Come si temeva, alla fine è successo: l’emergenza Covid-19 è arrivata anche in Italia. Lo ha fatto in maniera improvvisa, anche se non inaspettata, e deflagrante: 3 morti e oltre 150 casi confermati nel giro di 72 ore, con oltre 4 mila controlli con il tampone effettuati. Ma il numero crescerà. Tutto d’un tratto gli italiani si sono dovuti rendere conto che il coronavirus non era un qualcosa di esterno, come invece suggeriva la definizione “virus Cina” (o “virus cinese), ancora utilizzata da alcuni mezzi di informazione e sui social network. Un’indicazione geografica o etnica che ha aumentato i pregiudizi ma non la prevenzione. Il virus è arrivato, portando con sé panico, l’ammirevole impegno di chi è in prima linea, le immancabile polemiche politiche e (per non farsi mancare nulla) anche quelle scientifiche. Con Pechino che, sullo sfondo, muove qualche implicita critica a quello che è ancora adesso uno dei pochi paesi europei ad aver bloccato i collegamenti aerei diretti con la Cina.
PANICO PIU’ RAPIDO DEL CONTAGIO
E’ dalle prime ore del mattino di venerdì 21 febbraio che l’Italia ha capito di essere coinvolta direttamente nell’emergenza sanitaria. Il primo caso diagnosticato, è stato quello di un 38enne di Codogno, in provincia di Lodi. Ma già nel giro di poche ore i casi confermati erano diventati 6, con centinaia di persone in isolamento. Di lui si sono ricostruiti tutti gli spostamenti: dal lavoro alla Unilever di Casalpusterlengo alle cene, dalle partite a calcetto fino alla mezza maratona a Santa Margherita Ligure. Si è subito pensato che il contagio potesse essere avvenuto tramite un suo amico, un manager italiano appena tornato dalla Cina. Poi si è scoperto che il manager era asintomatico semplicemente perché non aveva mai avuto il coronavirus. Il secondo focolaio è stato invece individuato a Vo’ Euganeo, in provincia di Padova, dove il sindaco-farmacista ha detto che nessuno aveva comunicato ai cittadini di andare in quarantena. Qui risiedeva il 78enne Adriano Trevisan, prima vittima italiana della Covid-19, morto all’ospedale di Schiavonia (che è stato poi svuotato). Anche in questo caso, non è stata individuata l’origine del contagio, dopo che sono risultati negativi i test su 8 cittadini cinesi presenti al bar nel quale l’anziano aveva visto il derby Inter-Milan alla televisione. Nessuno dei contagiati è stato in Cina di recente. Continuano dunque a mancare i “pazienti zero“. Il direttore per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità, Hans Kluge, dice che “il legame con la Cina è incerto”.
Nella tarda serata di domenica 24 febbraio il numero dei contagi arriva a superare la soglia di 150. Nel dettaglio: 113 in Lombardia (con due decessi), 22 in Veneto (con un decesso), 9 in Emilia Romagna, 3 in Piemonte (e non 6 come comunicato in un primo momento), 3 in Trentino Alto Adige e 3 nel Lazio (con un guarito). L’Italia, dopo essere stato il primo paese europeo a bloccare i voli da e per la Cina, diventa il terzo al mondo per numero di casi dopo Cina e Corea del Sud. Un numero che ha sorpreso lo stesso Conte, il quale ammette che i casi sono destinati ad aumentare, mentre è partito l’assalto ai supermercati, compresa Milano, e i prezzi di mascherine e amuchina sono schizzati alle stelle. L’Agi si interroga su che cosa potrebbe accadere se il contagio arrivasse nelle carceri. Aumenta la psicosi, con l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, che sottolinea come il panico si diffonda “con più danni del contagio”. Psicosi che ha fermato un treno Italo a Bologna. “In queste ore c’è stato un aumento degli accessi allo Spallanzani più per paura e non per bisogno. Ma non c’è nessun allarme nel Lazio”, ha dichiarato il direttore scientifico dell’istituto Giuseppe Ippolito. Il sindacato dei medici ha chiesto un protocollo di sicurezza. Secondo l’epidemiologo Pierluigi Lopalco il sistema ospedaliero italiano è “ancora impreparato“, come dimostrerebbero alcune testimonianze di alcuni medici.
