La battaglia avviata da Trump per emarginare Huawei dalle forniture globali potrebbe avere un impatto inferiore a quello sperato. Secondo un documento interno visionato dal FT, le restrizioni imposte sull’azienda connazionale ZTE lo scorso anno avrebbero spinto il colosso di Shenzhen a potenziare la produzione di chip e semiconduttori. Da anni Huawei prevedeva che il governo degli Stati Uniti avrebbe tentato di “sopprimere” la società e tagliare i canali di approvvigionamento. Pertanto, l’unità chip HiSilicon ha sviluppato “chip alternativi” per rispondere a questo tipo di scenario. Secondo il FT, sebbene la posizione di Huawei sia meno critica di quella di ZTE, la compagnia potrebbe ugualmente riscontrare problemi nell’ottenere tecnologia necessaria al suo piano di sviluppo 5G. Lo scorso anno Huawei si è attestata il terzo maggior acquirente di semiconduttori al mondo, pari al 4,4% del mercato globale, subito dietro Samsung Electronics Co Ltd e Apple Inc. [fonte: Nikkei]
Pechino inserisce i “comportamenti incivili” in metro nei crediti sociali
A partire da mercoledì chi mantiene “comportamenti incivili” sulla metro di Pechino vedrà il proprio credito sociale venire decurtato. Secondo il Global Times, i comportamenti sanzionabili comprendo “mangiare, occupare posti extra, promuovere vendite o utilizzare biciclette pieghevoli, biciclette autobilanciate o scooter all’interno dei vagoni o delle stazioni. Il regolamento vieta inoltre l’uso di “sigarette elettroniche, vagabondare intorno alle aree di emergenza nelle stazioni, utilizzare biglietti falsi e le scale mobili in modo improprio.” i trasgressori potrebbero non solo incorrere nell’interdizione dei servizi, dal momento che per rendere più efficace le nuove misure il comportamento nelle metro influirà anche sul credito sociale dei passeggeri, il sistema che Pechino sta sviluppando per rendere la società cinese più affidabile e che vincola l’accesso ai presti bancari e ai trasporti alla buona/cattiva condotta. Apprezzato in fase iniziale per la sua natura educativa, il sistema sta cominciando ad attirare le critiche di quanti lo ritengono troppo restrittivo [fonte: Global Times]
Il web cinese boccia la legge contro l’aborto dell’Alabama
Con oltre 200 milioni di visualizzazione il bando totale dell’aborto approvato dall’Alabama è diventato trending topic sul twitter cinese Weibo I commenti sono quasi unanimemente di sdegno: “non si può abortire neppure se si rimane incinta dopo uno stupro o un incesto? Queste persone sono pazze? “, scrive un’utente. Decenni di controllo delle nascite, la mancanza di una morale cattolica e una scarsa educazione sessuale hanno reso la popolazione cinese piuttosto tollerante nei confronti dell’interruzione delle gravidanze. “In America, l’aborto rientra in un dibattito sui diritti umani e, nello specifico, sui diritti delle donne. Ma in Cina non è una questione di diritti, è una questione di ordine pubblico “, spiega a Inkstone Liang Zhongtang, ex analista dell’Accademia delle scienze sociali di Shanghai,”il governo ha sempre preso decisioni sulle nascite e sull’aborto per conto dei suoi cittadini per esigenze di sviluppo pratico”. La pratica è stata per molte donne resa necessaria dall’obbligo di rimanere entro le quote prefissate dalle autorità. Talvolta la predilezione per il figlio maschio ha portato al rifiuto della nascita in caso di sesso femminile. Tutti fattori che, combinati con una certa avversione per i contraccettivi, hanno inciso sull’alto tasso di frequenza delle interruzioni di gravidanza. Se nel 2015 negli Stati uniti si contavano 12 aborti su 1.000 donne di età compresa tra i 15 ei 44 anni, in Cina l’incidenza era di circa 28 casi ogni 1.000 donne tra i 15 e i 49 anni [fonte: Inkstone]
Taiwan (ri)vota il matrimonio gay
E’ il giorno del giudizio per la comunità LGBT di Taiwan. A distanza di due anni dall’approvazione della corte costituzionale per le unioni gay, il parlamento di Taipei si trova a votare tre bozze di legge volte ad assicurare più o meno diritti alle coppie omosessuali: la proposta del governo Tsai a favore di un’inclusione dei matrimoni gay nel codice civile fronteggia le due versioni più restrittive, avanzate da due gruppi conservatori, che presentano limitazioni per quanto riguarda la protezione legale del partner e dei suoi figli. Attualmente i partner dello stesso sesso non hanno il diritto di dare il consenso necessario per un intervento chirurgico e non possono ereditare beni e proprietà, anche se sono stati acquisiti congiuntamente. Uno dei pilastri della campagna elettorale di Tsai Ing-wen, la legalizzazione delle unioni omosessuali – senza precedenti in Asia – è stata contestata dai gruppi cristiani e dalla maggioranza della popolazione che in un referendum lo scorso novembre ha votato a favore di una versione edulcorata [fonte: Scmp]
La Cina verso “il monopolio” nelle estrazioni di litio
La Cina avrebbe sviluppato una nuova tecnologia in grado di semplificare le procedure di estrazione del litio tagliandone sensibilmente i costi: 2180 dollari per tonnellata rispetto ai prezzi internazionali tra i 12000 e i 20000 dollari. Mentre la produzione di litio della Cina è ancora relativamente bassa, il gigante asiatico domina la fornitura del prodotto finale, producendo quasi i due terzi delle batterie agli ioni di litio a livello mondiale, rispetto al 5% degli Stati Uniti. E’ proprio per fermare la scalata cinese che recentemente Washington ha introdotto una bozza di legge volta a facilitare le attività estrattive, mentre l’Europa medita la creazione di un consorzio franco-tedesco. Per il momento, il dominio cinese sarebbe assicurato da un progetto di ricerca finanziato dall’Accademia delle scienze cinese liberare il litio dagli altri minerali, in particolare il magnesio, attraverso molteplici fasi di lavorazione con complessi trattamenti di filtrazione elettronica e a membrana [fonte: Scmp]
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Classe ’84, romana doc. Direttrice editoriale di China Files. Nel 2010 si laurea con lode in lingua e cultura cinese presso la facoltà di Studi Orientali (La Sapienza). Appena terminati gli studi tra Roma e Pechino, comincia a muovere i primi passi nel giornalismo presso le redazioni di Agi e Xinhua. Oggi scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra le quali Il Fatto Quotidiano, Milano Finanza e il Messaggero. Ha realizzato diversi reportage dall’Asia Centrale, dove ha effettuato ricerche sul progetto Belt and Road Initiative. È autrice di Africa rossa: il modello cinese e il continente del futuro.