Lo stallo in cui vertono i colloqui tra Cina e Stati Uniti potrebbe presto essere superato. Il dipartimento del Tesoro ha confermato i preparativi per un incontro tra Steven Mnuchin e il governatore della banca centrale cinese Yi Gang durante il vertice che nel weekend riunirà i ministri delle finanze del G20 a Fukuoka, in Giappone. Sebbene Yi non sia tra i principali negoziatori di Pechino, si tratta del primo faccia a faccia tra due alti funzionari dall’aumento incrociato delle tariffe commerciali. Da allora, il governo cinese ha abbandonato la pazienza strategica per scagliarsi a briglia sciolta contro l’inattendibilità dell’amministrazione Trump, nota per i suoi continui ripensamenti. A guidare la controffensiva troviamo la stampa statale, insolitamente diretta nelle accuse formulate contro Washington. L’ultimo avvertimento è giunto questa mattina dalle colonne dello Study Times, rivista della scuola centrale del Pcc, che traccia una linea diretta tra la Guerra di Corea e la guerra commerciale con gli States. Il periodico ricorda come “i volontari del popolo cinese, di fronte alla massima potenza militare ed economica mondiale e al ricatto diplomatico, hanno sfruttato appieno lo spirito del Partito Comunista per non aver paura della pressione, osando combattere e facendolo al meglio”. Il messaggio è chiaro: oggi come allora a Pechino non manca la determinazione e il coraggio per affrontare Washington. Ma tra le righe parrebbe esserci anche una critica alla”strategia della massima pressione” messa in campo da Trump non solo durante i negoziati con la Cina, ma anche contro il regime nordcoreano [fonte: Bloomberg, Reuters]
Elaine Chao, la misteriosa cinese dell’amministrazione Trump
Un ponte tra la Cina e l’amministrazione Trump. Così Tian Wei, la giornalista della statale CGTN, ha definito Elaine Chao, repubblicana di origini cinesi passata alla guida del dipartimento dei Trasporti sotto l’amministrazione Trump. Forte dell’esperienza famigliare nel campo delle attività marittime (il padre ha fondato negli anni Sessanta il Gruppo Foremost, diventando un magnate delle spedizioni con vasti interessi commerciali negli Stati Uniti e in Cina), la carriera politica di Chao comincia negli anni ’80 al tempo della presidenza Reagan. Ma le guanxi famigliari nella mainland sono da un paio di anni ogetto d’indagine dell’ Office of Government Ethics. Sebbene Chao non sia formalmente coinvolta nel business di famiglia, lei e suo marito, il senatore del del Kentucky Mitch McConnell hanno ricevuto milioni di dollari da suo padre, James, compagno di studi del presidente cinese in pensione Jiang Zemin a capo di Foremost fino all’anno scorso. In una lunga inchiesta il NYT indaga i controversi rapporti tra Chao e la sua terra d’origine [fonte: NYT]
Detroit con caratteristiche cinesi
L’industria dei veicoli elettrici come catalizzatore per l’economia cinese. E’ il principio alla base della costruzione di una ventina di Detroit “con caratteristiche cinesi” in giro per il paese. Città, nelle città come Shunde, a Foshan, interamente dedicate alla produzione di vetture a zero emissioni. Secondo i piani dei funzionari locali, quando la fabbrica girerà a pieno regime la Shunde New Energy Vehicle Town potrà generare fino a 15 miliardi di dollari all’anno di entrate. I governi locali si sfregano le mani. Non solo il mercato dei veicoli elettrici continua a crescere nonostante il crollo verticale delle vendite delle automobili tradizionali. Facendo leva sulle ambizioni tecnologiche di Pechino, sarà più facile ottenere l’approvazione delle autorità centrali per la concessione di incentivi e l’avvio di progetti di riqualificazione dei terreni, dalla cui vendita le amministrazioni locali ricavano la fetta più consistente delle proprie entrate. Poi arriveranno stazioni ferroviarie, scuole e tutte quelle infrastrutture che hanno permesso all’economia di crescere anche in tempi di crisi globale. Ad oggi, le Detroit cinesi hanno attratto 30 miliardi di dollari di investimenti. Ma il futuro è tutt’altro che immune da rischi [fonte: Bloomberg]
Religioso silenzio in vista del gaokao
La municipalità di Pechino proibirà agli autobus di suonare il clacson in prossimità delle aree della città in cui si terrà l’importantissimo esame di ammissione all’università, da cui dipende la carriera professionale dei giovani cinesi. Nella giornata di ieri le autorità locali hanno annunciato martedì che incrementeranno di oltre 200 unità i veicoli destinati alle rotte per raggiungere le sedi d’esame. Ma per limitare le fonti di disturbo, i bus non potranno suonare il clacson né annunciare il nome delle stazioni ad alto volume. Le limitazioni coinvolgono anche gli automobilisti, tanto più che quest’anno la sessione d’esame coincide con il Dragon Boat Festival. I viaggiatori in vacanza sono quindi invitati a evitare le ore di punta degli esami e ad astenersi dal suonare il clacson. Quest’anno più di 10 milioni di studenti a livello nazionale hanno fatto domanda per partecipare all’esame [fonte: Xinhua]
La Cina testa la prima piattaforma di lancio galleggiante
La Cina ha lanciato con successo un razzo nello spazio da una nave da carico civile, diventando la prima nazione a possedere e gestire completamente una piattaforma di lancio galleggiante, una tecnologia che ridurrà significativamente i costi e i rischi delle missioni spaziali, soprattutto per quanto riguarda la caduta di detriti. Long March 11WEY, partito dal Ma Giallo alle 12.00 ora locale, ha messo in orbita cinque satelliti commerciali e due sonde Bufeng che permetteranno di “monitorare e prevedere tifoni e altri eventi meteorologici estremi”. La prima piattaforma al mondo per il lancio di razzi oceanici – la Sea Launch – era stata costruita congiuntamente da Russia, Stati Uniti, Norvegia e Ucraina alla fine degli anni ’90, ed è rimasta operativa fino al 2014 quando le ostilità tra Russia e Ucraina ne hanno decretato l’interruzione [fonte: Scmp]
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Classe ’84, romana doc. Direttrice editoriale di China Files. Nel 2010 si laurea con lode in lingua e cultura cinese presso la facoltà di Studi Orientali (La Sapienza). Appena terminati gli studi tra Roma e Pechino, comincia a muovere i primi passi nel giornalismo presso le redazioni di Agi e Xinhua. Oggi scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra le quali Il Fatto Quotidiano, Milano Finanza e il Messaggero. Ha realizzato diversi reportage dall’Asia Centrale, dove ha effettuato ricerche sul progetto Belt and Road Initiative. È autrice di Africa rossa: il modello cinese e il continente del futuro.