L’arrivo in Italia dell’emergenza non ha arrestato gli episodi di discriminazione ai danni di cittadini cinesi. Una donna cinese è stata aggredita a Torino. In un post Facebook pubblicato dal proprio profilo personale, il sindaco di Solto Collina (provincia di Bergamo) aveva rilasciato alcune offensive dichiarazioni nei confronti dei cinesi in merito al coronavirus in un post su Facebook, arrivando ad augurare sul finale che “morissero perlomeno solo loro”. Poi si è scusato ricevendo esponenti della comunità cinese. Polemica in Sicilia su un video pubblicato con intenti sarcastici dallo scrittore Ottavio Cappellani: “Date le preoccupanti notizie che vengono dal Nord riguardo al Coronavirus chiedo formalmente al sindaco di Catania Salvo Pogliese e al presidente della regione Sicilia Nello Musumeci di evitare lo sbarco e l’accoglienza di Candiani e leghisti vari”.
Intanto, gli italiani rimpatriati dalla Diamond Princess sono andati in quarantena. Gennaro Arma, il capitano italiano della nave, resterà invece a bordo fino al termine delle operazioni di sbarco. Buone notizie dallo Spallanzani, dove sono guariti il ricercatore italiano e il turista cinese, mentre la moglie sta migliorando in modo costante. L’Ambasciata cinese in Italia ha ringraziato il personale dell’ospedale per le cure ai suoi connazionali (così come ha ringraziato i personaggi dello sport che hanno espresso solidarietà per la Cina). I 55 italiani rientrati da Wuhan hanno lasciato la Cecchignola dopo la fine della quarantena. C’è invece chi è ancora in Cina. Come Vincenzo Zarro, pilota d’aereo, che resta a Qingdao. O Raffaele Tamborrino, avvocato che lavora a Shanghai da 14 anni. O come Sara Platto, la scienziata che resta a Wuhan e la cui storia è finita sul China Daily. O ancora come le tante testimonianze arrivate a China Files dei lettori che al momento si trovano in Cina o che sono impossibilitati a tornarci.
TUTTO FERMO
Per settimane gli italiani hanno guardato più o meno attentamente, più o meno preoccupati, le immagini dell’immensa quarantena cinese. Ora l’esplosione dei casi fa entrare in isolamento le aree più colpite e di fatto blocca gli eventi pubblici in larga parte del nord Italia. Codogno viene immediatamente ribattezzata “Wuhan d’Italia“. Antonio Scurati parla di “inerzia” e “isteria” in una situazione in cui “va a pezzi l’idea di modernità”. Il governo ha messo a punto un decreto per provare ad arginare la diffusione del virus. Le amministrazioni regionali emanano diverse ordinanze (per lo più valide per sette o 14 giorni ma prorogabili) per regolare la sospensione delle attività di scuole, università, eventi sportivi ed eventi culturali, compresi stadi, cinema e bar (almeno in Lombardia, dalle 18 alle 6 del mattino). Nel Lodigiano è scattata la “zona rossa“, e c’è chi racconta che sembra di essere “in guerra”, mentre sono state individuate delle strutture militari per la quarantena. C’è però chi ha lasciato Codogno per tornare a casa dei familiari, in Irpinia. Nasce un caso sull’ordinanza firmata dai sindaci dei sei comuni di Ischia che prevede il divieto di sbarco sull’isola per i residenti in Lombardia e in Veneto, per i cittadini cinesi provenienti dall’aree dell’epidemia e per chi vi abbia soggiornato negli ultimi 14 giorni. Ordinanza poi annullata dal prefetto di Napoli. La Puglia pensa a un censimento per chi rientra dalle regioni settentrionali.
Annullate le celebrazioni del carnevale, comprese quelle di Venezia, anche se secondo Marco Imarisio del Corriere della Sera la decisione del governatore Luca Zaia è arrivata “troppo tardi”. Si ferma anche il mondo dello sport, con quattro partite di Serie A rinviate e la sospensione degli sport invernali. Rinviata anche la partita tra Ascoli e Cremonese, con il proprietario della squadra marchigiana che non la prende bene,così come il direttore generale del club della città lombarda, nella cui provincia si è poi verificato il terzo decesso. Il pallone potrebbe tornare a rotolare dal prossimo weekend, ma in stadi a porte chiuse, come prevede un decreto preparato dal ministro Spadafora. A porte chiuse anche alcune sfilate della Fashion Week di Milano. Sospese anche le messe in Lombardia, mentre a Oropa (Biella), si invitano i fedeli a pregare contro la malattia come nel 1620. I programmi televisivi vanno in onda senza pubblico. Rinviata l’uscita di alcuni film. A proposito di contromisure per l’emergenza, interessante e necessario l’articolo di Andrea Capocci su Il Manifesto, che parla di democrazia e diritti alla prova dell’epidemia.
