aver esplorato il lato nascosto della Luna

Quest’anno il World Space Award, il prestigioso riconoscimento assegnato dalla International Astronautical Federation (IAF), è andato a tre scienziati spaziali cinesi che hanno partecipato alla missione Chang’e 4, la sonda che è atterrata sul lato nascosto della Luna. Lo ha reso noto l’autorità spaziale cinese, Lunar Exploration and Space Program Center, diretta dalla China National Space Administration. È la prima volta che scienziati cinesi ricevono un simile riconoscimento da una organizzazione internazionale.  World Space Award 2020 è stato assegnato a Wu Weiren, a capo dei programmi lunari Chang’e e docente alla Chinese Academy of Engineering; Yu Dengyun, vice capo dei programmi Chang’e e vicedirettore di Scienza e Tecnologia alla China Aerospace Science and Technology Corp; e Sun Zezhou, capo progetto della sonda Chang’e 4 e ricercatore di punta della China Academy of Space Technology. [fonte CGTN]

Pyongyang demolisce l’ufficio di collegamento intercoreano

La Corea del Nord ha demolito l’ufficio di collegamento intercoreano istituito nel 2018 dopo il primo meeting tra Kim Jong-un e il presidente sudcoreano Moon Jae-in. La conferma è giunta per bocca del ministero dell’Unificazione sudcoreano dopo che un’esplosione era stata riportata nelle vicinanze di Kaesong, a meno di cinque chilometri dal confine con il Sud. Erano giorni che Pyongyang minacciava azioni militari contro i “nemici” di Seul, prima lamentando le attività di propaganda condotte dai disertori oltre la frontiera, poi accusando il governo Moon di cedere alle pressioni di Washington venendo meno agli impegni presi durante il vertice intercoreano. La giornata era cominciata con l’annuncio che le forze armate del Nord avrebbero presto fatto avanzare le truppe nelle aree precedentemente demilitarizzate. Poi alle 14,49 è arrivata l’esplosione. [fonte: NKNews]

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