Cartellino Rosso – La bolla immobiliare degli stadi cinesi

In Cina, Economia, Politica e Società by Calcio8Cina

In Cina, uno dei principali rischi economici riguarda lo scoppio della bolla immobiliare, con il timore che la crescita all’urbanizzazione possa improvvisamente arrestarsi e trascinare nella crisi anche i mercati esteri, coinvolti con l’importazione di materiali quali acciaio, plastica e progetti di design. Siamo giunti al punto, che oltre 100 città in Cina vantano oltre un milione di abitanti, ma questa crescita ha un prezzo decisamente alto, con l’aumento dei prezzi degli appartamenti e dei terreni, oltre al rischio della bolla speculativa, in quanto il mercato cresce ad un ritmo decisamente maggiore rispetto a quello che è la richiesta: secondo il China Household Finance Service infatti alla fine del 2018 erano oltre 50 milioni le unità abitative completamente inutilizzate. Questo spesso si traduce in città o quartieri fantasma, come la fatiscente Ordos in Mongolia Interna oppure lo Yajiapu Financial District di Tianjin.

Questa costruzione senza freni trova un suo corrispettivo anche nel mondo calcistico, con l’edificazione di stadi da oltre 30.000 posti in città che non hanno mai avuto una cultura professionistica fino ad oggi. Proprio Tianjin rappresenta l’emblema dell’eccesso di infrastrutture sportive, con i due club di Chinese Super League, il Tianjin Teda ed il Tianjin Tianhai, che giocano entrambi allo Stadio Olimpico, un colosso da oltre 60.000 posti inaugurato in occasione delle Olimpiadi del 2008, dunque dotato di una pista atletica, con gli spalti molto lontani dal campo. Nonostante le dimensioni mastodontiche, solamente nelle grandi occasioni entrambe le squadre riescono a riempire gli spalti per il 50% della capacità totale, altrimenti, di norma si viaggia sotto le 20.000 unità.

Eppure la città di Tianjin presenta altri tre stadi con una capienza da oltre 30.000 posti: l’Haihe Educational Park Stadium (utilizzato dal Tianjin Tianhai negli ultimi tre anni), il Tuanbo Football Stadium ed il TEDA Football Stadium. Gli ultimi due citati sono due impianti costruiti in maniera specifica per il calcio, quindi senza alcuna pista atletica. Addirittura il TEDA Football Stadium è di proprietà del primo club di Tianjin (un fatto quantomai raro dato che in Cina gli stadi sono di proprietà delle amministrazioni locali), ma è rimasto danneggiato dall’esplosione del Porto avvenuta nel 2015 e fino ad ora non è mai stato riparato. La caratteristica che accomuna i tre stadi citati è il fatto che sono localizzati in zone periferiche della città, lontani da linee metropolitane, dunque molto sconvenienti da raggiungere per il pubblico, al contrario dello Stadio Olimpico, il quale si situa in una zona abbastanza centrale.

Questo è il grande dilemma delle infrastrutture sportive per i club professionistici in Cina, dove nessuno al momento (eccezion fatta per l’Henan Jianye a Zhengzhou) possiede uno stadio di proprietà. Il fatto  che i club ora hanno la necessità di radicarsi maggiormente nel territorio e di essere attivi nella comunità, dunque lo Stadio necessita di localizzarsi in una posizione centrale, come ad esempio il Worker’s Stadium di Pechino oppure il Tianhe di Guangzhou, che fanno registrare sempre oltre 40.000 spettatori. Ma costruire un nuovo stadio con queste caratteristiche significa dover rilevare terreni dal costo molto alto, che difficilmente le amministrazioni locali concederanno se non per progetti relativi all’edificazione di centri commerciali o appartamenti. Dunque si è costretti a guardare alle zone maggiormente periferiche della città con tutti i rischi del caso.

Nonostante tutto, le autorità locali continuano a costruire stadi, quasi senza alcun nesso logico: lo scorso anno a Qingdao ad esempio è stato inaugurato un nuovo stadio da 60.000 posti in una zona estremamente periferica al fine di ospitare i Giochi Provinciali dello Shandong, un evento per il quale sarebbe bastata una struttura da 10.000 posti, o l’utilizzo di uno degli stadi già presenti, ovvero il Tiantai e il Guoaxin, utilizzati dai club professionistici della città, con una capienza superiore ai 40.000 posti. Eppure quella di Qingdao non è l’unica nuova opera superflua: a Suzhou, città che al massimo ha vantato un club calcistico in terza divisione, è stato inaugurato l’ennesimo Stadio olimpico della Cina all’interno dell’innovativo Sports Center cittadino che comprende anche un palazzetto ed una piscina. Anche a Zhuhai, città costiera del Guangdong che non ha mai vantato un club nel professionismo è sorto un altro grande stadio per ospitare i Giochi Provinciali. Tornando invece alla già citata Ordos, la più nota città fantasma di Cina, troviamo uno Stadio da ben 60.000 posti che ha ospitato l’edizione di Miss Mondo nel 2012 ed i giochi delle Minoranze Etniche cinesi nel 2015.

Questi sono solamente alcuni dei numerosi esempi di stadi che, una volta consumato l’evento per il quale sono stati costruiti, divengo delle cattedrali nel deserto il cui unico scopo è quello di gravare sul bilancio della città per i costi di manutenzione dato che non vi sono club di calcio professionistici che possano utilizzarli.

Anni fa, dopo le Olimpiadi, ci si chiedeva come sarebbe stato possibile riempire un Nido Vuoto, ovvero il Bird’s Net. L’imponente struttura costruita per i Giochi olimpici del 2008 ha trovato una sua ragione di vita successivamente ospitando alcune amichevoli internazionali, le finali di Supercoppa italiana, le finali mondiali di League of Legends (esports) ed i Mondiali di Atletica nel 2015, oltre ovviamente a concerti di star internazionali. Ma se il Bird’s Net perlomeno è una struttura ancora utilizzata, in Cina è pieno di grandi stadi sorti negli anni a seguito della riforma calcistica, anche in città di terza e quarta fascia che non hanno alcuna utilità se non quella di mostrare l’investimento (inutile) da parte della politica.

di Calcio8Cina

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