E’ poi in arrivo un altro decreto con le misure di sostegno all’economia, che dovrebbero comprendere lo stop a tasse, bollette e mutui per famiglie e imprese delle zone colpite. Già, perché le conseguenze economiche del virus si faranno sentire, come riconosciuto dallo stesso Conte. Secondo il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, l’impatto sul pil italiano potrebbe essere di oltre lo 0,2 per cento. Il turismo congressuale e degli eventi potrebbe perdere circa 1,5 miliardi di euro. Secondo Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Imprese Veneto, “una settimana di fermo attività vale almeno il 2-3 punti percentuali in meno di fatturato”. Confcommercio teme ripercussioni serie su piccole-micro imprese. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ricorda i danni per l’agroalimentare.
DA ISOLATORI A ISOLATI
Il 1° febbraio l’Italia ha bloccato i collegamenti aerei diretti con la Cina. Una misura non ha evitato l’arrivo del virus, come sottolinea il medico Roberta Villa su Wired: “Prima di quel momento le persone provenienti dal Paese asiatico venivano controllate all’arrivo, erano invitate a lasciare traccia dei loro futuri spostamenti e veniva consegnato loro un foglietto di istruzioni su come comportarsi in caso di sintomi. Dopo, hanno continuato a partire e tornare passando per scali intermedi, oppure atterrando a Zurigo, Nizza, Vienna, per poi raggiungere l’Italia in treno. In questo modo però se ne sono perse le tracce”. Anche Walter Ricciardi dell’Oms continua a ribadire che la decisione di fermare i voli è stata sbagliata (qui Filippo Santelli di Repubblica fa una panoramica sulle misure prese dai singoli paesi). La Cina non l’aveva presa bene, anche se l’intervento di Mattarella era servito a ricucire. Negli scorsi giorni c’è stato un botta e risposta indiretto sul tema tra l’ambasciatore di Pechino in Italia, Li Junhua, e il ministro Speranza. Dopo l’esplosione dei contagi, da Pechino è arrivata qualche implicita critica all’Italia. Il direttore del Global Times ha scritto su Twitter che alcuni “paesi hanno interrotto i trasporti con la Cina ma hanno fatto poco internamente per controllare l’epidemia”. Aggiungendo: “Ci sono persone che gongolano perché l’epidemia si sta verificando in Cina. Ma le cose stanno cambiando”. In un editoriale, lo stesso Global Times ha criticato la reazione “lenta” di alcuni paesi.
E ora l’Italia rischia di finire dall’altra parte della barricata. L’Austria ha temporaneamente fermato i treni al Brennero per due casi sospetti, poi li ha fatti ripartire. In Francia, Marine Le Pen si è detta favorevole a maggiori controlli alle frontiere con l’Italia. Il sindaco di Mentone ha chiesto più controlli al confine con Ventimiglia. Il ministero della Salute della Romania ha disposto la quarantena obbligatoria di 14 giorni per tutti coloro che entrano nel paese arrivando dalle località colpite in Lombardia e Veneto. E un eventuale stop di Schengen, più che un aiuto per l’Italia potrebbe diventare una mossa per isolarla. Il governo Conte bis aveva bloccato i collegamenti aerei anche con Taiwan (che ha al momento 28 casi di contagio, meno di un quinto di quelli dell’Italia). Negli scorsi giorni, prima della diffusione delle infezioni, Taipei ha bloccato l’importazione di maiale italiano. Il governo del Democratic Progressive Party ha dichiarato che non si tratta di una “vendetta” per il blocco dei voli, anche se l’ex ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio ha qualche dubbio e collega il danno all’export all’iniziale decisione del governo italiano.
CONCORDIA NAZIONALE? SI PREGA DI RIPASSARE
Chi pensava che di fronte all’emergenza le polemiche politiche potessero conoscere una fine, o quantomeno una tregua, sbagliava. E questo nonostante il presidente Mattarella avesse detto di confidare nel “senso di responsabilità”. Richiesta avanzata anche, tra gli altri, da Giuliano Ferrara su Il Foglio. La giornata di domenica 23 febbraio ne è un perfetto esempio, con il premier e l’ex ministro dell’Interno protagonisti di una dura polemica. Matteo Salvini ha chiesto le dimissioni di Conte, il quale ha dichiarato di aver telefonato al leader della Lega, senza però ricevere risposta. Il Carroccio e il suo leader hanno insistito nella richiesta di misure più stringenti per tutta la settimana. Diversi esponenti del partito hanno chiesto la sospensione di Schengen (richiesta respinta dal governo), mentre Salvini ha annunciato che denuncerà il governatore della Toscana, Enrico Rossi, per la mancata quarantena dei cinesi di ritorno nella regione (che ha istituito un numero verde per l’emergenza che fornisce servizi sia in italiano sia in mandarino). Nei giorni scorsi, il ministro Paola De Micheli ha dato dello “sciacallo” al leader della Lega. Giorgia Meloni si è allineata alla richiesta della Lega di mettere in quarantena chi torna dalla Cina, ma ha usato toni diversi dai colleghi di coalizione, chiedendo che Conte riferisca in Parlamento. Forza Italia ha presentato un decalogo al governo, con Antonio Tajani che ha parlato di “massima collaborazione”. Un po’ tutti i partiti di opposizione hanno invece messo nel mirino l’Africa e i barconi, attaccando anche sullo sbarco a Pozzallo dei 276 migranti della Ocean Viking, subito messi in quarantena anche in assenza di casi sospetti di coronavirus. L’epidemiologa Vittoria Colizza sostiene che il continente africano sia a rischio “se non ferma i voli”. Con l’emergenza, sembra invece essersi ricompattata la maggioranza dopo essere stato a un passo dallo strappo tra Conte e Renzi. Ciò non ha evitato al Pd di attaccare Virginia Raggi per essere andata a passare il fine settimana in Trentino e per non aver cancellato la domenica ecologica.
