Lo scorso lunedì Stephan El Shaarawy, ex giocatore di AC Milan e AS Roma è sbarcato in Cina per firmare un nuovo e ricchissimo contratto di tre anni con lo Shanghai Shenhua, società della Chinese Super League che sta lottando per la permanenza nella massima lega.
Il nome di El Shaarawy è soltanto l’ultimo di una lunga schiera di italiani che hanno calcato i campi del campionato cinese in questa stagione 2019 e che comprende anche Graziano Pellè allo Shandong Luneng e gli oriundi Gariel Paletta e Eder Citadin Martins allo Jiangsu Suning, oltre a Fabio Cannavaro sulla panchina del Guangzhou Evergrande e Marcello Lippi su quella della Nazionale.
Il primo italiano ad approdare nel campionato cinese nel 2003 fu Giuseppe Materazzi, padre di Marco, ex difensore dell’Inter, che sedette per una stagione sulla panchina del Tianjin Teda. In effetti la storia degli italiani in Cina non poteva che iniziare dalla municipalità di Tianjin, città che all’inizio dello scorso secolo fu parte del protettorato italiano fino alla fine della seconda guerra Mondiale. Materazzi condusse la squadra a chiudere il campionato a metà classifica, in una stagione nefasta che fu interrotta temporaneamente a causa della Sars.
Per ritrovare un nuovo italiano in Cina dobbiamo attendere la stagione 2009, con sempre il Tianjin Teda che all’epoca ingaggiò l’attuale presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, Damiano Tommasi. Il centrocampista disputò 29 partite in campionato oltre a giocare la Champions Asiatica ed abbiamo una forte testimonianza di quella breve ed intensa esperienza dato che Tommasi pubblicò un libro sulla sua esperienza dal titolo: “Mal di Cina” nel quale racconta con minuzia di particolari il suo arrivo ed il difficile adattamento ad una vita ed una cultura opposta alla sua, ma che ha lasciato un profondo segno nella sua carriera.
Damiano Tommasi ha fatto da apripista all’arrivo di calciatori in Cina: nel 2009 fu la volta di Fabio Firmani, con l’ex Lazio che militò per una stagione allo Shaanxi Changba (oggi Beijing Renhe), ma la svolta avvenne nel 2014, con il Guangzhou Evergrande di Marcello Lippi che ingaggiò Alessandro Diamanti e Alberto Gilardino. Il trio italiano vinse il quarto scudetto consecutivo nella storia della società cantonese, ma tutti quanti lasciarono Guangzhou al termine di quella stagione, con Marcello Lippi che passò il testimone a Fabio Cannavaro.
Nel 2016, dopo l’eliminazione dell’Italia ai quarti di finale degli Europei in Francia, Graziano Pellè, fra molteplici polemiche, si trasferì dal Southampton allo Shandong Luneng. A suon di prestazioni spesso decisive Graziano si è conquistato il cuore dei tifosi, ogni stagione segnando un numero maggiore di gol. Pellè è al suo quarto anno in Cina, quello fino ad ora maggiormente prolifico avendo già segnato 20 volte fra campionato e coppe.
Il 2018 invece è stato l’anno degli oriundi dello Jiangsu Suning, la società gemella dell’Inter FC, che a gennaio ha trovato l’ingaggio del difensore Gabriel Paletta, mentre in estate, proprio dai nerazzurri, è giunto l’attaccante Eder Citadin Martins, il quale si è subito mostrato decisivo nella seconda parte della scorsa stagione segnando 11 gol in 16 partite.
Non solo Chinese Super League, la Cina ha accolto calciatori italiani anche nella League One, ovvero la Serie B quali l’attaccante giramondo Federico Piovaccari allo Zhejiang Yiteng nella seconda metà del 2017, ed il difensore Giuseppe Aquaro che nel 2014 e 2015 militò nello Shenzhen Kaisa.
Anche la scuola allenatori ha ottenuto notevoli risultati nel calcio cinese, basti pensare a Marcello Lippi, attuale tecnico della Nazionale (al suo secondo mandato), che ottenne i maggiori successi alla guida del Guangzhou Evergrande, con cui vinse tre scudetti e la prima Champions Asiatica nella storia del club.
Il successore del tecnico di Viareggio, Fabio Cannavaro, non ha ottenuto le stesse fortune: nel 2015 è stato esonerato dal Guangzhou, per poi ripartire nel 2016 dalla serie B cinese alla guida del Tianjin Tianhai, che è riuscito a far promuovere in massima divisione e qualificare in Champions l’anno successivo. Ora Fabio è tornato alla guida del Guangzhou Evergrande come successore di Felipe Scolari, anche se, l’ex difensore di Juventus e Real Madrid, verrà ricordato tristemente come l’allenatore che non è stato in grado di vincere lo scudetto con l’Evergrande dopo sette trionfi consecutivi.
Non sono state invece esaltanti le esperienze di altri italiani su panchine di club cinesi, sono durati infatti meno di una stagione Ciro Ferrara al Wuhan Zall, Alberto Zaccheroni al Beijing Guoan e Fabio Capello allo Jiangsu Suning. Sopratutto quest’ultimo, per lo spessore della sua carriera, è stato una grande delusione ed ha portato la squadra di Nanchino vicina alla retrocessione nel 2017. Non è un caso che lo Jiangsu sia rinato una volta esonerato Fabio Capello. Zaccheroni, reduce dall’esperienza in Giappone invece, nel 2016 non è stato in grado di integrarsi nello spogliatoio pechinese, ritrovandosi la vecchia guardia contro, in un logorio durato nove giornate culminato con la tifoseria che ha inneggiato alle dimissioni del tecnico italiano.
Fra i tecnici vale l
a pena ricordare anche Gianni Bortoletto, che nel 2014 allenò il Tianjin Tianhai in seconda divisione per 13 partite prima di concludere la sua esperienza in estate.
Stephan El Shaarawy è solo l’ultimo italiano in ordine di arrivo: 11 gol nella scorsa stagione con la Roma e 23 presenze con la Nazionale Azzurra. Il Faraone ha tutte le carte in regola per stupire il pubblico cinese, ma deve subito da essere decisivo per risollevare le sorti dello Shanghai Shenhua che, dopo anni di gloria, si ritrova sull’orlo della zona retrocessione.
di Calcio8Cina
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