L’atmosfera polemica non si è fermato alla politica, ma ha invaso anche la scienza. La direttrice del laboratorio di virologia dell’Ospedale Sacco di Milano (che La Stampa definisce la “nuova trincea contro il virus” e che in una ricerca ha dimostrato che il virus non è nato in laboratorio come sostenuto da alcune tesi complottiste), Maria Rita Gismondo, ha scritto in un post su Facebook: “A me sembra una follia. Si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale. Non è così. Guardate i numeri”. E prosegue: “Non è pandemia! Durante la scorsa settimana la mortalità per influenza è stata di 217 decessi al giorno! Per coronavirus 1!”. Secondo Gismondo, che invita tutti ad abbassare i toni, “questa follia farà molto male, soprattutto dal punto di vista economico”. Roberto Burioni, che da tempo chiede la quarantena per chi torna dalla Cina e ha paventato una possibile catastrofe, ha parlato di “bugie”, consigliando riposo alla collega in una discussione su Twitter poi rimossa. Lo stesso Burioni (che aveva criticato il sito dell’Iss per il mancato aggiornamento sul numero dei contagi) è stato protagonista di un’altra accesa discussione con l’economista Michele Boldrin sui numeri dei contagi e sulla percentuale di casi gravi. Il tutto mentre gli internauti si sono iniziati a dividere in “team Burioni” e “team Gismondo”. Ilaria Capua, intervistata a “In 1/2 ora” da Lucia Annunziata, ha detto che “non c’è da piangere ma nemmeno da ridere, bisogna solo seguire pedissequamente quello che le organizzazioni internazionali ci dicono di fare”. La stessa Capua, in un articolo su La Stampa, ha invitato al telelavoro e alla scuola su Skype. A proposito di fonti ufficiali, qui la scheda informativa del ministero della Salute e qui i numeri verdi regionali di Lombardia e Veneto.
NON SOLO VIRUS, NON SOLO CINA
Prima dell’emergenza sanitaria in Italia, si era continuato a parlare di 5G. Dopo che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio aveva replicato agli Usa durante la conferenza di Monaco, dicendo che l’Italia non è mai stata “evasiva sulla Cina”, definendo “rigida” la normativa italiana, il docente dell’Università Roma Tre e Of Counsel dello studio Chiomenti, Giulio Napolitano, ha avvertito che il golden power rischia di “ingolfare le attività di impresa”. E secondo CorCom nel 2023 l’Italia rischia di essere il fanalino di coda sulla nuova tecnologia. Ci sono preoccupazioni anche per il drastico calo del pil del Giappone, quello già avvenuto per l’aumento dell’Iva e quello previsto per i prossimi mesi anche a causa del coronavirus. Anche perché dopo l’accordo di libero scambio con l’Ue, Tokyo è diventato un importante mercato di riferimento anche per l’Italia in Estremo Oriente. La Corea del Sud è diventato il secondo paese con il maggior numero di contagi da coronavirus, ma il governo italiano non ha per ora operato un blocco dei collegamenti aerei. L’Italia ha firmato un partenariato strategico con l’Azerbaijan durante una visita a Roma del presidente Ilham Alijev.
Di Lorenzo Lamperti*
**Giornalista responsabile della sezione “Esteri” del quotidiano online Affaritaliani.it. Si occupa di politica internazionale, con particolare attenzione per le dinamiche geopolitiche di Cina e Asia orientale, anche in relazione all’Italia
Classe 1984, giornalista. Direttore editoriale di China Files, cura la produzione dei mini e-book mensili tematici e la rassegna periodica “Go East” sulle relazioni Italia-Cina-Asia orientale. Responsabile del coordinamento editoriale di Associazione Italia-ASEAN. Scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra cui La Stampa, Il Manifesto, Affaritaliani, Eastwest. Collabora anche con ISPI. Cura la rassegna “Pillole asiatiche” sulla geopolitica asiatica.